Nonni e nipoti

La relazione nonno-nipote ha una sua specificità e, con la cautela di non generalizzare facendo di ogni erba un fascio, serve sempre ricordare che il rapporto dei nonni con i nipoti è vantaggioso per entrambi. Per il nipote, il rapporto con i nonni gioca una parte significativa nello sviluppo della personalità; per i nonni, questi rapporti forniscono un ruolo nuovo e importante all’interno della famiglia e, attraverso l’esperienza di crescita dei nipoti, un’ulteriore occasione di sviluppo personale. Non si deve quindi temere di vedere l’adulto anziano nella specifica dimensione di nonno. È anzi doveroso sottolineare la potenzialità di questo ruolo in una società ove cresce la tendenza ad impoverire la comunicazione, i valori e gli affetti. Con di rado, infatti, i nonni sono figure preminenti dell’area famigliare e spesso contribuiscono allo sviluppo dell’identità del bambino in conseguenza anche di una certa maggiore assenza dei genitori in seguito alla nuova impostazione del nucleo familiare. Da tempo, le problematiche della relazione nonni-nipoti sono oggetto di studio da parte degli psicologi. Bisogna però dire che la maggior parte delle ricerche sono state effettuate nell’area nordamericana anche se, alcune — assai interessanti — sono state svolte in Europa. Non conosco risultati di ricerche simili nel canton Ticino e può essere per mia negligenza. In ogni caso, se ancora non si è fatto nulla in questa direzione, sarebbe buona cosa cominciare. A titolo personale posso confidare che mi ha già insegnato molto il rapporto che, piacevolmente, intrattengo con la mia nipotina. Di sicuro ho capito come il confronto tra generazioni aiuti tutti a ragionare. Mi spiego con un aneddoto. È estate. Sono al bagno pubblico con mia figlia e mia nipote di sei anni. La bambina mi chiede (chiede dunque al nonno) di comperarle un gelato. Le rispondo che lo faccio se sua mamma (mia figlia) è d’accordo. La mamma è d’accordo e la bambina è appagata. Passano cinque minuti e la bambina vuole un altro gelato perché é molto buono. L’argomentazione è sostenibile ed io, nonno ragionevole, reagisco dicendole affettuosamente che non è a me, ma a sua madre, che deve chiederlo. Alla nuova richiesta, la mamma (ragionevole pure lei) risponde di no, che poi non avrà più appetito per il pranzo. La bambina replica che sarà brava e che a pranzo mangerà lo stesso. La mamma tiene duro: "no! non ora". La bambina insiste: "ma lo voglio!". La mamma: "ti ho detto no ed è no!" La bambina: "ma perché no?". La mamma, pronta: "perché la mamma sono io e i figli ubbidiscono ai loro genitori". La bambina tace per un po’. Guarda il nonno (io) che sta assistendo alla scena, poi riguarda sua madre e, sorniona e seduttiva, rivolta a me, dice: "nonno, per favore, di’ a tua figlia di comperare il gelato a sua figlia!".

Pubblicato il

11.05.2001 13:00
Ferruccio Marcoli