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Officine, oggi come ieri
di
Francesco Bonsaver
Oggi il Popolo delle Officine è in trasferta nella capitale federale per chiedere un intervento dell'azionista, la Confederazione. La paura delle maestranze è che il trasferimento delle Officine di Bellinzona dalla divisione Cargo a quella Viaggiatori nasconda lo stesso piano di riorganizzazione di Ffs precedente allo sciopero. Gli operai chiedono al ministro Moritz Leuenberger un suo intervento affinché sia presentato un piano industriale che giustifichi il motivo del passaggio di divisione.
Dopo sei mesi di tavola rotonda, siamo di nuovo allo stesso punto di partenza. Anzi, occorre fare un ulteriore passo indietro.
Nel piano di riorganizzazione di Ffs Cargo dello scorso anno, quello all'origine dello sciopero di Bellinzona, era previsto un punto essenziale sul futuro dello stabilimento bellinzonese: la scorporazione in due delle attività svolte alle officine. Le locomotive sarebbero state trasferite negli stabilimenti della divisione Viaggiatori di Yverdon, mentre la manutenzione dei carri sarebbe proseguita a Bellinzona, ma affidata ad una società con partner privati. Si scoprì in seguito che questi partner privati erano le Ferriere Cattaneo di Giubiasco e la Josef Meyer Transport Technology di Rheinfelden.
Oggi, il Consiglio di amministrazione di Ffs deve decidere su proposta della direzione dell'azienda, il trasferimento delle Officine di Bellinzona dalla divisione Cargo alla Viaggiatori. La settimana scorsa, dalle colonne de La Regione, si apprende che le Ferriere Cattaneo e la Josef Meyer apriranno una nuova struttura per la manutenzione dei carri «non troppo lontano dal Ticino», secondo Aleardo Cattaneo, presidente delle Ferriere.
Lo scenario attuale appare dunque molto simile al progetto di Ffs pre-sciopero di marzo. Oggi come ieri, si prospetta per le Officine un trasferimento da Cargo alla divisione Viaggiatori, e presto vedrà la luce il centro di manutenzione carri dei privati.
A renderlo ancor più simile, e inquietante per gli operai delle Officine, è il comportamento di un cliente importante delle Officine, Hupac. Due settimane fa, Hupac ha annunciato che ridurrà della metà le ordinazioni alle Officine di Bellinzona nel prossimo futuro. La settimana successiva, si viene a sapere che Hupac in collaborazione con le Ferriere Cattaneo sta elaborando un tipo di carro all'avanguardia in Europa.
Riassunti questi fatti, si capisce la preoccupazione espresse dalle maestranze bellinzonesi, per nulla rassicurati dal cambiamento «puramente amministrativo» di divisione addotto dalla dirigenza delle Ffs. «Ma non solo i fatti si assomigliano» dice Gianni Frizzo del Comitato di sciopero delle Officine «Anche i protagonisti sono gli stessi». Coloro che avevano elaborato l'anno precedente il piano aziendale, poi annullato dallo sciopero, sono i medesimi. Alla direzione generale c'è, oggi come ieri, Andreas Meyer, affiancato dal responsabile di divisione Cargo Nicolas Perrin e dal capo divisione Viaggiatori, Philippe Guaderon. Anche il Consiglio di amministrazione ha la stessa composizione. Alla testa c'è Thierri Lalive d'Epinay. Ma lo sarà ancora per poco. Lalive d'Epinay sarà sostituito dal primo gennaio da Ulrich Gygi, attuale direttore del gruppo "La Posta svizzera". Il comitato di sciopero non capisce dunque la fretta di decidere questo venerdì. Una decisione così importante come il trasferimento delle Officine da una divisione all'altra, può essere presa a un mese dall'insediamento di una nuova presidenza del CdA? area ha chiesto al futuro presidente del CdA Ffs, se non riteneva opportuno che l'attuale CdA aspettasse il insediamento. Gygi, per bocca del suo portavoce Mariano Masserini ha così risposto via mail: «il signor Gygi segue la situazione e i suoi sviluppi da vicino. In qualità di nuovo presidente del Consiglio di Amministrazione delle Ffs entrerà però in funzione solo il 1° gennaio 2009. Fino ad allora restano in carica il Consiglio di Amministrazione e il presidente del Consiglio di Amministrazione attuali, che prendono tutte le decisioni necessarie». Ed è proprio per contrastare questa decisione che le maestranze delle Officine, i loro familiari e chi condivide la loro lotta, in una parola il "Popolo delle Officine", oggi è andato a Berna ad esprimere la propria preoccupazione per il futuro dello stabilimento. Oggi come ieri, la partenza prevista è con il treno delle 7.23 da Bellinzona. Fu infatti il martedì 4 marzo, tre giorni prima dell'inizio dello sciopero, che i lavoratori si spostarono a Berna alla vigilia di una riunione del CdA Ffs per chiedere loro di rinunciare al piano di smantellamento delle Officine. Una trasferta che però non diede i frutti sperati. Oggi però, a differenza di ieri, si recheranno direttamente dall'azionista di Ffs, la Confederazione rappresentata dal Consiglio federale. Poiché ci vollero più di cinque settimane di sciopero prima che l'azionista, nella persona di Leuenberger intervenisse, oggi busseranno direttamente alla sua porta. Al ministro dei trasporti Moritz Leuenberger consegneranno una lettera nella quale chiedono di poter avere garanzie chiare e vincolanti sul futuro delle Officine attraverso un piano industriale valido fino al 2016. Oggi come ieri, non si conosce i motivi dei piani del CdA, non è dato a sapere quale strategia industriale è prevista per il gruppo. Né il governo del Cantone Ticino, né gli operai conoscono il piano industriale che giustifichi il passaggio da una divisione all'altra. Restano quindi valide le dichiarazioni rilasciate da Fulvio Pelli quel 4 marzo 2008 alla Tsi, quando in compagnia della delegazione ticinese parlamentare a Berna sostenne la posizione degli operai bellinzonesi preoccupati. «Noi pretendiamo dal CdA delle Ferrovie che formuli finalmente, un piano che garantisca un futuro. Di solito sono gli errori aziendali dei dirigenti che portano a queste situazioni, strategie sbagliate dal passato di cui pagano i lavoratori". Parole che per gli operai delle Officine hanno oggi lo stesso valore.
Polo industriale ferroviario cercasi
Le Ferriere Cattaneo di Giubiasco e la Josef Meyer sono già in fase avanzata coi preparativi di realizzazione della struttura per la manutenzione dei carri. La sede dello stabilimento, posizionato sull'asse Nord-Sud «non sarà troppo lontano dal Ticino», secondo quanto affermato da un sorridente Aleardo Cattaneo, direttore delle Ferriere. Non solo. Come anticipato da La Regione, la ditta giubiaschese sta studiando con Hupac e un'altra impresa un tipo di carro all'avanguardia in Europa. Da queste informazioni, si possono desumere alcune considerazioni. Il settore del trasporto di merci via ferrovia è appetitoso, fa gola a tanti. L'Ufficio federale dello sviluppo territoriale ha previsto una crescita del traffico merci fra il 32 per cento e il 78 per cento entro il 2030. In secondo luogo, la posizione del Ticino sull'asse nord-sud, rappresenta un bel vantaggio. Infine, le prospettive di crescita non sono limitate alla sola manutenzione, ma assumono molta importanza il settore della progettazione dei carri di nuova generazione. Tutto ciò sembrerebbe corrispondere idealmente all'iniziativa del Polo industriale ferroviario, promossa dal Comitato di sciopero delle Officine e sottoscritta da quasi 15mila cittadini nel mese di giugno. Il 9 dicembre è all'ordine del giorno un incontro tra il Comitato delle Officine e la Commissione della gestione del gran consiglio ticinese per uno scambio di informazioni. Da osservare sul tema che a maggio, due esperti di sistemi di trasporto, Stefan Krebser e Domenico Zucchetti, entrambi del Partito dei Verdi, avevano presentato uno studio per la creazione di un Polo svizzero d'innovazione ferroviaria in Ticino. Uno studio, ritenuto da altri esperti, valido e interessante, perlomeno come traccia di creazione di un eventuale Polo industriale. Nel progetto cartaceo si può leggere: «In Ticino vi sono caratteristiche ideali per lo sviluppo e la crescita di un polo d'innovazione e costruzione ferroviaria. C'è disponibilità di maestranze con competenze specifiche, spazi e strutture adatte che permettono investimenti limitati. Inoltre, il Cantone già oggi è la sede di diverse società di logistica e ha istituti di ricerca e università con esperienza nel settore. Con un investimento di 50 milioni per dieci anni, si riesce a sviluppare un polo d'innovazione e a sostenere la costruzione e la messa in esercizio di 200 convogli ferroviari di nuova generazione, in grado di garantire un indotto di 3 miliardi di franchi nell'arco di venti anni nella regione». Proprio i nuovi modelli di carri saranno presentati dai due esperti grazie ad un filmato in una conferenza stampa prevista per giovedì prossimo. Stefan Krebser, contattato da area, afferma che la creazione di un polo ferroviario, oltre al sostegno della scelta ambientale, potrebbe fungere da misura concreta anti-crisi economica nel futuro prossimo.
I fatti
• Settembre 2007: la multinazionale del settore dei trasporti, Alstom, rinuncia alla prevista gestione comune con Ffs dello stabilimento di Bienne. Dopo la rinuncia di Alstom, Bienne passerà dalla divisione Cargo a quella Viaggiatori.
• Inverno 2007 – 2008: circolano alcune indiscrezioni sulla stampa delle intenzioni della dirigenza di Ffs. Il piano prevede il concentramento delle attività di manutenzione delle locomotive di Ffs Cargo nello stabilimento di Yverdon, gestito dalla divisione Viaggiatori. Il settore manutenzione carri invece, diventerebbe gestito in collaborazione con ditte private.
• 7 marzo 2008: Nicolas Perrin, capo della divisione Cargo, conferma le voci annunciando agli operai la decisione presa dal CdA per il futuro dello stabilimento.
Le locomotive, saranno trasferite da Cargo a Viaggiatori nella sede di Yverdon, mentre la manutenzione carri sarà ampliata in partenariato con aziende del settore privato. L'attuazione del piano prevede una soppressione di 126 posti di lavoro alle Officine di Bellinzona. Immediatamente le maestranze dichiarano la sospensione del lavoro alle Officine di Bellinzona.
• 5 aprile: dopo 33 giorni di sciopero e molti tentennamenti, interviene l'azionista di maggioranza delle Ffs, la Confederazione, nella persona del ministro dei trasporti Moritz Leuenberger. Il piano di soppressione delle officine di Bellinzona viene annullato e prende avvio nei giorni seguenti la tavola rotonda tra Ffs e Comitato di sciopero, sotto la mediazione di Franz Steinneger.
• 7 luglio: la direzione Ffs annuncia di voler trasferire le Officine di Bellinzona dalla divisione Cargo alla divisione Viaggiatori.
• 3 settembre: il Comitato di sciopero chiede che il passaggio di divisione sia discusso all'interno della tavola rotonda. Gli operai criticano il passaggio in assenza di motivazioni chiare e di un piano industriale per le Officine valido fino al 2016. La dirigenza Ffs si oppone perché ritiene si tratti puramente di un passaggio amministrativo.
• 18 settembre: dopo vari colloqui con le parti, il mediatore Steinneger introduce il tema nella tavola rotonda. Alla conclusione della quale però, lo stesso Steinneger afferma che solo il CdA ha diritto di decidere del passaggio di divisione delle Officine.
• 28 novembre: il CdA Ffs ha previsto all'ordine del giorno il tema del passaggio di divisione. Operai, familiari e sostenitori si recano a Berna per chiedere al ministro Moritz Leuenberger di chiedere il rinvio del passaggio.
• 31 dicembre: Thierry Lalive d'Epinay, presidente del CdA di Ffs lascerà la carica. Insieme al lui, altri due membri lasceranno l'incarico. Quale presidente di CdA, il primo gennaio subentrerà Ulrich Gygi, attualmente a capo de "La Posta Svizzera".
Pubblicato il
28.11.08
Edizione cartacea
Anno XI numero 48
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