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Protezione dei lavoratori | 09.04.2020 |
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La decisione di chiudere cantieri e fabbriche in diversi cantoni ha lanciato un dibattito sulle priorità del Paese. Si devono adottare delle misure tali da garantire la salute delle lavoratrici e dei lavoratori oppure si devono mantenere aperte le attività economiche tentando di mitigare la crisi economica in arrivo? Tale approccio pone queste due opzioni sulla bilancia, come se fossero equivalenti. Tuttavia, non esiste un diritto al profitto, mentre il diritto alla salute esiste ed è riconosciuto dal diritto internazionale.
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America Latina | 13.09.2017 |
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Santiago è un giovane argentino di 28 anni. Gira il paese da nord a sud, accompagna le lotte e poi riparte. Da qualche settimana si trovava in Patagonia, nella provincia del Chubut. Lì vivono e si organizzano i Mapuche, comunità che reclama la restituzione della terra della quale fu espropriata negli anni del genocidio degli indigeni, terra che è stata poi ceduta illegalmente a compagnie private e finalmente accaparrata dai latifondisti della famiglia Benetton. |
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Diritto e rovescio | 22.09.2016 |
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L'analisi | 17.02.2016 |
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Da qualche anno la regione catalana si è rivelata un laboratorio politico d’eccezione che meriterebbe più attenzione da parte dei movimenti della sinistra popolare del continente. Mentre la Catalogna presenta una ricchezza e una crescita economica tra le più alte d’Europa, parallelamente assiste allo sviluppo di movimenti di massa che rivendicano il diritto all’autodeterminazione, la disobbedienza civile e la giustizia sociale. Se in situazioni di crisi politica e di discredito delle istituzioni di un governo centrale duramente provato da scandali legati alla corruzione, com’è il caso per l’esecutivo di Madrid o per la monarchia borbonica, un ripiego regionalista non sorprende, il processo catalano presenta due aspetti inabituali dai quali trarre qualche utile lezione. |
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| 02.07.2015 |
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Nella notte del 26 giugno, dopo sei mesi di discussioni e più o meno velati ricatti, Alexis Tsipras ha scelto di cambiare interlocutore. Invece che a Renzi, Merkel o Hollande, il primo ministro greco ha deciso di rivolgersi al suo popolo, riconoscendo così che le decisioni fondamentali si prendono nelle urne e non nelle stanze dei bottoni. Non sta infatti ad un ministro, né tantomeno a governi stranieri o a dirigenti delle istituzioni finanziarie decidere se sia legittimo sacrificare, sull’altare del grande capitale europeo, pensioni, potere d’acquisto e ciò che resta dello stato sociale della Grecia. Sull’ultimatum del Fondo monetario internazionale (Fmi), i cittadini e le cittadine greche dovrebbero quindi pronunciarsi domenica.
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