Sul tema della scuola si stanno affilando le armi ormai da parecchio tempo. Ma con l’entrata nell’anno che precede le votazioni cantonali il confronto politico si sta facendo e si farà sempre più stretto e pressante. E non si tratta purtroppo di un confronto sulla politica scolastica (salvo alcune eccezioni), quanto piuttosto di una rissa partitica finalizzata a sottolineare le differenze, anche minime e marginali, senza che ci sia una seria intenzione e volontà di entrare davvero nel merito di un reale approfondimento e confronto sulla politica scolastica. La cosa grave è che la scuola, in particolare quella dell’obbligo, ne avrebbe invece un gran bisogno. Il tema della reale democraticità della scuola oggi, in una società in continua e complessa trasformazione, è più che mai urgente. Perché garantire la democrazia all’interno della scuola, sia per chi insegna, ma anche e soprattutto per chi impara e apprende, ritengo sia molto importante per andare oltre le richieste e l’assalto dell’economia che, ci viene raccontato dalla destra, è necessario possa dare un’impronta forte alla scuola anche dell’obbligo. Per riuscire a essere davvero una democrazia formata da cittadini liberi e autonomi, la scuola deve potere e sapere aumentare lo sforzo per fornire strumenti di conoscenza e di indipendenza ai suoi bambini e alle sue bambine, alle sue ragazze e ai suoi ragazzi. E questo, paradossalmente, anche nell’interesse dell’economia, quantomeno dell’economia intelligente. Perché, tornando alla complessità delle trasformazioni in atto nella società, oggi e soprattutto domani non serviranno persone “addestrate” a saper fare o svolgere un compito. Serviranno invece persone capaci di scegliere, di sapere come accrescere in modo serio e continuo le proprie conoscenze, persone capaci di riposizionarsi, di reinventarsi, di muoversi in modo autonomo e indipendente. E queste doti, queste capacità di scelta e di decisione autonoma, credo si possano costruire solo grazie a un approccio al sapere progressivo, un approccio proposto e costruito fin nella scuola dell’obbligo grazie a un’accresciuta coerenza ai principi della democrazia della scuola. Per essere donne e uomini liberi oggi serve, come già ricordato e senza la pretesa che l’elenco sia esaustivo, una vasta e composita conoscenza, una buona capacità nel far continuare ad accrescere questo sapere in modo autonomo, un’abitudine al confronto, alla riflessione e alla scelta, una accresciuta sollecitazione all’autonomia e alla capacità d’analisi e di critica. Sono approcci formativi possibili da implementare già nella scuola dell’obbligo? Ritengo di sì, perché l’acquisizione di questo modo di far propria la conoscenza e il sapere deve cominciare presto, per poi poter crescere con il tempo e con il passaggio alle scuole successive. Per questo sono convinta serva un ripensamento profondo, vasto e complessivo sulla scuola, in particolare su quella dell’obbligo. Mi rendo conto che non si tratta di un’operazione semplice e immediata quella che si propone. Ma sono convinta altresì che si tratti di un ripensamento irrinunciabile e verso cui è importante cominciare a tendere urgentemente con grande energia. Un ripensamento che non può che crescere e maturare all’interno di una scuola inclusiva!
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