Lo strapotere delle grandi multinazionali sta tornando un tema d'attualità in Svizzera. Dove è spesso rimosso perché, per un falso patriottismo, si assimilano gli interessi di Novartis, Ubs o Nestlé agli interessi della Svizzera e dei suoi abitanti – e se qualcuno da fuori critica le "nostre" multinazionali le si difende come farebbe il più accanito tifoso della nazionale di calcio.
In realtà Novartis, Ubs e Nestlé, come tutte le altre grosse imprese transnazionali con sede in Svizzera, di svizzero non hanno più molto. Esse raccattano gli interessi che rappresentano in ogni angolo dell'Occidente opulento e usano tutto il mondo come loro terreno di caccia. Di fronte a questi colossi uno Stato seppur solido come la Svizzera si rivela debole e fragile, sempre esposto ai loro ricatti. Lo si è visto con il salvataggio di Ubs. Lo si rivede con le infinite concessioni che è riuscita a strappare Novartis con la minaccia di chiudere il sito di Prangins (cfr. pag. 7).
Sul problema dello strapotere delle multinazionale nei Paesi in via di sviluppo c'è già una certa consapevolezza. Diverse campagne contribuiscono a sensibilizzare l'opinione pubblica. Un esempio è la campagna che mira a rendere responsabili in Svizzera le multinazionali con sede nel nostro Paese che si macchiano di violazioni dei diritti umani e di altri gravi reati nei Paesi in via di sviluppo (cfr. area n. 20 del 23 dicembre 2011).
Meno consapevolezza c'è per lo strapotere delle varie Novartis, Ubs e Nestlé nella stessa Svizzera. Ma gli intrecci di interessi e lo squilibrio di mezzi e forze fra questi colossi imprenditoriali e i poteri statali fanno sì che lo Stato sia spesso esposto al loro ricatto. Esemplare è stato il grounding di Swissair, voluto dai vertici di Ubs contro gli interessi della Svizzera e dei suoi abitanti.
Non stupisce dunque la crociata dell'Udc di Christoph Blocher contro Philipp Hildebrand, l'ex direttore della Banca nazionale colpevole di volere regole un po' più rigide per i grandi istituti bancari. Certo, Hildebrand è caduto su un suo grave sbaglio e non saremo noi a farne un martire. Ma è chiaro che l'Udc aspettava soltanto un pretesto per far fuori un personaggio che, lavorando nell'interesse della Svizzera, era scomodo ai poteri forti che rappresenta (cfr. pag. 3). Salvo poi mettersi sulle spalle una bandiera rossa con la croce bianca e, al suono degli immancabili campanacci, andare in giro a dire che solo lei, l'Udc, difende la Svizzera e gli svizzeri.

Pubblicato il 

27.01.12

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