Perché esserci il 10 dicembre

Prima notizia: le borse hanno ripreso a volare. Già da qualche mese, a dire il vero. L'indice svizzero Smi è in ripresa da luglio, mentre l'americano Dow Jones ha invertito la tendenza negativa già dalla scorsa primavera. Oggi sia lo Smi che il Dow Jones sono tornati ai livelli a cui si trovavano ai primi di ottobre dell'anno passato, quando la crisi finanziaria stava entrando nella sua fase più acuta. Sono dunque bastati 12 mesi all'allegro mondo della finanza per rimettersi dai suoi disastri e per ricominciare a fabbricare utili.
Seconda notizia: la disoccupazione continua a crescere. Tutti sono concordi: sul piano occupazionale il 2010 sarà anche peggiore del già durissimo anno in corso. 12 mesi fa gli iscritti alla disoccupazione in Svizzera erano circa 100 mila, oggi essi sono oltre 160 mila. Attualmente circa 50 mila persone sono in disoccupazione parziale, un anno fa esse erano solo 500. Ogni mese circa 2 mila persone in Svizzera esauriscono il diritto alle indennità di disoccupazione: sono di fatto espulse dal mercato del lavoro e finiscono in assistenza.
Sembrano notizie che provengono da due mondi completamente diversi. Il primo in cui l'economia tira e il benessere cresce, il secondo in cui la preoccupazione per il presente e soprattutto per il futuro domina ogni pensiero quotidiano. In realtà si tratta di mondi paralleli. Il primo che, come un parassita, prospera a spese del secondo. Perché la ricchezza prodotta nel mondo della finanza è fatta speculando su quanto faticosamente (sempre più faticosamente) si produce nel mondo del lavoro reale. Nel nostro mondo.
Tutto sembra dunque tornato ai tempi precedenti la crisi, con tanto di bollettini borsistici letti alla radio in tono trionfalistico, quasi che tutti dovessimo godere dell'arricchimento di pochi. In realtà però una differenza c'è: in futuro con ogni probabilità il mondo del lavoro non sarà più quello di prima. Nei prossimi anni esso sarà sempre più spietato e competitivo. Un mondo che si vedrà sempre più spogliato della ricchezza che produce, ricchezza che non sarà più investita nelle imprese o distribuita sotto forma di stipendi, ma sarà bruciata per alimentare i mercati finanziari.
Ecco perché i salari crescono meno della produttività. Ecco perché si vuole smantellare le assicurazioni sociali, come la Suva. Ecco perché i centri di distribuzione di alimenti per i poveri sono sempre più presi d'assalto. Ecco perché non si fa più alcun progresso sul fronte della parità fra i sessi. Ecco perché in piena crisi si fanno di nuovo regali fiscali alle imprese che generano utili. Ecco perché i sindacati ticinesi invitano a manifestare giovedì 10 dicembre alle 17 in Piazza Dante a Lugano. Ecco perché noi ci saremo.

Pubblicato il

20.11.2009 00:30
Gianfranco Helbling