Pacolli non vuol perdere il vizio

«È un accanimento nei miei confronti». Così si è espresso, sulla stampa ticinese, Behgjet Pacolli, il patron di Mabetex e dell’albergo Swiss Diamond Hotel di Vico Morcote (ex Olivella), all’indomani della scoperta, da parte di due commissari della Commissione paritetica dell’edilizia, di operai in nero intenti a lavorare all’interno del suo complesso alberghiero senza le necessarie autorizzazioni e al di fuori dei normali orari di lavoro stabiliti dal Contratto collettivo dell’edilizia. Ma vediamo nel dettaglio cosa è successo sabato scorso a Vico Morcote. «A seguito di una segnalazione – ci dichiara Dario Tettamanti, presidente della Commissione paritetica –, due nostri commissari sono giunti presso l’area dell’ex-Olivella e hanno potuto verificare di persona che una decina di lavoratori, senza autorizzazioni, erano intenti a posare granito e lastre di cartongesso». Per non dare adito a dubbi, diciamo subito che si trattava di un rappresentante dei lavoratori e di uno della Società svizzera impresari costruttori (Ssic). La situazione accertata anche se negata con veemenza sia da Behgjet Pacolli sia da suo fratello è chiara: lavoratori senza i necessari permessi erano intenti a posare granito in quella che sarà la nuova sala banchetti dell’albergo. Addirittura l’imprenditore ha presentato denuncia sia in sede penale, sia in sede civile contro il segretario e il presidente della Commissione paritetica: Edy Genini e Dario Tettamanti. La tecnica è semplice: negare, negare sempre. Si arriva a negare addirittura la presenza di lavoratori irregolari. «Non è vero che sabato scorso all’albergo c’erano lavoratori senza regolare permesso e non è vero che nel 2002 ci sono state multe per l’impiego di manodopera senza permesso», ha dichiarato Edy Grignola, legale di Pacolli, in un comunicato stampa. Ricordiamo che già la scorsa estate il cantiere ex-Olivella era stato visitato da ispettori della Commissione paritetica dell’edilizia e dalla Polizia cantonale ed erano state riscontrate gravi infrazioni al Contratto collettivo dell’edilizia. «Il caso dell’estate scorsa per noi era chiuso. Non stiamo perseguitando Pacolli», ci dichiara Tettamanti. «Se sabato si è ripetuto un controllo è perché c’è stata una segnalazione esterna. Pacolli però sembra fregarsene delle regole e delle leggi vigenti in questo Paese. Noi l’abbiamo detto chiaramente – continua il presidente della Commissione paritetica –, l’aspetto più scandaloso è che le multe sono veramente irrisorie». Tremila e 700 franchi, è questo l’importo della multa comminato a Pacolli dalla sezione dei permessi e dell’immigrazione del Dipartimento istituzioni. «I provvedimenti presi finora dal Dipartimento delle istituzioni e per esso dalla sezione dei permessi e dell’immigrazione – si legge nel comunicato diramato lunedì dalla commissione – non sono per nessun motivo commisurate alla gravità delle infrazioni». Se le multe non sono per nulla scoraggianti, non aiuta di certo la benevola accondiscendenza che determinati politici nostrani mostrano nei confronti di personaggi del calibro di Pacolli. La funzione delle Commissioni paritetiche è quella di vigilare sul rispetto dei contratti collettivi che liberamente vengono decisi dalle parti sociali. Se c’è qualcuno che fa il furbo, tutta l’economia formale ne paga le conseguenze. Regole chiare e rispettate da tutti sono alla base di un corretto funzionamento del tanto decantato libero mercato. Atteggiamenti da corsaro, viceversa, frenano lo sviluppo e mortificano la dignità dei lavoratori. Generoso Chiaradonna

Pubblicato il

04.04.2003 01:00
Generoso Chiaradonna