Tripla sberla alla Svizzera. A quella italiana, ancor più sonora. Puntuale come la pioggia autunnale, è arrivata la nuova stangata dei premi malattia del prossimo anno. Stangata che sarà più alta in Ticino (+10,5% in media), rispetto al resto dei cantoni e della media nazionale d’aumento del 6%.

 

Nel sito della Confederazione priminfo.ch, il governo suggerisce ai cittadini alcune possibilità di risparmio sui premi. Tra questi, si suggerisce di alzare la franchigia. E se non lo faranno i cittadini, lo farà lo Stato. Proprio oggi, al Consiglio degli Stati, la maggioranza di destra con la complicità de Il Centro, ha deciso di aumentare le franchigie minime. «È vergognoso che il campo borghese voglia imporre un aumento della franchigia minima, utilizzata soprattutto dalle persone gravemente malate, dai malati cronici, persone anziane e vulnerabili» ha commentato la consigliera nazionale socialista Brigitte Crottaz (VD). A far ricorso alla franchigia minima, sono maggiormente le persone con basso reddito o sprovviste di riserve finanziarie per far fronte a eventi improvvisi, ha dimostrato in un recente studio Helsana.

 

Approvata la mozione UDC della consigliera agli Stati sangallese Esther Friedli (la stessa all’origine della proposta di divieto assoluto di ricongiungimento familiare per i richiedenti ammessi provvisoriamente), ora la palla passerà al Consiglio nazionale, dominata dalla stessa maggioranza di destra.

 

In attesa di vedere se aumenteranno per legge la franchigia minima colpendo working poor, malati cronici e anziani, ieri dal Consiglio degli Stati è arrivata ieri un’altra doccia fredda. La terza sberla infatti riguarda la bocciatura, sempre ad opera della maggioranza di destra, della proposta del Canton Giura d’inserire nel calcolo del carovita i premi malattia, oggi escluso dal paniere ufficiale della Confederazione. Le motivazioni addotte sono tecniche, ma in realtà manca la volontà politica. Se fossero contemplati, il rincaro del costo della vita in Svizzera, sarebbe ben più elevato di quello attualmente stabilito dalla statistica ufficiale. In quel caso, le conseguenze sarebbero importanti per gli anziani, famiglie e parte dei lavoratori. Le rendite AVS o gli assegni familiari dovrebbero essere annualmente adeguati al rincaro “veritiero” del costo della vita, includente gli aumenti dei premi malattia. Anche parte dei lavoratori e delle lavoratrici ne beneficerebbero, poiché in alcuni CCL sono previsti automatici aumenti salariali a compensazione del rincaro. Conseguenze che non piacciono alla maggioranza politica e, dunque, l’iniziativa giurassiana è stata ampiamente bocciata.

 

Sul fronte dei premi malattia, il futuro si delineerebbe ancor più problematico. Ne è convinta l’Unione sindacale svizzera, indicando nella prossima votazione popolare, i rischi di aumenti ancor maggiori nei prossimi anni. La riforma EFAS su cui si voterà il 24 novembre, in sintesi prevede un cambiamento della ripartizione dei costi delle cure. Oggi, le cure stazionarie ospedaliere sono assunte dai Cantoni nella misura del 55%, dalle casse malattia del 45%. Le prestazioni ambulatoriali invece sono interamente a carico degli assicuratori malattia, al netto della partecipazione dell’assicurato. EFAS prevede un’aliquota unica di ripartizione per entrambe le cure, il 26,9% per i Cantoni, il resto dalle casse malattia (ossia dai nostri premi). «Fino ad oggi, i contributi agli istituti ospedalieri e alle cure a domicilio erano plafonate. Con EFAS i costi saranno trasferiti a chi paga i premi» ha spiegato al Blick Reto Wyss dell’USS, rinviando a uno studio di Santésuisse che prevede 5 miliardi di franchi supplementari di costi per le casse malattia entro il 2035. «La riforma EFAS è un buco nero che porterà a un’esplosione dei premi».

 

Ai ticinesi andrà ancor peggio. Il governo cantonale ha ipotizzato una crescita di spesa di un'ottantina di milioni per le casse cantonali con la riforma EFAS, poiché in Ticino si fa più ricorso alle cure ambulatoriali. Insomma, da qualsiasi parte la si guardi, EFAS per i ticinesi pare essere una fregatura.

 

Ma non tutto il male vien da Berna, verrebbe da dire. Nel preventivo dell’anno prossimo, il governo cantonale ha previsto la riduzione di una decina di milioni ai sussidi dei premi malattia che colpirà 2.700 persone del ceto medio con figli. Non si può dire che oggi piova sul bagnato.

Pubblicato il 

26.09.24
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