«La situazione economica e soprattutto quella congiunturale sono nettamente peggiorate e le prospettive sono critiche: per questo la politica congiunturale torna ad essere il nostro tema prioritario». Presentando mercoledì alla stampa l’attività e le richieste per il 2003 dell’Unione sindacale svizzera (Uss) il suo presidente Paul Rechsteiner non ha lasciato dubbi: occorre agire in fretta. E in due campi si possono adottare rapide misure: «la rivalutazione del franco, che frena le esportazioni e il turismo, dev’essere combattuta con decisione. E per le città si deve subito promuovere un programma mirato di promozione delle abitazioni dove vi siano progetti edilizi pronti all’attuazione: considerati i bassi tassi ipotecari, questa è una misura che può dare buoni frutti». L’analisi congiunturale è stata completata da Serge Gaillard, segretario centrale dell’Uss. Gaillard ha osservato che l’economia svizzera non è più cresciuta dalla metà del 2001: questo ha portato ad una crescita della disoccupazione che, negli ultimi mesi, ha raggiunto una velocità preoccupante: se nel luglio del 2001 gli iscritti sulle liste dei senza lavoro erano 60 mila, oggi essi sono saliti a 130 mila. E le prospettive, con all’orizzonte una possibile guerra all’Iraq, sono tutt’altro che incoraggianti: l’ipotesi di una lunga recessione per tutta l’Europa è più che plausibile. Finora, ha osservato Gaillard, la congiuntura economica in Svizzera è rimasta stabile grazie ad una forte richiesta di beni di consumo e alla crescita degli investimenti statali. Ma l’effetto di queste due forze combinate dovrebbe ben presto esaurirsi, sia per l’erosione dei salari dovuta all’aumento dei premi di cassa malati, sia per il freno alle spese dell’ente pubblico. Il rilancio dell’economia svizzera può passare attraverso una crescita delle esportazioni. Ma per questo, secondo Gaillard, occorre da un lato riportare il corso del franco in rapporto all’euro ad 1,55 contro l’odierno 1,46. Si deve però anche rilanciare la domanda interna: se l’Uss non è riuscita a far passare il principio dell’esenzione dei bambini dal pagamento dei premi di cassa malati occorre tuttavia che nei prossimi due anni non aumentino le imposte indirette, in particolare l’Iva. Per quel che concerne la promozione dell’alloggio, Gaillard ha invitato il Consiglio federale ad attuare una più attiva politica d’incoraggiamento nei confronti dei Cantoni e delle città. Infine le imprese devono evitare la tentazione di ricorrere a licenziamenti affrettati, facendo capo al lavoro ridotto. Nel caso in cui l’economia della zona euro finisse in una nuova recessione la Svizzera si deve preparare per tempo. Per questo Gaillard ha indicato quattro misure che andrebbero adottate subito, per essere pronti in caso di bisogno: un ulteriore allentamento della politica monetaria, una modifica del freno alle spese per consentire un indebitamento più forte in caso di crisi, incentivi finanziari dalla Confederazione a Cantoni e Comuni perché rilancino gli investimenti e il blocco dell’aumento dei premi di cassa malati per le famiglie con l’esenzione dei bambini o con il congelamento dei premi per tutti. Un altro tema centrale per l’Uss nel 2003 sarà l’apprendistato. Si sta infatti profilando una nuova crisi di posti per i e le sedicenni che vogliono imparare un mestiere: «un grosso punto debole dell’attuale sistema della formazione professionale è che l’offerta di posti d’apprendistato dipende in maniera sovraproporzionale dal ciclo congiunturale. Per questo concentreremo molte energie nella campagna per l’iniziativa sui posti d’apprendistato, che sarà posta in votazione il prossimo maggio», ha rilevato Rechsteiner. Infine rimane sempre aperto il destino dell’undicesima revisione dell’Avs: «se non si arriverà ad un sistema di pensionamento anticipato dovremo combatterla con tutti i mezzi», ha rilevato Rechsteiner. In quest’ambito, e dando seguito alle risoluzioni del Congresso di ottobre, l’Uss si impegnerà per l’introduzione della tredicesima mensilità nell’Avs così da giungere ad un sostanziale incremento delle rendite di vecchiaia, dopo che negli ultimi 20 anni hanno subito un’erosione effettiva del sei per cento. Il tutto, ha concluso Rechsteiner, perché il programma sociale dei sindacati è quello della solidarietà fra le generazioni: «un programma della coesione sociale, non della divisione».

Pubblicato il 

10.01.03

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