Nell’Ue si fanno passi avanti con la regolamentazione della responsabilità globale delle multinazionali, cioè sul loro dovere di rispondere legalmente quando le attività all’estero violano i diritti umani o non osservano gli standard ambientali. Didier Reynders, Commissario europeo della giustizia, afferma: «Dobbiamo agire ora!». Servono norme vincolanti per le multinazionali. Uno studio sulla situazione attuale negli Stati europei ha infatti dimostrato che un’autoregolamentazione delle imprese non serve a nulla. Per Reynders è chiaro: «Una regolamentazione senza sanzioni non è una regolamentazione».

 

In Francia esiste già da due anni una legislazione sulla responsabilità delle imprese per gli atti illeciti internazionali, che allo stato attuale è la più completa. Gli imprenditori francesi si lamentano ora per essere trattati con maggiore severità rispetto ai concorrenti di altri paesi. Per questo, Parigi e altri governi fanno pressione per un inasprimento della regolamentazione a livello europeo. Reynders vuole rifarsi al modello francese: ancora entro l’anno porrà in consultazione un progetto di legge, che si prevede venga trattato e approvato nel corso del 2021. Claudia Saller, della Coalizione europea per la responsabilità sociale delle imprese, è entusiasta: «Finalmente la Commissione capisce che i diritti umani e l’ambiente vanno tutelati anche attraverso questa via. È una pietra miliare».

 

La ministra elvetica della Giustizia Karin Keller-Sutter ha appena messo sul tavolo, con una chiara manovra tattica, un controprogetto-alibi all’Iniziativa popolare per multinazionali responsabili, la quale mira a trattarle in modo simile alla Francia. Keller-Sutter ha argomentato sostenendo che la Svizzera dovrebbe seguire l’Ue e non adottare regole più severe. Con questa manovra, la ministra della Giustizia, su pressione di Swissholdings (l’organizzazione che riunisce i grandi gruppi), mira ad affossare l’iniziativa. Ma ironia della sorte: se la manovra le riesce e l’Ue farà effettivamente passi in avanti, per le multinazionali svizzere dal 2022 varrebbe la vecchia legislazione sdentata dell’Ue. Mentre in Europa dovranno attenersi a una legge più severa, simile a quella prevista dall’iniziativa. E la Svizzera tornerebbe a essere penoso fanalino di coda, come già è stato con il segreto bancario nell’ambito della lotta all’evasione fiscale.

Pubblicato il 

22.05.20

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