Potenziali criminali?

In Svizzera ci sono oltre sette milioni di abitanti e il numero delle persone che si contano nell’ambito dell’asilo sono 90mila, inclusi i 25mila rifugiati riconosciuti e le 20mila persone che nel 2003 hanno presentato una domanda d’asilo. Si tratta quindi di poco più dell’1 per cento della popolazione, ma seguendo il dibattito politico si potrebbe pensare che l’asilo sia uno dei problemi più gravi del nostro paese. Ultimamente due quotidiani ticinesi, il Giornale del Popolo e il Corriere del Ticino, parlando dei richiedenti l’asilo in Ticino si sono pronunciati a favore del loro spostamento dagli appartamenti ai centri gestiti dalla Croce rossa. Il duplice scopo di questo cambiamento: un maggior controllo dei richiedenti l’asilo per meglio combattere la criminalità, fare dei risparmi. Da quei servizi giornalistici traspare una profonda diffidenza verso i richiedenti l’asilo, come se ognuno di loro fosse un potenziale criminale. L’avvocato Giacomo Gemnetti, che nell’amministrazione cantonale si occupa della questione dell’asilo, sdrammatizza. Il cantone non prevede di trasferire le famiglie da un appartamento in un centro, egli afferma, e altri spostamenti sarebbero al momento solo un’ipotesi, non rappresenterebbero la politica del cantone. Meglio così, poiché: . Le famiglie e le donne con bambini ammesse provvisoriamente o in attesa di una risposta definitiva circa la richiesta d’asilo hanno il diritto di vivere insieme – ciò che è difficile in un centro per richiedenti; vivere in un appartamento facilita inoltre il contatto con i vicini e quindi l’integrazione; . molte persone singole, specialmente quelle ammesse provvisoriamente, sono qui da parecchio tempo; non sarebbe giusto tenerle per anni in un centro per richiedenti l’asilo; . tutte queste persone non sono, in generale, un rischio per la sicurezza; molte di loro hanno un lavoro e non dipendono, o solo parzialmente, dall'assistenza pubblica. Diversa è la situazione di persone singole, arrivate da poco, che già provocano delle difficoltà nei centri della Croce Rossa. A loro non si metterà a disposizione un appartamento. Se si vuole aumentare la sicurezza ci sarebbe un’altra strada. Le persone che richiedono l’asilo in Svizzera passano le prime due, tre settimane in uno dei cinque centri di registrazione della Confederazione, tutti, come quello di Chiasso, vicini alla frontiera. I nuovi arrivati ricevono dei fogli in una lingua loro conosciuta contenenti le informazioni circa la procedura d’asilo e il regolamento del centro. Molto più efficace, anche se più dispendioso, sarebbe far spiegare le regole svizzere da un connazionale dei richiedenti, residente da tempo in Ticino. Una persona della stessa cultura sarebbe, senz’altro, più convincente nel raccomandare ai richiedenti il rispetto di leggi e regole (anche per riuscire meglio nella procedura d’asilo).

Pubblicato il

27.08.2004 15:00
Beat Allenbach