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Norman Gobbi interrogato sul Molino

Il Capo Dipartimento Istituzioni è stato interrogato dal procuratore generale Andrea Pagani come persona informata sui fatti nell’ambito della demolizione dell’ex sede del centro sociale autogestito Il Molino di Lugano nel maggio del 2021. La notizia, anticipata da laRegione, è stata confermata ad area da fonti proprie.

Il nome del capo Dipartimento delle Istituzioni è apparso nella parte di documentazione fornita dalla polizia cantonale al pg in cui vi erano delle frasi annerite dal comando della Cantonale. Frasi poi sbiancate su decisione del giudice dei provvedimenti coercitivi Ares Bernasconi la scorsa estate. Il comandante Cocchi però insistette col pg affinché la documentazione non fosse ugualmente consegnata alle parti, ma il Pagani dopo qualche mese di riflessione decise altrimenti. Solo a quel punto, la documentazione contenente anche le parti annerite fu consegnata integralmente alle parti.

 

E tra la documentazione, spuntò il nome di Gobbi, mai apparso in precedenza nell'inchiesta. Nel giornale d’impiego della Cantonale del giorno della demolizione, alle ore 19.55 si legge: “Conferito con Gobbi e cmd Polca e sindaco Lugano. Tutti concordano con decisione bloccare accesso Vanoni e procedere sgombero Molino”. Stando ai documenti di polizia dunque, sia Gobbi che Cocchi erano stati perlomeno preavvisati dello sgombero la notte della demolizione. Un fatto in contraddizione con quanto si sapeva in precedenza.

 

Rispondendo il 7 luglio 2021 a un’interrogazione dei Verdi, il Consiglio di Stato sottolineava come la decisione di sgombero “spettava unicamente” all’esecutivo luganese, in quanto proprietario dello stabile. «Il Consiglio di Stato non è stato di conseguenza informato o coinvolto in una decisione che non era di sua competenza» concludeva il governo. Facendo notare l’incongruenza tra quanto allora affermato dal Consiglio di Stato e il coinvolgimento di Gobbi sullo sgombero emerso quest’anno nell’inchiesta, il Movimento per il socialismo (Mps) ha inoltrato un’interpellanza lo scorso gennaio chiedendo al governo “se non ritiene di dover correggere l’affermazione contenuta nella sua risposta all’interrogazione” dei Verdi del 2021. I deputati Mps chiedono inoltre «se la questione di una eventuale informazione (o coinvolgimento) del CdS alla demolizione non è ancora stata acclarata, ritiene di dover meglio precisare quale fu il suo ruolo su quello specifico aspetto (magari prima che l’inchiesta lo smentisca anche su questo punto)?».

 

All’interpellanza Mps non è ancora stata data risposta, ma nel frattempo il pg prosegue la sua inchiesta per chiarire le eventuali responsabilità penali nella demolizione del dormitorio degli autogestiti. A questo titolo è stato interrogato Gobbi come persona informata sui fatti che, nel gergo giuridico, equivale ad essere ben più di un semplice testimone, poiché potenzialmente potrebbe essere incriminato dal pg se lo ritenesse responsabile di un reato.

 

Dubbi sulla colpevolezza di Gobbi non li nutrono invece gli autogestiti che in un comunicato (qui la versione integrale) scrivono: “A chi sembra ancora possibile offuscare la chiara matrice leghista e di un certo tipo di centro-destra nostrano di questa operazione repressiva contro lautogestione preparata a tavolino già svariati mesi prima del 29 maggio 2021?”, ricordando come qualche mese prima dello sgombero su Teleticino lo stesso Gobbi avesse affermato “che se fosse stato per lui l’ex Macello l’avrebbe sbaraccato da un pezzo”.

 

Sulle eventuali responsabilità penali, si attendono ora le conclusioni del Pg sull’inchiesta relativa alla demolizione di quella notte di maggio di quattro anni fa.

foto: instagram

Pubblicato il

27.02.2025 17:08
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