Nascono attorno alla metà dell’Ottocento, prosperano – tra alti e bassi – e rimangono attivi fino agli anni ’80 del secolo scorso: sono i convitti industriali, istituti dove le donne operaie provenienti da Ticino, Grigioni e Nord Italia risiedevano dopo essere emigrate Oltralpe per lavorare in fabbrica. Sistemi chiusi, dove le ragazze erano sotto la rigida supervisione delle suore, i convitti sono stati una potente arma degli industriali e della Chiesa anche per tenere alla larga dai movimenti sindacali le giovani, che non avevano mai il permesso di tornare a casa dalle famiglie a cui inviavano tutti i loro guadagni. Yvonne Pesenti-Salazar, autrice del libro “Ragazze di Convitto”, ripercorre con noi questa storia di emigrazione rimasta quasi del tutto, per decenni, inascoltata. |