Peter Peyer sfida i “dinosauri”

Signor Peyer, lei è alla sua prima grossa campagna elettorale. E la sta conducendo in maniera fresca e poco convenzionale. Come l’ha impostata e come sta andando? È molto appassionante e impegnativa. Soprattutto mi ha preso molto tempo e molte energie per familiarizzarmi e aggiornarmi con tutti i dossier più importanti. Quanto alla strategia, abbiamo cercato di ottenere il massimo con i pochi mezzi di cui la nostra sezione dispone: per queste elezioni investiamo 30 mila franchi, che è un budget ridotto anche per il Ps grigionese (per le cantonali o le federali normalmente investiamo fra i 50 e i 70 mila franchi). La campagna è centrata su una tournée nelle diverse località grigionesi con un vecchio carretto per i gelati: la distribuzione di gelati permette di contattare la gente, di farmi conoscere personalmente e di raccogliere firme per l'iniziativa del Pss sull'Avs. In generale viene considerata una buona azione di propaganda, e ha il pregio di incuriosire anche coloro che elettori del Ps non sono. E per i media è una novità in grado di interessarli. Non si può però negare che una sua elezione al Consiglio degli Stati, al posto dell'udc Christoffel Brändli o del ppd Theo Maissen, sarebbe un vero e proprio miracolo. È vero, sarebbe per lo meno una grossissima sorpresa. Ma proviamo comunque a fare un buon risultato, e per questo ci impegniamo a fondo. L'obiettivo è di risultare il più vicino possibile ai due consiglieri agli Stati in carica, ma molto dipenderà dalla partecipazione al voto. Questa campagna elettorale è però soprattutto un investimento per il futuro. Nel maggio del 2003 ci saranno infatti nei Grigioni le elezioni del Gran Consiglio, seguite in autunno dalle elezioni per il Consiglio Nazionale, e dovrei presentarmi ad entrambe. Noi del Ps grigionese dobbiamo farci conoscere personalmente sia per le elezioni del Gran Consiglio, che è eletto con il sistema proporzionale, ciò che ci penalizza parecchio, sia in vista delle federali, dove vogliamo riconquistare il secondo seggio al Nazionale che abbiamo perso di misura tre anni fa. Dobbiamo quindi puntare su nomi molto conosciuti, e a questo soprattutto serve l'attuale campagna elettorale. Lei ha scelto tre temi su cui impostare la sua campagna elettorale: turismo, servizio pubblico nei Grigioni e sicurezza sociale (cfr. riquadrato). I primi due però sono strettamente cantonali, più che federali. Il turismo nei Grigioni è un argomento che non si può trascurare: un franco su due è guadagnato in quel settore. Ma affrontando questo tema cerco sempre di mantenere un aggancio con la politica federale. Ad esempio nei Grigioni è molto sentito il problema del futuro innalzamento del tasso agevolato dell'Iva per il settore turistico. Quanto al servizio pubblico, se è vero che il problema dei tagli dei posti di lavoro presso la Posta avverrà nei Grigioni, esso sarà deciso a Berna. Così è per la situazione finanziaria della Ferrovia Retica, che è un'impresa grigionese, ma che è dalla Confederazione che aspetta i soldi che le occorrono. Qual è la sua impressione nel confrontarsi con Brändli e Maissen? Il problema è appunto che non mi confronto. Loro si rifiutano sistematicamente di sostenere dibattiti con me. Finora ci sono stati soltanto quattro brevi confronti di mezz'ora ognuno organizzati da Tele Südostschweiz e dalla Südostzeitung. Ma si è trattato soltanto di incontri con i giornalisti, perché alla stampa (oltretutto di monopolio) non possono dire di no: invece di fronte al pubblico Brändli e Maissen non vogliono affrontare gli argomenti del Ps, e sarà così fino alla fine. Ma di cosa hanno paura? La loro rielezione è praticamente certa. Sono piuttosto nervosi, ma il motivo esatto sfugge anche a me. C'è, soprattutto da parte di Brändli, molta arroganza: considera quasi una provocazione il fatto che si debba ancora sottoporre al voto popolare, è convinto che a lui il seggio debba essere assegnato a vita. Ma nemmeno i temi che porta in campagna elettorale sono molto stimolanti: al di là del tasso dell'Iva per il settore turistico e del suo maggiore successo politico, risalente per altro a diversi anni fa, ossia la classificazione del tratto da Landquart a Davos come strada nazionale che beneficia quindi dei sussidi federali, Brändli non ha grossi argomenti. Così il fronte borghese, specialmente all'inizio, non ha fatto praticamente nessuna pubblicità preelettorale; ora invece si cominciano a vedere inserzioni e volantini, forse nell'Udc e nel Ppd non si è più così sicuri. E Maissen, che pure è un altro carattere rispetto a Brändli, non osa opporsi a questa strategia: i due candidati borghesi fanno tutto coerentemente assieme per presentarsi compatti come un blocco unico. Anche questa campagna elettorale conferma dunque l'impressione che sia sempre molto difficile fare una politica di sinistra nei Grigioni. Certamente. Però qualcosa si sta muovendo. Ora il Ps grigionese è piuttosto forte, siamo il partito cantonale che ha raccolto più voti alle ultime elezioni per il Consiglio nazionale, passando dal 20 al 25 per cento. E in primavera il nostro consigliere di Stato Claudio Lardi è stato rieletto senza problemi in governo. Questa nostra solidità comincia a fare un po' paura. E incontro sempre più persone, anche non del Ps, che mi dicono di averne abbastanza delle solite persone e delle solite politiche. Cosa farà Peter Peyer durante il Forum economico mondiale di Davos il prossimo gennaio? Dipende se lo si farà davvero il Forum a Davos oppure no. Il Ps grigionese è convinto che tutta la discussione sulla sicurezza al Forum che si sta svolgendo attualmente sia del tutto secondaria. A noi interessa sapere quali contenuti vengano discussi a Davos, e chi li discute: per esempio siamo sicuri che George Bush abbia davvero qualcosa di interessante da dire, o non ci sarebbero magari personalità da invitare che hanno argomenti più interessanti? Oltre a esponenti della finanza e dell'economia, non si potrebbe trovare più spazio per esperti di questioni ambientali o di politiche di sviluppo? Se si apre il Forum a problemi più ampi e a personalità lontane dai potentati economici, si disinnesca automaticamente il problema (molto relativo) della sicurezza. Questo nostro modo di pensare comincia a fare breccia sia nei media, che nella popolazione grigionese, che sempre più s'interroga sul reale senso del Forum.

Pubblicato il

13.09.2002 01:30
Gianfranco Helbling