Non sempre aggregazione è bello

Cadro ha detto no all'aggregazione con Lugano. Un no che non credo sia da associare ad un rifiuto dell'idea di aggregazione in sé, quanto piuttosto ai modi e ai contenuti di questa particolare aggregazione.
Un'aggregazione che, come presentata e condotta in pectore da Lugano, aveva più i connotati della voglia di Lugano di "acquistare" Cadro, piuttosto che della scelta condivisa e unitaria di creare un nuovo progetto comune. E la popolazione di Cadro non ha ceduto alle lusinghe (quasi esclusivamente) finanziarie e fiscali e ha saputo dire di no, anche se di misura.
Un no comunque importante, di peso, che rimette un po' le cose a posto, rispetto all'apparente "delirio di onnipotenza" che sembrava ormai aver afflitto la discussione.
Certo, è solo un segnale, ma un segnale importante che, se da un lato dimostra che si può anche dire di no a Lugano mantenendo la propria autonomia, dall'altra sembra attribuire nuovamente importanza  e spessore ai modi e ai contenuti dei processi di aggregazione.
Modi e contenuti per nulla valorizzati dall'attuale Legge cantonale sulle aggregazioni che sembra mostrare tutti i suoi difetti soprattutto di fronte alle aggregazioni tra comuni medio-grandi.
Basti l'esempio del Mendrisiotto, in cui sono in atto due importanti processi di aggregazione, nell'Alto e nel Basso Mendrisiotto.
Due progetti molto diversi tra loro.
Nell'Alto Mendrisiotto, infatti, Mendrisio, grazie alle cospicue entrate create soprattutto dal Casinò e quindi alla sua forza finanziaria, ha assunto un ruolo guida non molto diverso da quello svolto da Lugano (per lo meno prima del no di Cadro) un po' più a nord. Moltiplicatore basso, servizi e prestazioni potenziate, un po' di tutto e un po' di più, bocconcini appetitosi per cittadini e imprese. E non è un caso che anche a Mendrisio (così come avvenuto tra Lugano e Cadro domenica scorsa) si faccia fatica a vedere il "Progetto", la prospettiva di sviluppo, la visione futura. Chi ha provato a proporre su temi specifici una visione d'insieme (ad esempio il gruppo coordinato da Ivo Durisch sulle problematiche ambientali e territoriali) non ha trovato molto ascolto e attenzione. Tutto sembra rimandato al dopo, come se fosse un valore in sé essere semplicemente più grandi.
Nel Basso Mendrisiotto le cose sono un po' differenti.
Nessuno dei tre comuni ha un ruolo finanziariamente egemonico, le finanze non sono "superlative", nessuno può quindi promettere la botte piena e la moglie ubriaca. Chiasso tenta di giocare il ruolo del "Capo", ma può farlo in realtà solo perché gli altri gli concedono di farlo.
Ecco allora che, dopo lunga e a tratti penosa gestazione, quasi alla vigilia della votazione che si terrà a fine novembre, riappare l'importanza e la centralità del "Progetto", dei contenuti dello stesso, dell'offerta di servizi, delle prestazioni erogate ai cittadini e gli aspetti finanziari, quasi per incanto, (in primis il moltiplicatore) appaiono così progressivamente meno importanti.
Ma la sinistra, in tutto questo importantissimo processo di riscrittura del territorio, che ruolo ha avuto, può o dovrebbe avere? Certamente importante per la sua capacità di proporre contenuti e (spero!) visioni. E una prova la si è avuta nel Basso Mendrisiotto dove, di fronte alla "fame" di contenuti da parte di un progetto poco attrattivo, le proposte fatte dalla sinistra (sociali, ambientali, territoriali e scolastiche) sono state praticamente tutte fatte proprie nel "Progetto di aggregazione" che è stato riveduto e corretto in tal senso.
Ma è un caso piuttosto raro: là dov'è il moltiplicatore a giocare la parte del leone (vedi Alto Mendrisiotto o Lugano e dintorni) si fa tanta fatica a proporre, attraverso le aggregazioni, un comune diverso, più attento ai bisogni dei cittadini, all'ambiente, al proprio territorio, alle giovani generazioni, insomma davvero un nuovo comune.
Ma la "rivoluzione" delle aggregazioni è potenzialmente ed effettivamente troppo importante per permettere che siano solo gli altri a progettare il futuro. Lo sforzo va quindi fatto comunque con determinazione e… un pizzico di utopia!

Pubblicato il

12.10.2007 12:30
Anna Biscossa
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