Hanno un bel dire che il clima non cambia. Pochi giorni fa alcuni scienziati riuniti a Erice hanno sentenziato che sì, il pianeta si sta scaldando, in particolare l’Europa. Ma non bisogna fare allarmismi, hanno subito aggiunto, attenti a non irritare i predicatori della crescita economica a ogni costo. Niente allarmismi dunque. Lo vadano a raccontare agli abitanti di quel villaggio in Cornovaglia che è stato lì, per mille anni sulle sponde di un piccolo torrente coi suoi ponti a dorso d’asino, e che la scorsa settimana è stato mezzo spazzato via da un’ondata di fango nero. Andategli a dire che avevano costruito le case nel luogo sbagliato, come dei palazzinari senza scrupoli! Due giorni dopo in Ticino strade bloccate da frane e smottamenti. Calma! Tutto normale, piogge copiose ma niente di eccezionale, Meteo svizzera conferma. Eppure... cambiano le nostre estati: con noi a lamentarci per il troppo caldo l’anno scorso e per la troppa acqua quest’anno. Pochi bagni e nemmeno tanto soddisfacenti. Perché anche il turismo da spiaggia cambia! Una volta le famiglie andavano al lago: terreno pianeggiante e acque tranquille. Genitori tranquilli anche loro, e bimbi felici di sguazzare e “paciugare” la sabbia fradicia con secchiellino, formine e palette. Oggi si va tutti al fiume. Coi bambini piccoli, il salvagente, i canottini, armadi-frigorifero, il cane, e la tenda per ripararsi dal sole, che fa male alla pelle. È scomodo? Un po’ sì, ma lo scenario vale la scomodità. Si sta anche un po’ sulle spine perché basta un niente per stortarsi una caviglia, per sbucciarsi un ginocchio. «Passami il canotto» grida il papà, tanga e bandana, che si affretta a piazzarlo nell’unica pozza dove si riesce a fare qualche bracciata. Fine delle nuotate. Intanto il cane si scrolla l’acqua di dosso a cinquanta centimetri dal tuo asciugamano, dal tuo libro e dal tuo zaino. Lanci un’occhiata di fuoco ai proprietari ma loro replicano sorridenti «oh, scusi, vuole solo giocare». Non puoi certo infierire, anzi sono tanto carini che ti viene da dirgli «Sì? Grazie». Di andare a mettersi un po’ più in là non gli passa nemmeno per la testa. «Là ci sono i nudisti» dicono con sospetto. E poi vuotano il sacco. «Oh, cos’è questa storia che i sassi più belli se li cuccano sempre loro? Si comportano come se questi posti fossero i loro perché ci vengono da trent’anni. E reclamano se sotterri la plastica dei cervelat, e imprecano se il cane fa la cacca nella sabbia. Ma deve pur farla no? Che antipatici! Con quei modi spartani, il panino integrale, tanto abbronzati che sembrano str... – mi scusi neh – ma è vero. Col loro zainetto superleggero attraversano il fiume a saltelli, nudi come vermi. E poi ti guardano da sopra il libro (leggono tutto il tempo!) come se andassi a rovinargli la pace che hanno sempre avuto. Uno di loro, un giorno mi ha perfino urlato “andate al lido a far casino”. Solo perché mio figlio aveva portato la radio-cd-player e una trentina di dischi!»

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27.08.04

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