Un bambino dell'età apparente di 8 o 10 anni viene portato al carcere minorile perché trovato per strada, a un incrocio, perché cerca di vendere qualcosa, e perché ha tentato di sfuggire ai poliziotti (...). Il bambino è privo di documenti e non fornisce alcun nome credibile. Prima dice di chiamarsi Dumbo, poi Topolino, poi Paperino, poi John: dice di essere americano ma sembra arabo, poi si dichiara francese (ma secondo gli operatori del carcere potrebbe essere slavo). Una volta dice di venire da Roma, poi dalla Svizzera, poi dall'America, infine (sempre secondo gli operatori del carcere) inizia a "delirare": "Sono un extraterrestre, vengo dalla spazio!" E da allora continua sempre a dire che è extraterrestre. (...) Un giorno il bambino confida a un'assistente sociale che è divenuta sua amica: "Ma perché invece di essere extracomunitario non posso essere un extraterrestre?"
da Salvatore Palidda, Verso il "fascismo democratico"? |