La recente ristrutturazione dei trasporti urbani luganesi è l’occasione per riparlare del famoso Piano dei trasporti del luganese (Ptl). Cosa c’entri la nuova offerta di trasporti pubblici con un progetto di riordino viario vasto quanto il Piano dei trasporti del luganese (Ptl) è presto detto. Le nuove linee della Tpl Sa (Trasporti pubblici luganesi Sa), una società anonima con azioni detenute dai Comuni serviti non sono altro che un assaggio di quello che potrebbe verificarsi quando, con l’attuazione totale del Ptl, si concretizzerà: uno nuovo concetto di mobilità per tutto il luganese. Ma andiamo con ordine. Un anno fa il Consiglio di Stato ha approvato il secondo aggiornamento del Piano direttore cantonale sul Piano dei trasporti del Luganese. Lo scorso settembre il Gran consiglio ha approvato un credito di quasi 19 milioni di franchi (nell’ambito del credito quadro di quasi 800 milioni) per l’avanzamento della prima fase del grande progetto. In particolare questa prima tranche di milioni contempla crediti per la realizzazione e la progettazione definitiva della galleria Vedeggio–Cassarate, la sistemazione stradale del tratto Vallone d’Agno–Ponte Tresa, miglioramento dell’offerta della ferrovia Lugano-Ponte Tresa (cadenzamento dell’orario ogni 15 minuti) e crediti a favore delle misure fiancheggiatrici per soddisfare le condizioni poste dall’impatto ambientale della galleria Vedeggio–Cassarate. Detto così sembra una nuova colata di cemento che sta per abbattersi su un già fragile territorio. In pratica non è così. È la riorganizzazione viaria-urbanistica più importante del Cantone che richiederà tempi di realizzazione lunghi e svariate centinaia di milioni di franchi. Cercare di integrare mobilità privata e pubblica senza alterare il bilancio ambientale è la sfida, in concreto, che si pone il Ptl. Come diceva, giustamente, l’avvocato Claudio Cereghetti, presidente dell’Aspan, nell’introduzione al dossier Ptl apparso sulla rivista «Il Nostro Paese» del dicembre 98: «si tratta di una sfida tecnica, ma prima ancora di una sfida politica. In gioco non sono solo la mobilità e il futuro del trasporto pubblico, ma la gerarchia degli spazi, la creazione di aree privilegiate e plusvalori, la perequazione finanziaria, i flussi interni ed esterni all’agglomerato». E questa sfida si sta finalmente concretizzando. «Il Ptl è divenuto, grazie anche ai vincoli ambientali posti dalla legislazione federale, uno strumento per riflettere sul territorio inteso appunto come agglomerato e non solo come un’occasione per realizzare semplicemente delle opere pubbliche che favoriscano il traffico» ci racconta l’avvocato Damiano Bozzini membro della direzione del Partito socialista e legale che ha curato i ricorsi delle associazioni ambientaliste Wwf e Ata (Associazione traffico e ambiente) contro la realizzazione della galleria Vedeggio-Cassarate. Ricorsi che si sono risolti perché è passato il concetto di considerare l’opera come parte integrante del Ptl. «La galleria, presa come singola opera, non era vista di buon occhio da chi ha cuore l’ambiente. Se si considera che si è riusciti a mettere nero su bianco la realizzazione e l’ampliamento dell’attuale parcheggio di Cornaredo, la situazione cambia». Infatti sono state introdotte, nella scheda di Piano direttore per il Ptl, norme che se non migliorano l’impatto ambientale, almeno non contribuiscono a peggiorarlo. Ed è questa la novità del Ptl. Pur inserendosi in un territorio fragile e segnato, mai si sarebbe pensato di realizzare un’opera così grossa. Con questo concetto si arriva a offrire un’alternativa valida al trasporto privato. La creazione di nodi intermodali (punti in cui arrivano più mezzi di trasporto pubblico) in punti strategici della cintura urbana luganese, dovrebbe favorire la mobilità all’interno dell’abitato e consentire di raggiungere il centro città in pochi minuti. Cornaredo dovrebbe diventare uno di questi nodi. «Attualmente – continua Bozzini – è allo studio la possibilità di realizzare un mini metrò che dall’autostrada arrivi direttamente in centro. Sembra un mega progetto ma è tecnicamente realizzabile. In linea d’aria sono solo 2 chilometri». Come si vede il progetto è in fieri e potrebbe avere delle soluzioni alternative a quelle già previste. Il problema è come sempre riconducibile alla volontà politica. Quanto sia frutto della lungimiranza dei politici locali e quanto invece frutto di pressioni legislative sovracantonali è misurato dalla quantità dei finanziamenti federali. L’ufficio federale competente (ex Buwal) ha posto dei vincoli ambientali molto severi per la realizzazione e la concessione dei relativi finanziamenti fino al 70 per cento del totale. Infatti l’autorità federale ha imposto l’adozione di determinate misure fiancheggiatrici che dovrebbero contribuire a non peggiorare il bilancio ambientale, ma addirittura a ridurre l’inquinamento atmosferico. Tale misure dovrebbero comunque garantire uno sviluppo sinergico dei vari mezzi di trasporto. Ma quali sono queste misure? «Il potenziamento dei trasporti urbani appena attuato rientra in quest’ottica. Anche la trasformazione di parcheggi a tempo illimitato in zona blu e quindi a tempo determinato, rientra fra queste misure fiancheggiatrici» risponde Bozzini. Si cerca quindi di evitare il cosiddetto traffico pendolare. Ma ciò si scontra con la volontà politica di alcuni amministratori. «Si è visto come si reagisce all’ipotesi di regolamentare i parcheggi in centro – ci riferisce Bozzini –. Ci si trincera dietro la tutela dei commercianti cittadini e qualunque iniziativa in questo senso è vista come fumo negli occhi. La mentalità politica in Ticino, soprattutto luganese è quella di avere subìto, le grandi opere perché vogliono dire appalti, milioni eccetera. Tutto il resto non conta». Per non parlare delle ipotesi di miglioramento della ferrovia Lugano-Ponte tresa. Quella definita dal presidente a vita della Lega dei ticinesi «il trenino dei puffi». Ma qualcosa comunque si si sta muovendo. Il comune di Breganzona, ad esempio, si appresta a realizzare un parcheggio Park&Ride nella zona di Povrò allo scopo di alleggerire il traffico su Via Besso. Questo in attesa della realizzazione della galleria per Cornaredo (messa in esercizio 2008). Sono tutte misure che non richiedono investimenti particolari ma che contribuiscono a migliorare la qualità dell’aria della città. Al Ptl si affianca il cosiddetto Piano di risanamento dell’aria del luganese (Pral) che integra gran parte delle misure che non sono di carattere pianificatorio. Alla realizzazione di tali misure saranno chiamati i Comuni della cintura luganese e ancora una volta dovranno essere prese decisioni politiche.

Pubblicato il 

18.01.02

Edizione cartacea

Nessun articolo correlato