Officine, le due anime

Due filosofie di strategia di difesa delle condizioni e dei posti di lavoro alle Officine di Bellinzona stanno emergendo in questi giorni. Si tratta di come reagire all piano di ristrutturazione e di investimenti annunciati il 25 aprile dal direttore di Ffs Cargo Daniel Nordmann e il direttore delle Officine Paul Häner. Un taglio che prevede, almeno stando a quanto dichiarato dai due dirigenti, di 70 unità nell'arco di 3 anni e al contempo un investimento di 30 milioni di franchi che dovrebbe garantire la sopravvivenza nel futuro delle Officine di Bellinzona. La logica che regge questo piano è quella dell'ottimizzazione del profitto.

Il Sev nel suo comunicato diramato dopo l'annuncio dei tagli rivendica tre punti fondamentali. Il primo sono avere precise indicazioni sull'investimento di 30 milioni di franchi, visto che non è chiaro se dei 30 milioni fanno parte anche i 10 milioni investiti l'anno precedente nella nuova sala macchine. Inoltre non si sa esattamente quanto dei milioni restanti verranno investiti per le infrastrutture (esempio i capannoni nei quali piove dentro) o in tecnologia avanzata. La seconda rivendicazione del Sev è così sintetizzata nel comunicato: «Questi tagli sono eccessivi. Se le soppressioni di posti di lavoro fossero veramente inevitabili, dovranno avvenire tramite fluttuazioni naturali. I pensionamenti anticipati devono essere facilitati da contributi di Ffs Cargo». Terza e ultima rivendicazione: «Il milione di franchi messo a disposizione per la formazione, dovrà essere indirizzato al personale che perde il posto di lavoro, in modo che questi possa riqualificarsi e trovare un'occupazione all'interno delle stesse Officine». Il raggiungimento di queste rivendicazioni saranno oggetto di un prossimo incontro con la direzione di Ffs Cargo aggiunge il sindacato. Un incontro che da informazioni assunte è previsto per il 22 maggio prossimo. «Senza queste garanzie il sindacato è pronto a battersi contro la ristrutturazione», conclude il sindacato nella sua presa di posizione.
Chi invece è pronto da subito a battersi contro la ristrutturazione  è la sezione Rm delle Officine di Bellinzona Sev (gli operai attivi sindacalmente all'interno dell'azienda), di fatto sostenuta e condivisa dal Comitato "Giù le mani dall'Officina" che vede riunite diverse organizzazioni sindacali, partiti e personalità nell'intento di salvaguardare l'esistenza stessa delle Officine.
Nella riunione del Comitato "Giù le mani dall'Officina" di giovedì 3 a Bellinzona, da parte degli operai delle Officine presenti, sono state sollevate forti critica all'indirizzo dell'atteggiamento del Sev. La progressiva riduzione dei posti di lavoro dai 540 lavoratori del 1993 ai 330 di quest'anno, (senza contare la ulteriore riduzione prevista di altre 70 unità), l'inserimento strutturale dei lavoratori delle agenzie interinali che permette all'azienda di aggirare il Contratto collettivo di lavoro, sono stati "passivamente" accettati dal sindacato o perlomeno senza una reazione decisa. Secondo gli operai presenti, all'interno delle Officine la credibilità nei confronti del Sev sarebbe ormai nulla. Solo un "cambio di registro" permetterebbe di riconquistare la fiducia dei lavoratori. «Ad un'azione forte come quella di Ffs Cargo, ci vuole una reazione forte» è stato detto da più parti durante la riunione. L'invito al Sev formulato dal Comitato e sottoscritto dagli operai presenti, è stato di convocare entro 10 giorni una assemblea con i lavoratori all'interno delle Officine, con la proposta di sottoscrivere le seguenti rivendicazioni. Ritiro immediato delle lettere di disdetta a tutti i dipendenti, ritiro del piano previsto dalla dirigenza Ffs Cargo, rispetto del Ccl valido anche per i lavoratori interinali all'interno dell'azienda e garanzia occupazionale e di sopravvivenza delle Officine a Bellinzona.
Riassumendo, due modi diversi di affrontare il piano di ristrutturazione di Ffs Cargo alle Officine di Bellinzona. Da una parte la richiesta di meglio capire i termini dei tagli previsti e gli ammortizzatori sociali da mettere in campo e se nel caso una opposizione, dall'altra quello di opporvisi in maniera ferma e decisa. La centrale nazionale del Sev ha convocato una assemblea del personale sul piazzale esterno delle Officine per giovedì (ieri per chi legge, ndr.) Lo ha fatto senza aver consultato la sezione sindacale dei lavoratori delle Officine, ponendo di fatto un problema di democrazia sindacale. Un problema che rischia di creare una "frattura" interna su più fronti. Da una parte la direzione Ffs Cargo, dall'altra il Sev nazionale e nell'ultimo, la base dei lavoratori attivi sindacalmente all'interno delle officine,
La riuscita o meno dell'assemblea di giovedì e l'atteggiamento di chi vi parteciperà, dovrebbe dare qualche indicazione in più sul pensiero dell'insieme dei lavoratori direttamente coinvolti. Non si può neanche trascurare l'ipotesi di una possibile "terza via" che si insinui tra gli operai; la paura e la rassegnazione. Sicuramente, sarebbe lo scenario peggiore.

Pubblicato il

11.05.2007 03:00
Francesco Bonsaver