Milioni sul turismo

Finalmente la discussione sul famoso credito quadro da destinare al settore del turismo ticinese (il primo in ossequio alla nuova legge) approda sui banchi del Gran consiglio. Saranno tre i rapporti della Commissione della gestione che saranno votati in Parlamento. Oltre, naturalmente, a quello di maggioranza sottoscritto da Plrt e Lega, ve ne saranno altri due di minoranza: uno sottoscritto dai commissari del Partito socialista (relatrice Marina Carobbio) e l’altro dai deputati del Partito popolare democratico che non se la sono sentita di firmare con i colleghi socialisti e hanno preferito marciare da soli. Perché non emendare quello del Ps, visto che quello del Ppd parte dalle stesse critiche? Il credito quadro quadriennale è uno strumento previsto dalla Legge sul turismo del 30 novembre 1998 (L-tur) per finanziare gli investimenti destinati a migliorare l’offerta turistica, la sua gestione e la sua promozione. Prima dell’introduzione di questo strumento, i sussidi agli investimenti venivano finanziati mediante importi decisi di anno in anno e inseriti nei conti preventivi del Cantone. Finora (alla data del 25 settembre scorso) sono stati decisi e in parte già spesi circa 19 milioni di franchi e una buona parte di questi sono stati oggetto di votazione da parte del legislatore (i famosi crediti agli impianti di risalita di Carì e Bosco Gurin ne sono un esempio). Altri 10 milioni di franchi per richieste di sussidi sono in fase avanzata di valutazione ma non ancora effettivamente decisi. Il rapporto di maggioranza chiede che vengano scissi in maniera netta, per ragioni contabili, i sussidi già decisi dalla Spel (Sezione del promovimento economico) e dal consiglio di Stato in base alla L-tur, da quelli (10-12 milioni) che dovranno essere impegnati per investimenti entro il 31 dicembre del 2003. Comunque sia, fatti i famosi conti della serva, la somma di fatto già stanziata a favore del settore turistico è pari a circa 32 milioni di franchi. Mal si comprendono le lamentele espresse dal Consiglio di amministrazione di Ticino turismo e dalla pletora di associazioni di categoria (albergatori, esercenti e trasporti pubblici), sulla lentezza con cui la commissione granconsiliare ha trattato l’esame del messaggio del Dipartimento finanze e economia. Dei famosi 40 milioni del credito quadro ne rimangono pochini: circa 8 che sono proprio quelli che l’Ente ticinese per il turismo (Ticino turismo) chiede per la famosa promozione: le azioni di marketing studiate per far affluire in Ticino il maggior numero di visitatori. Bisogna ricordare che Ticino turismo dispone, per la sua attività di promozione, di circa 6 milioni l’anno. La maggior parte di questi introiti – oltre al contributo ricorrente di 800 mila franchi l’anno da parte del Cantone – è data dalle tasse turistiche e dalla tassa di promozione delle case da gioco. Quest’ultima, in seguito all’apertura di nuovi Casinò, è destinata ad aumentare. Non si capisce quindi la richiesta da parte dell‘Ett di nuovi finanziamenti – mascherati da investimenti – nel settore del marketing. Il rapporto di minoranza del Ps su questo punto è chiaro: «I firmatari del presente rapporto sono dell’opinione che la promozione turistica va chiaramente distinta dai sussidi agli investimenti». La ragione è altrettanto lampante: trasferendo, anche se solo contabilmente, i crediti per la promozione dalla gestione corrente (entrate e uscite dello Stato), a quella per investimenti, l’Ett non sarebbe sottoposto a nessun controllo, salvo per quanto riguarda i progetti sottoposti ad approvazione del consiglio di Stato. Nei fatti sarebbe come concedere ulteriore carta bianca al direttore di Ticino turismo Giuseppe Stinca che finora si è concentrato a curare di più la promozione del turismo in Ticino che a ricercare nuovi mercati o a coltivare gli esistenti (Svizzera tedesca e Germania). Un esempio di questa attività è data dal famoso studio – presentato in pompa magna circa un mese fa – teso ad individuare la tipologia del turista che soggiorna in Ticino. Tale studio, oltre che inutile dal punto di vista scientifico (si sfida l’ideatore a dimostrare l’attendibilità di un campione raccolto in internet), è servito solo a “dimostrare” all’opinione pubblica l’importanza della promozione turistica. Si invita a riflettere su un punto in particolare dello studio. A pagina 21 dello stesso viene riportato, senza commento, il fatto che la «domanda potenziale preferisce il mare» (!). Più avanti si riporta che le risposte sono confuse, poiché alcuni turisti sembrano aver risposto riportando le spese di soggiorno della famiglia anziché quelle individuali. Il tutto senza porsi minimamente il dubbio se non fosse mal formulata la domanda di partenza. E questi sarebbero i geni del marketing che abbisognano, per i loro studi, di altri 8 milioni di franchi? Questo dubbio – sulla capacità comunicativa dei vertici dell’Ett – lo ha espresso anche la Commissione della gestione che in un comunicato, sull’indebite ingerenze esercitate sui commissari da parte dell’Ett e enti collegati, così si esprime: «Una contingenza che ha rischiato di mettere in seria discussione le capacità comunicative di un Ente che per legge, e ora anche con fondi appropriati, dovrà adoperarsi per migliorare in futuro la comunicazione promozionale a favore di tutto il comparto turistico del Cantone». Ma torniamo al succo del rapporto. La trasformazione, da gestione corrente a investimento dei contributi al marketing, creerebbe un precedente rispetto alle modalità di sussidiamento a enti e associazioni. «Non si capisce la ragione – sostiene il rapporto del Ps – di trattare in maniera diversa l’Ett rispetto ad altri enti sussidiati». I relatori di minoranza propongono di non stanziare 40 milioni di franchi per il periodo 2000-2003 perché, di questi, circa 20 sono stati già decisi (alcuni versati agli interessati), per cui si aprirebbe la possibilità di referendum contro crediti che hanno già avuto effetti nei confronti di terzi. Inoltre, prolungare il periodo del credito quadro al 2005 significherebbe, di fatto, concedere all’Ett 60 milioni di franchi. I firmatari propongono di accettare le richieste del consiglio di Stato per la gestione 2000-2003, eliminando gli 8 milioni destinati alla promozione e inserendoli nella gestione corrente. «Benché il credito quadro per il 2000-2003 sia di 32 milioni per gli investimenti, la richiesta di finanziamento effettiva al Parlamento non può essere che di 12 milioni per gli investimenti che saranno impegnati entro il 2003 (20 già decisi). Si dà al governo un anno per presentare un nuovo credito per il 2004-2007».

Pubblicato il

29.11.2002 02:30
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