Peniersi sparsi sul treno

L'appuntamento di area chiama e non resta altro che scrivere sul treno per essere puntuali. Propongo dunque alle lettrici e lettori alcuni pensieri sparsi, messi sulla carta (si fa per dire poichè li ho messi sullo schermo) dopo la quotidiana lettura del giornale.
Così la sinistra ha perso due municipali, uno a Bellinzona e l'altro a Lugano. A dire il vero non mi ero cullato, durante le scorse settimane, nell'illusione che il grande sciopero delle officine avrebbe automaticamente portato ad un aumento dei consensi per la sinistra. Troppi erano i temi e gli argomenti a carattere populista evocati da molte bocche cantonticinesi. Ma speravo comunque in una tenuta che invece non c'è stata.
Un po' di Schadenfreude mi provocano invece le notizie dei diverbi interni all'Udc sulla linea da seguire nei confronti della consigliera federale Widmer-Schlumpf. La compattezza di ferro del partito che si vuole di opposizione ma che rivendica due ministri tutti "suoi" sembra vacillare. La Nzz ne parla stamattina con molta prudenza e circospezione, ma la realtà sembra essere più dura: il partito rischia di rompersi, anche se non proprio in due gruppi di uguale importanza, perlomeno di rompersi una costola. Se ciò dovesse davvero capitare sarà difficile continuare a dire con arroganza di essere il partito più forte della Svizzera. Dal 30 per cento si può facilmente passare a percentuali paragonabili a quelle di altri partiti ed essere quindi obbligati a collaborare secondo la logica della concordanza elvetica, oppure ad isolarsi da soli in una vera opposizione senza ministri nel governo. Stiamo a vedere.....ma non riesco a trattenere la voglia di vedere questo partito rompersi, sperando che molti l'hanno votato aprano finalmente gli occhi.
Premio di consolazione: l'ultima parte della Nzz è dedicata ai problemi dell'educazione e della formazione. Come sempre il giornale zurigano è molto solido e devo quindi rimandare la lettura a momenti più calmi. Mi accorgo comunque che i temi qui trattati difficilmente vengono ripresi dai media nostrani. Migliaia di giovani ticinesi lasciano il cantone per formarsi in altri cantoni confederati, ma di loro e dei loro problemi si parla solo in occasione di visite lampo da parte di qualche nostro personaggio politico o quando i riti goliardici permettono di riempire le pagine della cronaca. Eppure, sotto i nostri occhi in parte ignari, si sta svolgendo un cambiamento radicale nel mondo della formazione superiore, sia nel bene che nel male. Sarà meglio cominciare ad analizzare con maggiore cura ed attenzione critica, e perchè no anche su area.  

Pubblicato il

25.04.2008 13:00
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