Spazio Amnesty

Le elezioni federali hanno portato un numero record di donne in Consiglio nazionale. Lo sciopero delle donne di giugno e gli sforzi di certi partiti politici per proporre liste paritarie hanno permesso di raggiungere il 42% di donne in Consiglio nazionale, non si era mai visto! Un risultato storico anche per il Ticino che, domenica 17 novembre, ha visto l’elezione della prima senatrice ticinese.


Ma perché una miglior rappresentanza delle donne in politica è un segnale benvenuto? Perché rappresentano metà della popolazione svizzera e che i problemi specifici delle donne ricevono ancora troppo poca attenzione da parte del nostro Parlamento molto al maschile.
Penso in particolare alle violenze sessuali, che toccano le donne in modo sproporzionato. Prendiamo l’esempio dello stupro: una sottocommissione degli affari giuridici del Consiglio degli Stati, composta da tre uomini, ritiene che non sia necessario modificare il Codice penale per punire ogni relazione sessuale non consensuale come stupro. Secondo un sondaggio ordinato da Amnesty International a inizio anno però, in Svizzera una donna su cinque ha subito nella sua vita degli atti sessuali ai quali non ha acconsentito, e solo una piccola minoranza delle vittime (meno del 10%) ha denunciato questi atti alla polizia. Perché le donne sanno che questo tipo di aggressioni non sono indagate e temono di non essere prese sul serio.


Queste cifre sono spaventose. È urgente mettere in atto delle misure, in particolare cambiando la legge ormai obsoleta, formando la polizia e raccogliendo sistematicamente dei dati su tutte le forme di violenza sessuale in Svizzera. Delle donne parlamentari di tutti i partiti, tranne l’Udc, hanno depositato atti che chiedono al Consiglio federale di meglio proteggere le donne dalle violenze sessuali. Sono numerosi gli uomini parlamentari che, fortunatamente, sostengono questa richiesta.
Il punto di vista della popolazione è chiaro: l’85% delle donne interrogate dalla nostra indagine ritiene che una penetrazione sessuale senza consenso reciproco debba essere considerata come uno stupro. Abbiamo raccolto migliaia di firme a sostegno di una revisione del codice penale e le consegneremo alle autorità svizzere a fine mese. Speriamo che un Parlamento più femminile conceda finalmente ai diritti delle donne l’attenzione che meritano.

Pubblicato il 

21.11.19
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