A proporre la mozione era stata la maggioranza della Commissione dell’economia e dei tributi (Cet). Il voto odierno della Camera bassa riflette esattamente le posizioni politiche della Cet. A bocciare la mozione sono stati infatti i soli democentristi, compresi i deputati ticinesi Piero Marchesi, Paolo Pamini e Lorenzo Quadri con 62 voti, contro i 123 favorevoli. Approvata dunque la mozione che incarica il Consiglio federale “di adottare le misure affinché nel caso di caldo estremo, le imprese garantiscano la salute degli operai sospendendo i lavori senza rischiare una pena convenzionale”.
Una mozione preceduta da due importanti notizie sul tema. Nell'autunno dello scorso anno, 20mila operai edili avevano sottoscritto una petizione promossa da Unia nella quale si chiedeva una maggiore protezione della loro salute nel caso di canicola invocando l'adozione di norme federali. Nel giugno di quest'anno invece, i sindacati e il padronato avevano lanciato un appello congiunto. “Nel caso del fermo lavori, i committenti edili e le imprese generali devono prorogare i termini di consegna dei lavori e rinunciare a far valere le penali, che costringono le imprese edili a scegliere tra la protezione della salute e il rigoroso rispetto delle scadenze” scrivevano sindacati e associazione padronale nel comunicato congiunto. Nello stesso appello, le parti contrattuali chiedevano una norma valida su tutto il territorio nazionale di poter fermare i lavori esterni a livello locale quando MeteoSvizzera prevede rialzi di temperature fino a 33 gradi e oltre. Non siamo ancora a questo punto, ma la mozione appena adottata scioglie almeno il dubbio principale sulla sua attuazione, ossia che i committenti non potranno più esigere dei risarcimenti in caso di ritardi dovuti alla canicola. Ora si aspettano altri fatti concreti. A livello politico federale infatti è ancora pendente un testo inoltrato da Johanna Gapany, consigliera agli Stati e vicepresidente del PLR e da Samira Marti, consigliera nazionale e copresidente del gruppo socialista, in cui si chiede al governo di modificare l’articolo 43 della legge sulla disoccupazione affinché sia previsto il diritto alle indennità intemperie in caso di forte caldo. In sostanza, si tratta di adeguare una norma già esistente al cambiamento climatico, poiché era stata pensata solo per il freddo, la neve e la pioggia. Già approvata dal Consiglio degli Stati a settembre, la mozione attende ora di essere dibattuta dal Nazionale. |