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Musica partigiana
di
Virginia Pietrogiovanna
“Appunti partigiani” (Universal, 2005), il nuovo album dei Modena City Ramblers (entrato al quarto posto in classifica in Italia dopo pochi giorni dalla sua pubblicazione il 22 aprile scorso), è stato scritto con l’intento di ricordare e celebrare i sessant’anni della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo «contro i revisionismi e le strumetalizzazioni della nostra Storia», si legge nel sito internet del gruppo (www.ramblers.it). Che i Mcr siano legati alla storia e in particolare a quella italiana non è una novità. Nel corso della loro produzione hanno sempre affiancato brani scritti da loro a testi della tradizione italiana, inerenti a fatti particolari o a momenti storico-politici precisi, articolando così la loro contestazione in musica su due versanti, quello dell’attualità, che si è sempre avvalso dei materiali e delle impressioni raccolti durante i loro numerosi viaggi nel nord e nel sud del mondo, e quello della memoria. «Noi saremo i soli a portare la croce e la Storia. Noi saremo i soli contro uomini senza memoria», canta Cisco in “Notte di San Severo”, e se l’importanza di mantenere viva la memoria del passato è ribadita anche in altre canzoni, essa assume le forme di un dovere imprescindibile nel breve lasso di tempo in cui i testimoni del passato scompaiono. Per questo prima della lavorazione del disco il gruppo si è recato ad Auschwitz dove ha raccolto testimonianze di ex internati nei campi nazisti e ha svolto un lavoro di ricerca e documentazione sfociato nell’intervista a diversi ex partigiani. Frammenti di testimonianze accompagnano i brani dell’album. “Appunti partigiani” mette a frutto nella sua massima espressione un esercizio che si trova in filigrana lungo la produzione del gruppo e recupera 15 canzoni tematicamente legate alla guerra e alle lotte partigiane, pescando sia nella tradizione italiana sia nel repertorio di altri gruppi o cantautori, tracciando in questo modo un ideale filo tematico-musicale che dal passato giunge ai giorni nostri. Una raccolta che non poteva non aprirsi con “Bella ciao” (in versione live), canzone tradizionale delle mondine, ripresa dai partigiani nella veste più nota e diventata il canto libertario per antonomasia. Sorprendente e magnetica la rielaborazione in chiave balcanica che di questo canto fa l’estroso Goran Bregovic, affiancando alla celebre melodia la sua Wedding and Funeral Band, fra grancassa e fiati festosi dal retrogusto malinconico. Ma Bregovic non è l’unico collaboratore illustre a siglare l’album dei Mcr. Fra i tanti Moni Ovadia ripercorre con la sua voce profonda un testo di Calvino, che lo scrittore ha steso durante la sua militanza nella Resistenza, Piero Pelù canta “La guerra di Piero” di Fabrizio De André, mentre Francesco Guccini torna con “Auschwitz” in una versione appena – ma magistralmente – ritoccata che spinge la commozione fino alle lacrime. Fra le versioni più belle, ma sono tutte degne di nota, “Spara Jurij”, degli ex Cccp, cantata da Paolo Rossi su una folle melodia klezmer. Tanti nomi che da soli basterebbero a dar lustro a questo lavoro, eppure è quanto hanno messo di proprio i Modena City Ramblers a rendere particolari e straordinariamente intense le canzoni di “Appunti partigiani”. Dopo una parentesi di patchanka, durata quattro anni, i Nostri sono tornati alle loro origini musicali, staccando dal chiodo banjo e tin whistle per vestire le canzoni di ritmi e melodie folk irlandesi. Ne traspare un’inaspettata vitalità e una freschezza d’idee in grado di trasformare ogni brano in una splendida conferma del loro talento. I Modena City Ramblers suoneranno all’Arena di Mendrisio giovedì 18 maggio, mentre saranno al Kiff di Aarau venerdì 20 e a Winterthur, al Gaswerk, sabato 21.
Pubblicato il
13.05.05
Edizione cartacea
Anno VIII numero 19
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