Non sono sicuramente l'unico a pensare che la presidenza di Obama è stata una grande delusione, ormai lo dicono quasi tutti. Non è che mi fossi mai fatto molte illusioni: avevo però sperato che almeno per quanto riguarda i diritti umani, il primo presidente afro-americano della storia avrebbe fatto fare dei progressi agli Stati Uniti, che predicano molto bene, ma che in proposito da sempre razzolano molto, ma molto male. Basti pensare che ancora oggi si rifiutano di riconoscere le atrocità commesse in Vietnam: e non penso solo ai milioni di morti, ma anche ai molti casi di cancro e di malformazioni congenite che continuano ad esserci ancora oggi, a seguito dell'uso indiscriminato di spaventose armi chimiche, inclusa la diossina. Come detto, non mi facevo molte illusioni: speravo però che almeno per quanto riguarda le atrocità di Guantánamo, l'asfissiante blocco economico di Cuba (da sempre condannato dall'ONU), o gli assassinii politici, Obama potesse migliorare le cose. Invece niente: Guantánamo è lì come prima e nonostante la visita papale e gli interventi della gerarchia cattolica cubana, si continua a voler affamare l'isola caraibica. Ma c'è di peggio. Dapprima il New York Times, poi diversi altri organi di stampa internazionali hanno recentemente riferito sulla cosiddetta "kill list" di Barack Obama. Di che cosa si tratta? In quello che il New York Times ha definito "il più strano dei rituali burocratici", ogni settimana i membri del Consiglio di sicurezza nazionale statunitensi si riuniscono in videoconferenza segreta per esaminare le biografie di persone sospette di terrorismo. I burocrati raccomandano, ma l'ultima parola spetta poi ad Obama che firma di sua mano la condanna a morte di questi "sospetti terroristi" che essi siano cittadini americani o stranieri. Cioè: ognuno di loro non è mai stato condannato da alcun tribunale, ma il presidente degli Stati Uniti si arroga il diritto di vita o di morte, con una "sentenza" che è inappellabile, perché segreta. Poi basterà mandare in aria un drone (aereo senza pilota) e schiacciare un bottone ed un missile si incaricherà di eseguire l'omicidio. Purtroppo le reazioni nei massmedia sono state all'acqua di rose, come sempre quando è in gioco il Grande Fratello americano. Come giustamente dice Marco D'Eramo sul Manifesto «l'orrore più spaventoso è quando nessuno si inorridisce più per l'orrore». Certamente Obama non è peggio di Bush, che ne ha fatte di tutti i colori. Basti pensare alle atroci torture scoperte da Dick Marty o ai circa 600.000 morti (nessuno saprà mai la cifra esatta) causati dall'assurda guerra in Iraq. Ma almeno con Bush tutti sapevano con chi si aveva a che fare e che ci si poteva opporre apertamente: anche se purtroppo nessuno riuscirà mai a farlo apparire in veste di criminale di guerra alla Corte dell'Aia (lì si portano solo i pesci piccoli e quelli sconfitti). Mi ripeto e concludo: sicuramente Obama non è peggio di Bush, ma purtroppo neanche molto meglio. |