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Netanyahu è un nazista

Una riflessione amara sul sionismo revisionista, sul razzismo antipalestinese e su un genocidio che l’Occidente continua a ignorare

Luciano Canfora è uno dei più illustri intellettuali italiani viventi. Ultimamente, seguendo uno dei tanti talk show televisivi, l’ho sentito dire “Netanyahu è un nazista”. Di primo acchito questa affermazione mi ha un po’ scioccato. Non è che Canfora stia esagerando un po’, mi son detto, facendo quest’equazione sconvolgente? Ma poi riflettendoci bene, sono arrivato alla conclusione che aveva ragione. E mi spiego.

 

Come tutte le persone della mia generazione, soprattutto quelle di sinistra, in gioventù sono stato un sostenitore di Israele: il mito dei kibbutz socialisti ci affascinava. Era anche il momento in cui la sinistra studentesca tedesca aveva obbligato il governo della Germania occidentale a finalmente riconoscere i crimini inauditi dell’Olocausto. Durante la Guerra dei sei giorni (1967) andai a donare il sangue a favore dell’esercito israeliano. Solo a poco a poco la mia posizione su Israele e la Palestina cominciò a modificarsi. Durante alcune visite in Israele scoprii quanto razzismo antipalestinese c’era in buona parte della società israeliana. Dopo il terribile massacro di Sabra e Shatila (1982), decisi d’informarmi meglio, leggendo storici come l’israeliano Ilan Pappé, che dimostra come nel 1948 Israele commise, con una serie di massacri, una vera e propria pulizia etnica.

 

Decisiva fu poi la visita che compii con un gruppo parlamentare nel 2008 nei Territori Occupati e a Gaza. Era un periodo abbastanza tranquillo, prima delle tante aggressioni militari scatenate da Israele contro quei quasi 2 milioni e mezzo di palestinesi ammucchiati nella piccola striscia. Ma ero rimasto sconvolto da quanto avevo visto in quella che avevo vissuto come una enorme prigione a cielo aperto. Nei Territori Occupati scoprii un crudele Apartheid e i continui maltrattamenti della popolazione palestinese da parte delle tante migliaia di coloni israeliani che vivono in centinaia di insediamenti illegali.

 

Oggi la situazione è infinitamente peggiore ed è ormai innegabile che a Gaza sia in corso un vero genocidio, secondo la definizione della relativa Convenzione sancita dall’ONU nel 1948. Basandosi sugli studi pubblicati nel febbraio scorso dalla più importante rivista medica mondiale (Lancet), è probabile che le vittime a Gaza abbiano ormai già ben superato il limite delle 100.000.

 

Ma, per tornare all’affermazione di Luciano Canfora, le considerazioni da fare sono ancora altre. In base a quanto affermato pubblicamente da diversi ministri israeliani, non c’è dubbio che questo governo considera i palestinesi una razza inferiore, addirittura subumana, i cui membri possono quindi essere massacrati senza farsi troppi patemi d’animo. E l’odio razziale e l’invito allo sterminio rappresentano il nocciolo dell’ideologia nazista. Oltretutto Netanyahu e il suo Likud si rifanno al cosiddetto Revisionismo sionista, quel movimento lanciato più di 100 anni fa da Žabotinskij, che molti suoi sostenitori allora chiamarono Duce. L’ala estrema di questo movimento diede inizialmente addirittura un giudizio positivo su Hitler, ritenendo la sua “rivoluzione autoritaria” più importante del suo antisemitismo. Ma anche in Italia, secondo Antonio Scurati, almeno sino alla proclamazione delle leggi razziali, nel movimento fascista gli ebrei proporzionalmente erano più numerosi rispetto agli italiani non di origine ebraica. Questa tendenza fascistoide, conseguenza ultima del considerarsi il popolo eletto per eccellenza, è quindi sempre esistita nel movimento sionista e con Netanyahu è ora diventata dominante. Ancora una volta quindi Luciano Canfora ha avuto perfettamente ragione.

FOTO: AdobeStock

Pubblicato il

27.06.2025 07:01
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