Orologeria, la fine del far west

Salari da fame, contratto collettivo ignorato da tutti o quasi, presenza sindacale pressoché nulla. Per i grandi gruppi dell’orologeria, Swatch su tutti, il Ticino è stato fino ad oggi “l’Asia della Svizzera” (vedi area, n. 46, 14 novembre 2003), o il far west elvetico, un’abbondante riserva di manodopera frontaliera disposta a lavorare anche per meno di 10 franchi all’ora. Le cose però sono destinate a cambiare. La scorsa settimana, infatti, il sindacato Unia e il Gruppo Swatch hanno raggiunto un’intesa (nella quale rientra pure il sindacato di ispirazione cristiana Ocst) sull’assoggettamento della Diantus Watch Sa di Mendrisio e della Distico Sa di Taverne-Torricella alla Convenzione collettiva di lavoro delle industrie orologiera e microtecnica (Ccl). Con l’adesione delle due società di proprietà del Gruppo Swatch, oltre la metà dei salariati e delle salariate attivi nell’orologeria in Ticino sarà presto coperta dal Ccl. Costituzione di una commissione del personale e nomina di delegati sindacali, orario settimanale di 40 ore (con un supplemento del 25 per cento per ogni ora supplementare), regolamentazione dei periodi di disdetta (2 mesi tra i 2 e i 9 anni di servizio, 3 a partire dal decimo), pensionamento anticipato, compensazione del rincaro, definizione di categorie professionali e relativi minimi salariali, congedi facilitati. Sono alcune delle normative della Convenzione collettiva di lavoro delle industrie orologiera e microtecnica (Ccl) di cui potranno beneficiare fra qualche mese anche i circa 800 tra salariate e salariati della Diantus Watch Sa di Mendrisio e della Distico Sa di Taverne-Torricella, il centro logistico del Gruppo Swatch trasferito lo scorso anno da Bienne al Sottoceneri. L’intesa raggiunta dieci giorni fa dalle delegazioni negoziali – che non contempla i salari minimi, da fissare in separata sede da qui a settembre – deve ancora passare al vaglio dei rispettivi organi competenti. Se questi non avranno obiezioni, le due ditte del Gruppo Swatch saranno assoggettate al Ccl a partire dal 1. settembre prossimo. Le uniche deroghe riguardano i salari mensili (obbligatori solo a partire dal secondo anno di servizio) e le vacanze (5 settimane per tutti, 6 a partire dal 2009 per chi ha più di 50 anni). La sottoscrizione della convenzione collettiva da parte della Diantus e della Distico rovescia gli equilibri contrattuali del settore in Ticino. Sin qui solo tre aziende (per circa 270 dipendenti) hanno firmato il Ccl nazionale. Tra queste vi è la Ghhh Sa, società del Gruppo Swatch, in procinto di aprire una nuova filiale a Genestrerio che andrà ad aggiungersi a quella di Castel San Pietro (vedi box sotto). Gli 800 dipendenti di Diantus e Distico, sommati ai futuri 230 e rotti impiegati della Ghhh Sa (più di una cinquantina quelli attuali; ne sono annunciati 180 a Genestrerio), rappresentano oltre la metà delle salariate e dei salariati del settore orologiero in Ticino. Il sindacato Unia confida nell’effetto trainante dell’adesione al Ccl dell’insieme delle ditte del Gruppo Swatch presenti a sud delle Alpi: «L’accordo riguardante Diantus e Distico è il presupposto per regolamentare l’intero settore», dice Rolando Lepori, co-segretario di Unia Ticino e Moesa. «Un gruppo che impiega mille persone – osserva Lepori – deve assumersi anche la responsabilità sociale nei confronti delle lavoratrici e dei lavoratori, della popolazione e del Cantone in generale. Ciò è possibile solo attraverso la sottoscrizione della convenzione collettiva e la definizione di salari minimi». L’accordo tra Unia, Ocst e Gruppo Swatch culmina un lavoro di “pressing” sindacale avviato nella seconda metà del 2003 dall’allora sindacato Flmo, poi confluito in Unia. Un lavoro svolto su due livelli: azioni di sensibilizzazione del personale e di protesta (l’ultima a inizio febbraio in occasione della giornata contro il dumping salariale) a Mendrisio e a Taverne-Torricella, presa di contatto e discussioni con i responsabili del Gruppo Swatch a Bienne. Negli ultimi mesi le parti (nel frattempo si era accodata l’Ocst) si sono incontrate a più riprese. Dieci giorni fa l’accordo. Il protocollo d’intesa non contempla i minimi salariali. La materia dovrebbe essere regolata entro settembre nell’ambito di trattative separate fra Unia Ticino e Moesa, Gruppo Swatch e Association patronale de l’horlogerie et de la microtechnique (Aphm), entrambi rappresentati dalla Convenzione padronale dell’industria orologiera svizzera che unitamente al sindacato Unia (ex Flmo) è parte contraente del Ccl delle industrie orologiera e microtecnica svizzere del 1. gennaio 2002 (vedi scheda accanto). La convenzione collettiva prevede che anno dopo anno e in ogni cantone o regione vengano fissati salari minimi per dipendenti qualificati e non qualificati. Sin qui sono stati introdotti solo in pochi cantoni, e tra una regione e l’altra continuano ad esserci importanti differenze. Il Ticino, dove una parte della manodopera frontaliera non qualificata riceve ancor oggi una paga oraria attorno ai 12 franchi, è il fanalino di coda. Nelle trattative che dovrebbero aprirsi a breve, Unia punterà a un minimo salariale di almeno 3 mila franchi lordi mensili per i dipendenti non qualificati. Il sindacato spera anche di raccogliere nei prossimi mesi l’adesione di un numero importante di salariate e salariati della Diantus e della Distico al fine di rafforzare il suo mandato nell’ambito dei negoziati. Sin qui i risultati da questo punto di vista sono magri. «Abbiamo qualche riscontro – rileva Rolando Lepori – ma le lavoratrici di queste aziende [in buona parte giovani frontaliere alle prime esperienze professionali, ndr] in genere non hanno dimestichezza con il sindacato. Noi crediamo però che le cose pian piano cambieranno: con il passare del tempo infatti potranno conoscere meglio il nostro lavoro e constatarne i frutti traendo benefici concreti da un contratto collettivo». Sono tre i pilastri su cui poggia il Gruppo Swatch in Ticino. Il primo è la Diantus Watch Sa di Mendrisio. Vi lavorano all’incirca 670 persone, essenzialmente giovani donne frontaliere non qualificate con paghe orarie che ancor oggi in alcuni casi sono di 12 franchi. Proprietà del gruppo Swatch è anche la succursale di Castel San Pietro della Ghhh (Groupement de l’habillage haute horlogerie) Sa con sede a S. Imier, nel Giura bernese. Nello stabilimento momò lavora una cinquantina di persone. La Ghhh Sa – una delle tre aziende presenti in Ticino che sin qui hanno firmato il contratto collettivo (vedi box accanto) – aprirà il prossimo anno una nuova filiale nell’ex centro Coop di Genestrerio. Dovrebbero lavorarvi circa 180 persone. Dalla fine dello scorso anno, infine, a Taverne-Torricella è operativa la Distico Sa. La società conta 130 dipendenti e gestisce il nuovo centro logistico del Gruppo Swatch, trasferito da Bienne nel corso del 2004. Il Gruppo Swatch – così come altri grossi marchi svizzeri – commissiona l’assemblaggio di componenti di orologi anche a diverse ditte ticinesi al di fuori della sua orbita. In Svizzera il settore dell’orologeria e della microtecnica conta all’incirca 40 mila salariati e 580 aziende, concentrate essenzialmente nei cantoni dell’Arco giurassiano. Il 70 per cento delle ditte e l’83 per cento dei salariati (33 mila circa) sono assoggettati alla Convenzione collettiva di lavoro (Ccl) delle industrie orologiera e microtecnica svizzere. Lo stipendio lordo mensile nel settore è in media di quasi 5 mila franchi. In Ticino, stando ai dati del sindacato Unia, nell’industria orologiera lavorano all’incirca 2 mila persone suddivise in una ventina di imprese. La maggior parte delle aziende ha sede nel Mendrisiotto, nel Luganese e nel Locarnese. In Ticino la produzione è praticamente inesistente. Quasi tutte le ditte si limitano infatti ad assemblare i componenti degli orologi che poi ripartono verso altri stabilimenti dove saranno completati e confezionati. Un’attività esercitata essenzialmente da manodopera femminile non qualificata proveniente dal Comasco e dal Varesotto e il cui salario lordo medio raramente supera i 2’500 franchi mensili. Fino ad oggi solo tre ditte presenti in Ticino sono firmatarie del contratto collettivo: la Multitime Quartz Sa di Losone, la Tanzarella di Riazzino e la Ghhh di Castel San Pietro, società del Gruppo Swatch. Quasi un deserto sindacale, che fa del Ticino una sorta di “Asia della Svizzera”.

Pubblicato il

17.06.2005 03:30
Stefano Guerra