Immigrazione & dintorni

Alcuni emigrati italiani, ci hanno contattato attraverso la redazione de L’Eco, per informarci della loro disavventura vissuta in Italia non solo con gli uffici di Poste Italiane, ma anche con alcuni sportelli bancari, tutte inerenti lo stesso problema e cioè quello del “Codice fiscale”. Tra i casi descrittici vi è poi quello di una signora del Cantone Argovia che non è riuscita, addirittura, a concludere l’apertura di un conto quando all’ufficio postale le hanno richiesto il numero di codice fiscale, ma non quello italiano (che lei aveva) bensì quello elvetico ovvero il codice “Nif” visto che lei risultava risiedere nella Confederazione. A quella richiesta ella è caduta letteralmente dalle nuvole poiché in Svizzera non aveva mai sentito citare questo Nif.


Già in passato – quando abbiamo iniziato a trattare la questione dello scambio automatico di informazioni fiscali tra la Svizzera e l’Italia (ma non solo) entrato poi in vigore il primo gennaio 2017 – spiegammo che tale scambio di informazioni era possibile grazie al codice fiscale che tutte le persone possiedono (perlomeno in Europa) e che viene ormai riportato su ogni documento pubblico. Bene, se per gli italiani esiste il Numero di Codice Fiscale (Ncf) a livello europeo abbiamo il Numero di Identificazione Fiscale (Nif) oppure, se citato in lingua inglese, il Tax Identification Numbers (Tin), ma sempre dello stesso codice si tratta. Ovviamente, nel momento in cui anche la Confederazione elvetica ha aderito allo scambio automatico di informazioni fiscali, anch’essa ha dovuto munirsi di un tale codice decidendo di utilizzare il numero di assicurato Avs che viene assegnato ad ogni persona residente in Svizzera.


Stando così le cose è evidente che, ormai, ogni emigrato italiano – residente in Svizzera o in altri Paesi europei firmatari dell’Accordo di scambio automatico di informazioni fiscali – quando desidera fare delle operazioni finanziarie in Italia, risultando dai suoi documenti di identità la residenza all’estero, deve produrre il Codice Nif del suo Paese di residenza. Ovvero, nel caso di residenza nella Confederazione, il numero di assicurato Avs (riportato anche nella Tessera svizzera di assicurazione malattia-LaMal).


E a proposito di residenza, ci preme ricordare ancora una volta che, per evitare futuri problemi anche di carattere fiscale, trasferendosi stabilmente dall’Italia all’estero è obbligatoria l’iscrizione all’Anagrafe degli Italiani Residenti all’Estero (Aire). Insistiamo a ricordarlo perché sappiamo benissimo che molti emigrati italiani – pur non avendone alcun titolo – sono tuttavia in possesso della Tessera sanitaria italiana e/o di una Carta di identità italiana con riportato un indirizzo italiano senza che risulti una iscrizione Aire, situazioni confermateci anche dagli operatori del patronato Ital Uil.

Pubblicato il 

25.09.19
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