Già in passato abbiamo dovuto occuparci della disinformazione o disattenzione di molte persone nei confronti dei loro diritti previdenziali oppure dei loro risparmi, in definitiva dei loro interessi economici. I più anziani dei nostri lettori ricorderanno quando in Svizzera, verso la fine degli anni ’90 del secolo scorso, venne alla luce che migliaia di conti Avs, intestati ad assicurati che avevano superato abbondantemente l’età pensionabile di vecchiaia, erano dormienti nelle varie Casse di compensazione Avs non avendo i loro intestatari mai presentato la relativa domanda. Come pure che, per lo stesso motivo, un incredibile numero di averi dimenticati giacevano nelle Casse pensioni elvetiche che, peraltro, vi giacciono tutt’oggi! In tempi più recenti, prima il governo italiano e poi il parlamento svizzero hanno tenuto a ricordare ai risparmiatori l’opportunità di verificare l’eventuale titolarità di loro conti/investimenti bancari/postali sapendo, evidentemente, che, da un lato, in Italia e, dall’altro, nella Confederazione sono pure dormienti molti conti/investimenti mai rivendicati dai loro titolari né dai loro eredi. Bene, in Italia da una recente indagine dell’Istituto di vigilanza sulle assicurazioni (Ivass) e dell’Agenzia delle entrate – di cui ha dato notizia recentemente l’Associazione “Altroconsumo” – è emerso che vi sono oltre quattro milioni di polizze vita delle quali le compagnie non sanno se l’assicurato sia ancora vivo o deceduto. L’Ivass, da parte sua, come ricorda “Altroconsumo”, suggerisce ai possibili eredi due possibilità per verificare se un familiare deceduto aveva stipulato una polizza vita: rivolgersi al Servizio ricerche copertura assicurative vita dell’Associazione nazionale tra le imprese assicuratrici (Ania), oppure chiedere informazioni sulla esistenza di polizze al broker/banca/compagnia assicurativa di cui il familiare era cliente. Come nei casi di smemoratezza summenzionati, dei quali ci siamo interessati in passato, anche queste polizze assicurative dormienti potrebbero riguardare pure delle famiglie italiane (o di tali origini) residenti in Svizzera poiché dalle autodenunce presentate in questo ultimo anno al fisco elvetico da molte famiglie italiane – come ci conferma la Uim – risulta che vi siano spesso anche delle polizze vita stipulate in Italia dal capofamiglia (suggerite frequentemente dallo stesso sistema bancario ai propri clienti come una forma sicura di investimento) a beneficio dei figli che non di rado ne sono all’oscuro. Se poi questo accade a beneficio di figli emigrati da parte di genitori residenti in Italia è evidentemente ancora maggiore il rischio che gli eredi, anche a causa della lontananza, ne siano del tutto all’oscuro. Pertanto quanti avessero qualche sospetto a tal proposito non farebbero male a fare una verifica come suggerito dall’Ivass.
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