Platini e il santo padre dei socialisti part-time

In un periodo in cui molti accorrono al centro creando ingorghi e confusione, c'è chi dice pane al pane e vino al vino – o perlomeno – capitalismo al capitalismo. Cominciamo con il sensazionale "manifesto" di Michel Platini, calciatore diventato presidente della Federazione europea: «una grave minaccia si staglia all'orizzonte dello sviluppo del calcio europeo: la nefasta onnipresenza del denaro». Non male per uno diventato milionario alla corte della famiglia Agnelli. Ma non è finita qui: «lo sport rischia di essere ridotto a una semplice e triste transazione commerciale. Lancio un appello assieme a milioni di spassionati affinché l'Europa difenda un modello basato sulla solidarietà sociale e finanziaria tra ricchi e poveri, unica garanzia dei valori a noi cari». Socialisti, chiaro. Tutto questo in una lettera inviata a governi e capi di Stato il 18 settembre intitolata: "Presidente, salvi il calcio dal denaro". E da dove trae spunto (copia...) Michel? Dal discorso di Papa Woytila ai partecipanti all'incontro su "Etica e capitalismo" del 14 gennaio 1992: «... il capitalismo sfrenato (unbridled) che pone la ricerca del potere e del profitto e il culto di una efficienza sovente spietata al di sopra di ogni altra considerazione». Ma attenti: Platini brucia sul tempo l'attuale Papa Benedetto XVI e lo precede di una buona ruota: 18 contro 23 settembre all'Angelus. Papa Ratzinger ha copiato Platini? Vediamo: «i beni economici non devono servire solo ai propri interessi ma anche alle necessità dei poveri. Il profitto naturalmente è legittimo, ma una giusta distribuzione dei beni è prioritaria». Uno spettro s'aggira per la vecchia Europa e fa tremare Berlusconi e Abramovich: l'enciclica del Nunzio Apostolico del calcio Michel Platini. Il 25 ottobre a Lisbona i ministri dello sport europei entrano in merito all'accorato appello che mina alle basi le teorie del capitalismo: le società (qui nel senso delle squadre di calcio...) non possono creare un trust di strapoteri (il G8) che vogliono essere sempre presenti nella Champions-League e che vogliono spartirsi l'enorme torta fra di loro, escludendo gli altri, cioè non accettando le leggi dello sport, che in qualche caso sono anti-trust, anti-lobby, anti-mafia. Per esempio nel caso in cui il Chelsea o il Milan non dovessero entrare nelle prime quattro del campionato: che Michel Platini vorrebbe ridurre a prime tre e poi forse a prime 2 per lasciare maggiore spazio ai poveri...
Il Barba di Treviri, noto sino a poco tempo fa con il nome di Marx, non immaginava probabilmente che un giorno avrebbe avuto simili compagni di viaggio... Purtroppo non riuscì a immaginare che di solito i potenti a un certo punto la smettono di sbranarsi fra di loro e che i "pobrecitos" alla fine sono sovente cornuti e mazziati. Ma non è detta l'ultima parola. Se il Santo Padre e Platini cominciano a essere presi da certi dubbi....

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19.10.2007 13:30
Libano Zanolari