Patrizia Pesenti: “Il tunnel aspetti”

Signora Pesenti, lei è favorevole al raddoppio della galleria autostradale del Gottardo? Devo premettere che il Governo ha espresso un parere favorevole sull’iniziativa Giezendanner per il raddoppio. Parlando a titolo personale devo dire che preferirei parlare di un eventuale raddoppio soltanto quando AlpTransit sarà in esercizio e quando saremo sicuri che tutte le merci attraverseranno le Alpi su rotaia e non su gomma, cioè dopo il 2012-2013. Allora potremo porci il problema dell’eventuale necessità di una seconda galleria per le automobili. Quello che oggi certamente non ci vuole è un aumento del traffico stradale, soprattutto di quello merci, lungo l’asse del Gottardo. Infatti, oggi il grosso problema è dato più dai camion che dai veicoli privati. Pianificare e realizzare il raddoppio del Gottardo stradale finché non è finito e funzionante a pieno regime l’AlpTransit vanificherebbe di fatto gli ingenti investimenti nelle infrastrutture ferroviarie. Perché concretamente una decisione sull’eventuale raddoppio va presa solo una volta che AlpTransit sarà pienamente operativa, cioè fra non meno di 12 anni? Se raddoppiamo prima la galleria autostradale attiriamo sul Gottardo tutti i camion che per ora scelgono di attraversare le Alpi su altri passi. Offriremmo infatti ai camion di tutta Europa il collegamento nord-sud più sicuro, più veloce, più comodo e, oltretutto, più economico. Aspettiamo quindi l’impatto di AlpTransit sui traffici merci europei, e poi chiediamoci se il santo varrà la candela: a quel punto davvero il raddoppio del Gottardo sarà necessario per il solo traffico privato? Si giustificheranno ancora i miliardi di spesa per smaltire le code del traffico turistico in alcuni momenti di punta ? Chi è per il raddoppio fa però leva sul fatto che le lunghe colonne ai due portali ci sono già oggi, e che per i prossimi dieci anni almeno non faranno che aumentare. Mettersi adesso a raddoppiare la galleria autostradale significherebbe soltanto aumentare ancora di più il traffico sull’asse del Gottardo, congestionando il resto del tratto autostradale in Ticino. E più veicoli che passano sotto il Gottardo per attraversare il Ticino significano code più frequenti e più lunghe alla dogana di Chiasso: il problema non si risolve, ma si sposta. Per non contare tutte le altre strozzature che si trovano lungo la A2 e che i ticinesi ben conoscono: raddoppiare la galleria vorrebbe dire quindi avere una bellissima autostrada che attraversa il Gottardo e, di fatto, una strada cantonale da Airolo a Chiasso: perché già oggi, in pratica, si circola spesso su una sola corsia, essendo l’altra occupata da una fila ininterrotta di camion. I fautori dell’iniziativa Giezendanner hanno però un altro argomento emotivamente molto forte, quello della poca sicurezza della galleria con due sensi di marcia, come proverebbe l’incidente del 24 ottobre scorso. Il problema è mal posto. L’urgenza ora è data dal fatto che il Gottardo è attraversato da numerosi camion, ciò che crea non pochi problemi di sicurezza. Non dico che senza autocarri non avremmo più incidenti, ma è evidente che il potenziale di pericolo generato da un camion è molto superiore a quello di un’automobile, senza contare eventuali merci pericolose che dovesse trasportare. Il fatto è che sono molto più numerosi gli incidenti fuori dalla galleria, sul resto del tratto autostradale. Se quindi può essere vero (ma i pareri in merito non sono nemmeno concordi) che col raddoppio diminuirebbe la pericolosità del tratto in galleria, l’aumento di traffico farebbe crescere ulteriormente gli incidenti sul resto dell’autostrada. Quindi globalmente il numero di incidenti e le loro conseguenze non diminuirebbero raddoppiando il Gottardo. Anzi, avremmo nel complesso un’autostrada meno sicura. Come valuta il possibile impatto del raddoppio sulla qualità di vita dei ticinesi, un aspetto che il Consiglio di Stato nella sua risposta non considera? La seconda galleria aumenta certamente il volume di traffico, a scapito della qualità di vita di chi abita in Ticino. Le ripercussioni a livello sanitario del traffico nel nostro Cantone cominciano ad essere evidenti. Dovrebbe farci riflettere il fatto che per facilitare la circolazione delle merci degli europei, stiamo mettendo in gioco la salute dei ticinesi. E aumentiamo tra l’altro i costi della salute che i cittadini ticinesi devono sopportare. Queste sono però considerazioni che agli abitanti di Airolo e Quinto, confrontati col serpentone di auto e Tir incolonnati, interessano probabilmente poco. Al problema immediato,quello delle colonne, c’è una risposta: far pagare alle merci in transito su gomma i costi che esse generano alle collettività che attraversano. Le tasse sul traffico pesante attualmente non corrispondono ai costi che provoca il traffico. La differenza la paghiamo tutti noi. Si tratterebbe quindi di far funzionare il mercato,commisurando le tasse ai costi veri e smettendola di far sopportare alla collettività parte dei costi che il trasporto su gomma genera. Il traffico merci di transito su strada oggi paga soltanto una minima parte dei costi che causa in termini di manutenzione, di salute, di inquinamento atmosferico e fonico, di sicurezza stradale, di controlli di polizia, di pronto intervento, di riparazione dopo gli incidenti e così via. Oggi chi passa dal Gottardo non paga i costi reali: quando dovesse farlo, cercherebbe altri modi o altre vie per trasportare le sue merci. In questo senso affermo che se il mercato funzionasse veramente, il problema delle colonne ad Airolo e a Quinto sarebbe risolto. Il Consiglio di Stato nella sua risposta banalizza pure le conseguenze di un raddoppio per la viabilità sia a sud di Lugano, che nel Locarnese. E ne trascura anche le ricadute economiche negative. Come membro del Governo non mi esprimo, per collegialità, sulla risposta del Consiglio di Stato. Resto convinta che tutte le regioni del Cantone hanno da perderci per l’incremento del traffico merci su gomma, sia per i camion che si ritrovano sia per la perdita complessiva di immagine del nostro Cantone quale regione turistica. Il nostro turismo soffre tantissimo per le code e per l’intasamento complessivo dell’autostrada e delle strade cantonali. Il Ticino deve porsi il problema se favorire il traffico su strada o il settore turistico, comunque molto importante per il nostro sviluppo economico. Una scelta si impone: continuare a favorire il settore dell’autotrasporto porterà svantaggi evidenti per altri settori economici. Uri e il Ticino storicamente hanno approfittato dei traffici attraverso le Alpi, ma oggi il traffico non porta ricchezza. Al contrario.

Pubblicato il

13.09.2002 02:30
Gianfranco Helbling