Amianto

Berna non ricorrerà all’ultima istanza della Corte europea dei diritti dell’uomo contro la sentenza dell’11 marzo scorso che ha condannato la Confederazione per la sua prassi in materia di prescrizione nei confronti delle vittime dell’amianto. Così ha deciso, d’intesa con la responsabile del Dipartimento federale di giustizia e polizia Simonetta Sommaruga, l’Ufficio federale di giustizia. La decisione dei giudici di Strasburgo assume così carattere definitivo e da subito tutti i tribunali svizzeri dovranno metterla in pratica.

Ciò significa che nessun giudice potrà più rifiutare di esaminare le pretese di risarcimento e di riparazione del torto morale (per esempio nei confronti dell’ex datore di lavoro) di una vittima dell’amianto solo perché i danni subentrano molti anni  (anche 30-40) dopo l’esposizione alla fibra killer.
Finora la giurisprudenza svizzera ha infatti sempre interpretato in modo restrittivo le regole sulla prescrizione (istituto che definisce il periodo di tempo entro il quale si può far valere una pretesa davanti a un’autorità giudiziaria), calcolando i 10 anni previsti dalla legge a decorrere dall’ultima esposizione continuativa e non, come logica vorrebbe visti i lunghi tempi di latenza delle malattie asbesto-correlate e come si dovrà fare, da quando viene scoperto il danno.
L’effetto concreto della sentenza sarà dirompente: oltre un migliaio di casi liquidati come prescritti negli ultimi anni si potranno riaprire e altri centinaia verranno avviati.   

Pubblicato il 

05.06.14

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