Esteri

«Vogliono farci credere che il terrorismo dell’Isis sia un fenomeno islamico, inquietante ma estraneo. È una falsità, un’ipocrisia dell’Occidente: l’Isis è stato creato dall’Occidente e dagli Usa, e siccome non è una creatura autonoma dev’essere analizzato come effetto di una strategia ad ampio raggio». Per chi non si accontenta della verità propinata dal pensiero unico, una chiacchierata con Giulietto Chiesa può essere stimolante. Scrittore, giornalista militante (l’abbiamo intervistato alla vigilia di una mobilitazione contro la Nato di cui è tra i promotori) con una lunga storia da inviato e corrispondente nell’Urss e poi in Russia, Chiesa “fa scandalo”, cita Marx, rimanda il lettore al passato ricordando il ruolo della Trilateral o della P2 di Gelli per leggere il presente. Da qui le accuse un po’ facili di dietrologia.

Nelle tue analisi sembra che tutto si tenga e ogni evento di politica internazionale risponda a un unico progetto per il dominio del mondo. Un progetto certamente complesso, con molti attori (e servizi segreti, o parte di essi) ma il cui centro è sempre a Washington.
I nessi esistono, non li ho inventati io, semmai io li svelo. Anche restando agli ultimi eventi tragici, da Parigi a Colonia, quel che emerge è che essi rispondono a un unico progetto. Un progetto Usa per mettere in ginocchio l’Europa. Persino fatti che sembrano totalmente estranei, come lo scandalo della VolksWagen e della Renault, rispondono al medesimo progetto. Colpiscono e indeboliscono i gruppi dirigenti dei paesi occidentali, alleati ma non più totalmente allineati. Gli Usa vogliono solo vassalli, e con Paul Craig Roberts possiamo dire che colpiscono chiunque ostacoli la dottrina militare Usa per evitare l’insorgere di ogni sia pur timido tentativo di conquistare un’autonomia. È la dottrina Wolfovitz.

Non rischi così di nobilitare le politiche e i governi occidentali, che in quanto a vassallaggio verso gli Usa non scherzano?
Un conto è parlare dei governi e un conto dei popoli. Se i primi sono vassalli, nei secondi è in atto una rivoluzione che può segnare la fine delle classi dirigenti occidentali. Sulla base di un patto sociale durato per una parte consistente del secolo scorso, la classi sociali hanno sempre votato per i socialdemocratici o i conservatori, ricevendo in cambio welfare, diritti, benessere. Da vent’anni questo scambio è finito, i popoli sono schiaffeggiati e derubati dai loro gruppi dirigenti. Un subbuglio scuote l’Europa, in Spagna e in Grecia, in Francia, in Italia e persino in Nordeuropa, in forme diverse. È in atto una rivolta che segnala la perdita di consenso dei governi vassalli degli Usa. E quando si manifestano flebili sintomi di libertà, i paesi europei diventano sospetti.

Ma questi governi si sono lasciati trascinare, come hai scritto, all’assalto contro la Russia nella vicenda ucraina.
Sì, e hanno stretto mani sporche di sangue, in coda ai paesi baltici e alla Polonia. Ma le contraddizioni emergono, e lo stesso embargo imposto dagli Usa penalizza l’Occidente. Così Merkel e Hollande sono saliti su un aereo per Mosca e sono andati a stringere la mano a Putin per contrattare la fine della guerra in Ucraina. Per gli Usa, uno sputo in faccia.

In questo scenario a marca Usa l’Isis ha una sua strategia e una soggettività.
Emergono novità. Non credo alla storiella che Obama è un pasticcione, debole nel gestire un dollaro appeso a un filo. Pensa ai derivati, pensa al prezzo dell’oro tenuto basso per consentire a Wall Street di fare l’idrovora dei capitali. Però la Russia c’è, e c’è la Cina con lo yuan. Il panico è dietro l’angolo. Turchia, Arabia Saudita, Israele sono diventati inquieti perché legati a doppio filo alla protezione Usa e sanno che se dovesse rompersi sarebbe il disastro. Israele ha retto per il sostegno Usa, e l’economia e la stabilità del regime saudita dipendono dagli Usa. Nell’area mediorientale ci sono cinque co-protagonisti, se consideri anche il Qatar e i suoi soldi. Prima nell’area c’erano solo gli Usa, che hanno deciso con cinque guerre di far fuori un bel grappolo di paesi, se includiamo Iran, Iraq, Afghanistan e Siria.

Ma la realtà è in movimento, vedi l’accordo sul nucleare iraniano.
Certo c’è la pace con l’Iran, ma è ancora ballerina. E le contraddizioni non mancano: chi comanda in Usa, Obama o qualcun altro? L’accordo con l’Iran è stato un acuto dell’ultimo Obama e di chi percepisce i pericoli nel Golfo (pensa allo Yemen e alla politica saudita contro Teheran, o all’abbattimento del prezzo del petrolio per colpire Iran, Venezuela, Russia) e in Medioriente. Un gruppo di agenti della Cia ha denunciato che un loro rapporto a Obama è arrivato sul tavolo del presidente modificato. Chi l’ha cambiato? Dunque, a Obama arrivano report taroccati. C’è un conflitto di poteri, interessi e servizi negli Usa, a Tel Aviv e nel mondo, e la possibilità di una guerra mondiale non è peregrina. È insensato leggere i morti di Parigi e i fatti di Colonia trascurando il contesto generale, che è il disordine provocato dalla difficoltà dell’impero di controllare i vassalli.

A Colonia, sotto botta è il poco che resta del modello sociale europeo.
Ovvio, ma prova a vederla così: se io arrivo a Colonia con valigie di dollari e finanzio 10-12 persone organizzate, quanto vuoi che impieghino ad assoldare centinaia di poveri disgraziati sbarcati in Occidente, a cui nessuno ha spiegato dove sono e quali sono i nostri valori? Sono persone che ci conoscono attraverso le nostre tv. Pensa allo sbarco in massa degli albanesi sulle coste pugliesi: guardavano le tv di Berlusconi con le donne mezzo nude e pensavano che quella fosse l’Italia. Gli albanesi erano pochi, siamo riusciti a gestirli. Oggi in Europa dobbiamo fare i conti con 300 milioni di musulmani.

Non c’è solo la strategia dello scricchiolante impero americano a guidare la politica dell’Occidente, a cui fa più comodo lasciar annegare i profughi che accoglierli e gestirli.
Ti rimando alla Trilaterale, o a Licio Gelli: l’obiettivo è ridurre la democrazia che fa solo danni perché non è più funzionale alla libera circolazione dei capitali. E oggi, dentro una crisi globale, si indeboliscono diritti e libertà: se serve il Patriot Act si buttano giù le Torri Gemelle, se serve mostrare il pugno di ferro in Europa si assalta il Bataclan. Le vecchie classi dirigenti non riescono più a governare con il consenso. L’ultimo morto di Parigi, il presunto attentatore con una presunta cintura esplosiva, un presunto coltello, un presunto urlo Allah akbar, non sta in piedi: basta un poliziotto spaventato a fare la frittata. Ovviamente non nego che a Colonia ci sia un problema specifico, drammatico, che riguarda il femminile. Ma ciò non può offuscare le cause principali: la Germania è sotto il mirino Usa, e l’Occidente non è pronto al dialogo con altre culture. Ci sono miliardi di persone che non condividono i nostri valori, il loro difetto è imperdonabile, ma noi dobbiamo smetterla di pensare d’essere il centro del mondo; credere che i nostri valori siano dominanti ci rende più deboli. Nessuno ha spiegato a chi arriva a nuoto perché le nostre donne hanno il volto scoperto.

Pubblicato il 

21.01.16
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