Petra Chérie, ritorno dall'oblio

Apparsa per la prima volta nel 1977 sulle pagine de Il Giornalino, Petra De Karlowitz (chiamata Chérie dal suo autore) vive sul settimanale una lunga e feconda stagione durata 4 anni per poi emigrare sul mensile Alter Alter, dove la serie si conclude nel 1982. Ideata dallo scomparso Attilio Micheluzzi, uno dei maggiori talenti del racconto disegnato, Petra risulta di gran lunga la sua creatura più azzeccata e famosa. Micheluzzi era architetto e aveva lavorato a lungo in Libia alla costruzione di strade, ponti, edifici. Le sue grandi passioni erano la storia della prima guerra mondiale e il disegno. Tornato in Italia all’inizio degli anni ’70, decide di abbandonare la professione per dedicarsi interamente al fumetto. Possiede il dono di saper narrare e così, unendo la sua straordinaria arte affabulatoria ad uno stile grafico personalissimo, dà vita a numerosi personaggi fra i quali spicca quello di Petra Chérie. Giovane, colta, elegante e raffinata, Petra fa da motore all’azione che si svolge negli anni 1917-1918, gli ultimi della prima guerra mondiale. Le sue avventure prendono avvio dapprima nell’Olanda neutrale, per spostarsi poi fra le trincee delle Fiandre, in Francia, in Italia, a Zurigo (con l’episodio Furto al consolato), sulle innevate montagne del Montenegro, per approdare infine sulle rive del Bosforo. Con Petra Chérie rivivono immagini drammatiche di una guerra lontana nel tempo e quasi dimenticata, vista attraverso gli occhi di una donna in una dimensione decisamente anomala ma densa di fascino e atmosfera. La tecnica di Micheluzzi prevede una complicità narrativa fra autore e personaggio per mezzo di una voce fuori campo che, in didascalia, si rivolge direttamente alla sua bella avventuriera con frasi del tipo. "Attenta, Petra, c’è quella spia che ti sta seguendo" oppure "Guardati, Petra, c’è un nemico nella tua stanza". La ragazza, a quegli avvertimenti, rivolge lo sguardo al lettore e risponde "Sì, l’ho visto, non preoccuparti" o "Grazie, sento la sua presenza". Una tecnica di grande effetto, estremamente coinvolgente. Strano che nessuno, dopo Micheluzzi, l’abbia mai più ripresa. L’Editrice Lizard ha pensato, invece, di riprendere quei memorabili 24 episodi e ripubblicarli integralmente in due volumi, da poco in libreria, con un’operazione di recupero che ci riporta intatta dall’oblio la splendida figura di Petra Chérie.

Pubblicato il

08.06.2001 14:00
Antonio Carboni
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