Occorre un po’ di autocritica

«I partiti storici sono uniti nel condannare l'ennesimo attacco volgare che Giuliano Bignasca e la Lega sferrano a quelli che considerano i propri avversari politici. Dimenticano però che il Mattino della domenica esiste anche grazie al loro sostegno. Ogni anno infatti il foglio leghista, l'unico fra tutti i giornali di partito, riceve circa 200mila franchi dalle Aziende industriali di Lugano Ail) e da Casinò di Lugano nella forma di (finta) pubblicità. Entrambe le società sono nelle mani del comune di Lugano, nel cui Municipio i partiti storici detengono la maggioranza. Essi sono maggioritari anche nei consigli di amministrazione di queste due società. Perciò biasimare il Mattino verbalmente ma continuare a sostenerlo con soldi pubblici non è altro che ipocrisia». Così ha scritto su diversi giornali ticinesi, tra cui area, il parlamentare e consigliere comunale socialista Nenad Stojanovic reagendo all'ennesima uscita sboccata di Giuliano Bignasca sul suo domenicale. Stojanovic non è il solo politico ad aver reagito all'episodio ma è tra quelli che hanno saputo riportare all'attenzione una questione già ben nota al cantone ma che nessuno sembra avere veramente voglia di risolvere: quella dei finanziamenti pubblici al Mattino della domenica, un problema già denunciato in passato anche dal nostro settimanale.
La domanda sorge spontanea: i rappresentanti di Ps, Ppd e Plr continueranno a sostenere questa spesa anche dopo l'ennesimo fotomontaggio di pessimo gusto e l'ennesima volgarità apparsa in prima pagina o i partiti prenderanno provvedimenti concreti? area ha rivolto questa domanda ai presidenti dei tre partiti storici che in più occasioni, già in passato, avevano condannato episodi analoghi distanziandosene. Giovanni Jelmini, presidente Ppd ha preferito non rispondere prima di aver consultato l'ufficio presidenziale che ha previsto un incontro proprio su questo tema. Hanno invece risposto Manuele Bertoli, per il Ps e Giovanni Merlini, per il Plr.

Per l'ennesima volta Giuliano Bignasca ha usato toni discutibili sul suo giornale il Mattino della domenica. I partiti storici già in passato si sono mostrati uniti nel condannare queste uscite "sopra le righe" di Bignasca. Concretamente come si può, come si dovrebbe secondo lei  manifestare la vostra opposizione a questo atteggiamento? Fino ad oggi nei fatti non abbiamo visto molto. Si critica Bignasca "verbalmente" sul momento ma poi tutto torna come prima….
Giovanni Merlini (GM): Premesso che i toni che Lei eufemisticamente definisce "discutibili" non sono appannaggio esclusivo del settimanale leghista, le cose concrete da fare sono tre e sono semplici: smetterla di leggerlo, smetterla di finanziarlo attraverso le inserzioni pubblicitarie (e vale in particolare per un'azienda pubblica come le Ail o come per il Casinò di Lugano) e smetterla di riprendere con grandi commenti le sue sparate (e vale soprattutto per i mass media). 
Manuele Bertoli (MB): Innanzitutto credo sia bene sottolineare che la presa di distanza per noi è già un atto molto concreto che va ben oltre  chi, per esempio, preferisce e suggerisce di tacere davanti a questi episodi. Secondariamente occorre rilevare che Giuliano Bignasca fa le sue esternazioni approfittando del sistema  democratico in cui ci troviamo, un sistema che consente solo ai diretti interessati, alle persone direttamente colpite da questi suoi attacchi di far querela. Gli altri, – noi partiti, voi media – non hanno questo potere.
Il giornale di Bignasca riceve denaro dalle Ail e dal Casinò di Lugano. A chi rappresenta il suo partito nei consigli di amministrazione di questi istituti darà consegne speciali, chiederà loro di prendere chiari  provvedimenti affinché questi soldi non vengano dunque più elargiti alla cieca?
GM: Questa è una richiesta che ho sottoposto all'ufficio presidenziale del mio partito.
MB: Il mio partito sa che questa è una situazione inaccettabile. Chi rappresenta il Ps nei consigli di amministrazione sa perfettamente che questo finanziamento è assolutamente insostenibile. Alla luce dei fatti recenti io posso dire, ridire e dire anche in modo ufficiale, a chi di dovere che così non si può andare avanti: ma non posso obbligare nessuno ad agire in un senso piuttosto che in un altro. In ogni caso la questione legata ai finanziamenti-pubblicità è una questione globale che non riguarda soltanto gli enti pubblici ma tutti i pubblicisti, i privati. E non è una questione nuova...(vedi articolo sotto, ndr)
La Lega dei Ticinesi è nata anche per contrastare lo "strapotere" di alcune famiglie ticinesi. Oggi possiamo dire che la famiglia Bignasca è diventata essa stessa una grande famiglia di potere?
GM: Certo. Ma questa è solo una, e neanche la peggiore, delle molte contraddizioni di questo movimento-partito.
MB: Questo fa parte della contraddizione del sistema usato dalla Lega: quello di gridare allo scandalo per poi agire alla stessa maniera. Bignasca e la Lega fanno ad esempio la lotta alla partitocrazia ma poi pretendono le poltrone esattamente come tutti gli altri.
Il granconsigliere Boris Bignasca, figlio di Giuliano, ha definito "deficiente" un magistrato ticinese. Scuse dell'ultima ora, dette senza nessuna convinzione, hanno poi meritato anche l'applauso dei deputati.  Questi atteggiamenti non sottovalutano la serietà delle istituzioni, delle cariche ricoperte? Non sarebbero necessarie sanzioni più importanti in casi come questi?
GM: L'art. 63 della Legge sul Gran Consiglio stabilisce che cosa deve fare il presidente del legislativo cantonale quando un deputato abusa dell'immunità parlamentare, in particolare mediante espressioni manifestamente offensive. Sanzioni più rigorose non servono. È un problema di cultura politica. Del resto non si è mai vista una pera cascare lontano dal pero...
MB: Boris Bignasca sfrutta l'immunità parlamentare di cui beneficia. Già in passato si era discusso del campo di applicazione di questa immunità, io stesso avevo proposto delimitarne l'uso ma senza risultato. Oggi il solo che può prendere provvedimenti in questo senso è il presidente del Gran consiglio.
Osservando globalmente la Lega non posso che fare questa osservazione: alle scorse elezioni cantonali Bignasca si era presentato con un attitudine molto diversa da quella spavalda che oggi è tornata in superficie. Questi continui attacchi, questi suoi comportamenti saranno paganti anche in futuro? Di certo Bignasca e la Lega si faranno ancora sentire ma elettoralmente parlando non credo che tutto ciò sarà pagante...

Il "buongiorno" del Mattino

Il Mattino della domenica è nato un anno prima della Lega, il 18 marzo 1990.
È stato diretto da Flavio Maspoli solo fino all'autunno 1993, anno in cui ha fondato l'Altra Notizia, poi chiusa ad aprile 1995. Stampato inizialmente dalla Buona Stampa, ovvero dalle rotative del vescovo Eugenio Corecco, il Mattino si è andato differenziando dalla Lega per lo stile aggressivo sviluppatosi soprattutto dopo la partenza di Maspoli. Nei primi anni vi è sì una critica forte verso avversari o presunti tali (dal presidente della Federazione casse malati Elvio Franzi al procuratore pubblico Paolo Bernasconi che veniva caricaturato con una barba finta e la didascalia "comprereste un'auto usata da quest'uomo?"; per inciso Bernasconi fece bloccare un'edizione del Mattino). Da notare che erano gli anni degli affarucci nascosti con Thermoselect e le sue valige piene di franchi generosamente consegnate ai dirigenti leghisti, mentre Bernasconi tutelava gli interessi di una grossa società tedesca che si riteneva truffata da Kiss, patron di quello che poi si è rivelato il maxi-bidone della spazzatura.
Nel primo anno a politici e uomini di cultura venivano affibbiati nomignoli vari (l'Etrusco, Crapapelada, Culodipietra eccetera), mentre il presidente della Banca Nazionale era chiamato Saddam Lusser.
L'accelerazione nell'aggressività verbale e iconografica è stata impressa senz'altro dall'arrivo di Giuliano Bignasca e successivamente è stata potenziata anche grazie....all'avvento di Adobe photoshop (un programma di fotoritocco).
Così vediamo la consigliera federale Ruth Dreifuss in prima pagina con due seni enormi, vediamo il consigliere nazionale Fulvio Caccia crocifisso alla vigilia di Pasqua"' con Dimitri, Pascal Couchepin e Moritz Leuenberger con orecchie da somaro (leitmotiv ricorrente dedicato anche a Pietro Martinelli che ha osato criticare il sedicente regalo di Natale luganese "ai noss vecc"), la famiglia Masoni trasformata in gruppo di pastorelli elemosinanti.
Un grosso errore Giuliano Bignasca lo commette nel 1997/8 quando interviene a più riprese nella questione degli averi ebraici, interventi spesso di stampo razzista che culminano in una pagina di vignette antisemite che gli costerà cara (la Orell Fussli ritira la pubblicità e con buon fiuto editoriale Rezzonico e Ringier danno vita all'altro domenicale, il Caffè).
Nei giorni scorsi Giuliano Bignasca ha cercato per il suo Mattino un parallelo con il Quotidiano di Silvano Toppi (che, a onore del vero, pure aiutò a metà anni Ottanta), poiché entrambi non hanno trovato uno stampatore in Ticino.
Ma mentre Toppi non lo trovò per un chiaro e vergognoso ostracismo politico, il rifiuto di stampare il Mattino viene oggi verosimilmente dalla quasi certezza per un editore di essere denunciato a causa dei suoi contenuti ingiuriosi. Ed è una bella differenza.

Breve rassegna 2008

• 20 gennaio: Troppi neri in Nazionale. Troppi neri sui bus
• 20 aprile: Barbie Sadis, achtung! Aet, basta giochetti!
• 11 maggio: Putto verde Beltraminelli ed Erasmo Pelli. Lugano: due ballisti in Municipio
• 13 luglio: Un cretino di nome dell'Ambrogio. Il re della spocchia
• 13 luglio: Alla faccia di Widmer Puffo e Gargamella Merz
• 21 settembre: In arrivo nuove ondate di clandestini. Voi dare me
• 12 ottobre: Se ne vanno sempre i migliori. Onore a Jörg Haider
• 2 novembre: Udc nazionale. La faccia come il c…
• 16 novembre: Un biliardino per non entrare in recessione. La logica della oca Doris.
• 7 dicembre: Il fotomontaggio di una cozza manda in tilt il paese

Pubblicato il

12.12.2008 03:00
Fabia Bottani