Sabato 4 aprile la Cgil porterà in piazza a Roma un paio di milioni di lavoratori e pensionati contro le politiche economiche e sociali di Berlusconi. Tutti al Circo Massimo, come il 23 marzo 2002 quando in difesa dello Statuto dei lavoratori il maggior sindacato chiamò alla lotta l'Italia democratica, e quando il segretario Sergio Cofferati fece sognare un popolo di sinistra convinto di aver trovato finalmente il suo leader. Fu un sogno di breve durata, e Cofferati finì a fare il sindaco (lo sceriffo, dicono i suoi detrattori) di Bologna, ma la Cgil resistette e contribuì a costruire le condizioni per la sconfitta di Berlusconi nel 2006. Poi, nei due anni di Prodi, prevalse un profilo più defilato in rapporto con il governo «amico» del sindacato, la cui guida era passata a Guglielmo Epifani. Oggi al governo è tornato Berlusconi con l'intenzione di non fare prigionieri a sinistra e pacificare forzatamente la società a colpi di populismo autoritario, che ha già prodotto una grave rottura tra le confederazioni: Cisl e Uil hanno siglato con il governo e la Confindustria la controriforma del sistema contrattuale. Vogliono isolare e sconfiggere la Cgil, per far passare una gigantesca deregulation, abbattendo progressivamente i diritti collettivi. Persino il diritto alla vita e all'integrità fisica dei lavoratori è a rischio: è già pronta una riforma del Testo unico sulla sicurezza che riduce le pene pecuniarie e cancella quelle detentive agli imprenditori che contravvengono le norme. Sotto botta è lo stesso diritto di sciopero, partendo dai dipendenti dei trasporti e dei servizi per arrivare all'industria. Se sarà varata la legge delega, per scioperare servirà il consenso della maggioranza dei lavoratori (costretti a "confessare" in anticipo al padrone la loro intenzione di aderire alla protesta). Se i sindacati che organizzano lo sciopero non rappresentano la maggioranza dei lavoratori, sarà necessario effettuare un referendum. Il quale referendum è invece vietato ai lavoratori nel caso di un accordo o un contratto, sarà sufficiente la firma dei sindacati, persino se la Cgil fosse contraria. Ecco le ragioni alla base della chiamata alla lotta di Epifani, per invocare politiche solidali, per reggere l'urto di una crisi terribile, per opporsi alle risposte classiste di Berlusconi. La manifestazione del 4 aprile segue gli scioperi delle principali categorie, in testa i metalmeccanici Fiom, la Funzione pubblica e la scuola, che hanno stimolato la radicalizzazione della Cgil. Reggerà questa collocazione conflittuale dopo il 4 aprile? Nulla è scontato: la Ces, il sindacato europeo, ha benedetto l'accordo separato sui contratti. E a firmare la benedizione, con l'inglese Monks c'è anche Walter Cerfeda, rappresentante della Cgil nella Ces. |