Futuro incerto per i 110 macchinisti di Ffs Cargo che lavorano per Sbb Cargo International. Si teme, infatti, che l'azienda voglia rinunciare ad avere un deposito macchinisti in Ticino. I sindacati Sev e Vslf lanciano l'allarme.
A partire da settembre 2013 la Sbb Cargo International potrebbe rinunciare ai 110 macchinisti di treni merci che lavorano in Ticino. Questo almeno è il grido d'allarme lanciato dai sindacati e dal personale il 23 ottobre. L'azienda, che nella Svizzera italiana impiega 110 macchinisti di treni merci della Ffs Cargo (in prestito dal 2010), dalla fine del prossimo anno vorrebbe invece circolare con personale proprio e sta definendo l'ubicazione dei depositi macchinisti. Attualmente in Ticino fa capo a due depositi di Ffs Cargo: uno a Bellinzona con 75 macchinisti e uno a Chiasso con 35. Saputo dell'intenzione dell'azienda, i macchinisti hanno chiesto quale sarà il destino per i depositi ticinesi, ma non hanno ricevuto nessuna risposta. «La tendenza degli ultimi anni è di portare tutto oltralpe – dice un macchinista – e quindi la nostra paura è legittima, tanto più che non ci danno nessuna risposta». Ed è proprio questo clima d'incertezza che non piace ai sindacati: «Vogliamo stabilire con Sbb Cargo International quale sarà il futuro. Siamo disposti a collaborare, ma che siano chiari. È inammissibile che si lascino i lavoratori in questo clima logorante d'insicurezza», dice Sergio Morelli, presidente del Vslf Ticino (sindacato svizzero dei macchinisti e aspiranti). Secondo Angelo Stroppini, segretario sindacale del Sev (sindacato del personale dei trasporti), la reticenza dell'azienda nel mantenere un deposito macchinisti in Ticino è incomprensibile: «un deposito nel nostro Cantone sarebbe strategicamente ben posizionato in vista dell'apertura della galleria di base del San Gottardo nel 2016, oltre che rappresentare già ora un importante ponte tra il Mediterraneo e il Nord dell'Europa». «Cargo International l'abbiamo messa in piedi noi, senza di noi quest'azienda non sarebbe mai partita», fa presente un macchinista. Infatti, nel 2010 l'azienda ha preso questi 110 macchinisti di treni merci da Ffs Cargo, ha fatto loro seguire una formazione di 5 mesi per conseguire anche la patente italiana e poterli così far circolare in Italia. «Siamo in pochi in Svizzera a poter guidare un treno merci anche in Italia – prosegue il macchinista – per poterlo fare è necessario, tra le altre cose, conoscere bene l'italiano, un punto a nostro favore rispetto ai colleghi d'oltre Gottardo». Rispetto ai colleghi d'oltralpe, i macchinisti ticinesi si sentono concorrenziali, la paura sta però nascendo rispetto a quelli d'oltre confine: «Sbb Cargo International ha già creato una filiale italiana a Gallarate, la Sbb Cargo Italia – spiega un altro macchinista – Per ora hanno formato una decina di macchinisti, ci hanno detto che ne formeranno al massimo 40, ma la paura di essere sostituiti da loro in futuro c'è. Ci è stato detto chiaramente che noi costiamo di più». Secondo Stroppini il rischio è minimo perché «i "nostri" macchinisti sono concorrenziali e il deposito in Ticino, dal punto di vista imprenditoriale, si giustifica pienamente». Inoltre, per i due sindacati, come azienda pubblica la Sbb Cargo International dovrebbe avere un ruolo pubblico ed essere presente su tutto il territorio nazionale, senza tralasciare le zone periferiche come il Ticino. Intendono quindi aumentare la pressione su Ffs Cargo e Sbb Cargo International affinché sia mantenuto un deposito macchinisti in Ticino e i dipendenti che ora sono di Ffs Cargo vengano assorbiti da Sbb Cargo International. Dal canto loro i macchinisti sono disposti ad alzare i toni per difendere i loro posti di lavoro e chiedono a Sev e Vslf di: • promuovere un lavoro di lobby presso le direzioni delle due aziende affinché in Ticino venga realizzato un deposito macchinisti Sbb Cargo International di primaria importanza, in grado di assorbire i macchinisti che attualmente lavorano presso Ffs Cargo nei depositi di Bellinzona e Chiasso; • informare il Consiglio di Stato e la deputazione ticinese alle Camere federali chiedendo di attivarsi nelle opportune sedi a salvaguardia dei posti di lavoro in Ticino; • costituire un'apposita commissione di accompagnamento allo scopo di seguire la migrazione dei macchinisti dall'azienda Ffs Cargo a Sbb Cargo International. La decisione di Sbb Cargo International è attesa per fine mese, ma probabilmente slitterà a fine dicembre. Per ora la portavoce di Ffs Roberta Trevisan, ai microfoni della Rsi ha smentito la volontà di tagliare posti di lavoro in Ticino pur ammettendo che dei cambiamenti saranno ipotizzabili. |