I pacchetti di Natale sono stati consegnati regolarmente. Il temuto sciopero dei postini non c'è stato. Posta e rappresentanti del personale hanno raggiunto a metà dicembre un accordo sul cosiddetto progetto Ymago (cfr. riquadrato): prevede che il processo avvenga senza licenziamenti e almeno sino al 2011 non dovrebbero esserci i temuti tagli salariali.

Fritz Gurtner è vicepresidente del Sindacato della Comunicazione e responsabile del settore Posta. Abbiamo parlato con lui del risultato a sorpresa, che i rappresentanti dei lavoratori hanno raggiunto poco prima delle feste con la Posta sul progetto Ymago.

Di chi è il merito di questo risultato?
Se le cose sono andate così bene è merito dei membri: ci hanno sostenuto in modo incredibile e hanno risposto sempre ai nostri appelli. Per loro si trattava di lottare per il salario, ma anche di difendere la loro dignità. Per questo erano così decisi.
Perché avete contestato solo gli effetti sul personale, ma non anche il progetto Ymago?
Noi siamo contro Ymago, ma come sindacato abbiamo concentrato la nostra lotta prima di tutto sugli effetti per il personale. La Posta vuole creare 200 agenzie in piccoli centri. È un'idea problematica. Sosteniamo quindi le iniziative d'opposizione che sono state lanciate a livello locale, come per esempio in Ticino e in Vallese. Sono movimenti per la difesa del Service publico e abbiamo esortato le nostre sezioni ad appoggiarli.
La protesta si è svolta a livello locale, ma l'eco è stata nazionale. Ciò vi ha sorpreso?
Le nostre azioni del lunedì hanno avuto un'eco fenomenale e questo ha impressionato anche la Posta. I dirigenti si sono resi conto che i loro progetti di trasformazione non possono avvenire senza provocare reazioni.
Il sindacato minacciava persino di ricorrere allo sciopero.
La nostra cultura sta cambiando. Siamo più aggressivi, ma anche i cambiamenti lo sono. In tanti anni di lavoro ho imparato che niente viene dato, ma tutto deve essere conquistato. Negli ultimi anni abbiamo migliorato la nostra capacità di mobilitazione. Nel 2004 siamo riusciti a bloccare tre centri di distribuzione. L'anno scorso abbiamo portato in piazza oltre 3500 dipendenti della Posta per difendere il salario e adesso ci sono state le azioni di Ymago. Trovo positivo che la gente non deleghi tutto al tavolo dei negoziati.
Avete condotto le vostre azioni del lunedì insieme ai colleghi delle ferrovie. È stata una novità. È un segno in più a favore della fusione che dovete decidere l'anno prossimo?
Abbiamo discusso l'idea delle manifestazioni del lunedì durante un incontro comune con i dirigenti del Sev (Sindacato del personale dei trasporti). Subito ci hanno proposto di condurre queste azioni insieme. I ferrovieri stavano lottando per il contratto collettivo di lavoro. Ho trovato l'idea veramente buona. Naturalmente sono stato molto sorpreso che gli accordi su Ymago e sul contratto dei ferrovieri siano stati raggiunti proprio nello stesso giorno. Non era programmato. I due sindacati hanno mostrato di avere mordente e che stanno bene insieme.
Com'era il clima al tavolo dei negoziati per Ymago?
Abbiamo avuto discussioni accese. Sono state difficili, ma costruttive. Forse hanno lasciato cicatrici, ma col tempo spariranno.
Pensava che si sarebbe arrivati così presto ad un accordo?
Francamente ne dubitavo. Ma poi le cose sono cambiate grazie anche all'estremo impegno del nostro presidente Christian Levrat.
Cosa avete ottenuto in concreto?
Per la prima volta nell'ambito di un grande progetto di ristrutturazione (prevedeva il taglio di 500 posti di lavoro), abbiamo ottenuto dalla Posta la garanzia del posto di lavoro. Non accetteremo più progetti di ristrutturazioni senza garanzie del posto di lavoro. Nessuno sarà licenziato per motivi economici neanche il personale agli sportelli. I posti saranno ridotti solo su base volontaria. Anche i salari sono garantiti sino al 2011.
Avete previsto un sistema di controllo?
I nostri segretariati accompagneranno l'applicazione del piano che sarà ultimato entro febbraio. Abbiamo però anche creato un organo massimo di controllo che è il nostro presidente. Se qualcosa non va come dovrebbe, le persone potranno rivolgersi direttamente al presidente Christian Levrat, che interverrà. Sono comunque fiducioso che la Posta non potrà non mantenere le sue promesse.

Pubblicato il 

22.12.06

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