La politica scende in campo a sostegno dei quattro corrieri Dpd licenziati per aver chiesto migliori condizioni di lavoro. Rappresentanti del Partito operaio popolare, Partito comunista, ForumAlternativo, Partito Socialista e della Gioventù socialista hanno organizzato oggi pomeriggio un presidio davanti al deposito Dpd di Giubiasco, dove lavoravano i quattro corrieri licenziati l’ultimo giorno del 2021. «Il sistema Dpd – ha spiegato Gianfranco Cavalli del Pop – è l’emblema di un nuovo modo di fare economia in cui rientrano anche Smood e Divoora. Una modalità in cui la precarietà colpisce ogni attore del processo produttivo. Un sistema in cui la Dpd con fare omertoso e la complicità di alcuni sindacati padronali, calpesta i più fondamentali diritti. Il problema è che la nostra democrazia e lo Stato di diritto glielo permettono. Dobbiamo impedirlo». «Questo è un presidio contro dei licenziamenti vergognosi, di cui nessuno ha il coraggio di assumersi la responsabilità- ha dichiarato Fabrizio Sirica, copresidente Ps - I lavoratori della logistica sono stati tra gli eroi invisibili della pandemia. E ora, quando chiedono condizioni di lavoro migliori, vengono licenziati». «Sono stati vigliaccamente licenziati – gli ha fatto eco Beppe Savary del ForumAlternativo - perché hanno scoperchiato il vaso di Pandora del sistema Dpd denunciando gli abusi subiti sul posto di lavoro. Licenziati perché ai putridi compromessi, hanno preferito la lotta nel collettivo operaio e di organizzarsi con Unia, non col sindacato filopadronale. Non dimentichiamo che la precarietà e gli abusi che vivono i lavoratori nelle consegne, sono figli della privatizzazione del servizio pubblico». Ha poi preso la parola Max Ay del Partito comunista, ricordando che «la Costituzione ticinese e quella federale garantiscono la libertà sindacale, la libertà dei lavoratori di difendersi dalle condizioni di sfruttamento. La politica non può girare la faccia davanti a questi licenziamenti anti-sindacali. Deve reagire, perché altrimenti a perderci sarà l’intera società». Al termine del presidio, uno dei quattro operai licenziati ha ringraziato per la solidarietà espressa dalle organizzazioni presenti, aggiungendo che non lottavano unicamente per migliorare le loro condizioni di lavoro, ma per impedire che il sistema Dpd diventi il modello del mondo del lavoro cantonale. |