Migros, taglia et impera

Da qualche tempo, tra la Migros e il sindacato Unia sono scintille. Prima il conflitto legale, finito davanti alla Camera penale del tribunale di Liestal, per un volantinaggio di Unia su un’area della Migros e da questa denunciato come violazione di domicilio (ovviamente il tribunale ha dato ragione al sindacato). Poi i tentativi della Migros di tenere Unia fuori dal contratto collettivo di lavoro. Il sindacato ha quindi colto l’occasione degli eccellenti risultati dell’anno scorso (545 milioni di franchi di utile) annunciati dalla Migros, per chiedere 100 franchi mensili d’aumento reale per tutti i dipendenti ed altri 100 franchi per le salariate donne. Ultimo atto: Unia accusa la Migros di pianificare massicce soppressioni di posti di lavoro e chiede al gigante del commercio al dettaglio un’informazione chiara. Ne abbiamo parlato con Robert Schwarzer, responsabile di Unia per il settore del commercio al dettaglio. Signor Schwarzer, come e quando Unia ha appreso della soppressione di posti di lavoro alla Migros? Non l’abbiamo appreso ufficialmente. L’abbiamo saputo da fonti giornalistiche. Il “Blick” ha dato notizia, poi confermata, di Migros Lucerna che vuole risparmiare 40 milioni. Quanto a Migros Svizzera ho raccolto altre informazioni relative a riduzioni di posti, ed un altro programma di tagli ce l’ha anche Chocolat Frey [azienda della Migros, ndr]. La direzione Migros ufficialmente non informa, per cui ci siamo imbattuti per caso in queste informazioni. Naturalmente abbiamo chiesto alla Migros di dare informazioni ufficiali in merito, anche ai partner contrattuali (Sic, Syna, l’Associazione del personale della macelleria e la rappresentanza interna del personale), che ugualmente non sono informati. Si sa almeno quanti sono i posti di lavoro in pericolo? No. Come detto, abbiamo soltanto informazioni parziali, senza cifre concrete. Eccetto che i 40 milioni di risparmio a Lucerna e i 30 posti minacciati nella Svizzera orientale. Ma il processo è in corso dappertutto: ovunque si applicano programmi di aumento dell’efficienza. Qual è secondo lei il motivo di questa offensiva della Migros? Forse la richiesta di aumenti salariali formulata da Unia? Certamente no. Io penso che nell’ultimo anno la Migros ha conseguito il migliore risultato della sua storia, con 545 milioni di utile. Questo, grazie a misure che si ripercuotono anche sui posti di lavoro, come dimostra questa volontà di risparmiare 40 milioni a Lucerna. Ovunque si sopprimono posti di lavoro, anche se di pochi si ha conoscenza. Si trova sempre un pretesto. Per decenni la Migros s’è arricchita sfruttando il personale, perciò io non vedo assolutamente una giustificazione per sopprimere posti di lavoro. Per anni il personale è stato pagato troppo male. Ma ci sono concrete possibilità che Unia diventi partner contrattuale della Migros? Il 20 ottobre Unia tratterà nuovamente tale questione, anche se non ci sono ancora cambiamenti nelle premesse. Abbiamo negoziato con la Migros un accordo di entrata, nel quale diciamo che ci atteniamo al Ccl e quindi accettiamo la pace assoluta del lavoro. La Migros vuole però che noi riconosciamo un protocollo aggiuntivo, concordato con gli altri partner contrattuali dopo il negoziato con noi, nel quale s’include nel concetto di pace assoluta del lavoro anche il dovere di riservatezza verso l’esterno, cioè l’esclusione di ogni disputa pubblica. E questo noi non l’accettiamo. L’arroganza della Migros è tale, che le fa escludere completamente il maggiore sindacato, sia nella Migros stessa che nel settore del commercio al dettaglio, e lavora solo con partner docili come Syna. Questo è il partenariato sociale come lo intende la Migros. Tutto questo è in palese contraddizione con lo spirito di apertura verso l’opinione pubblica proclamato dallo stesso fondatore della Migros, Gottlieb Duttweiler.

Pubblicato il

14.09.2005 01:30
Silvano De Pietro