Migros: solidarietà selettiva

Che ragioni può mai avere la Migros di S. Antonino per rifiutare all’Amca di allestire uno stand informativo sui prodotti Max Havelaar davanti alla propria entrata? Non si sa ma è capitato. Una signora, fedele cliente Migros, assiste ad una serata informativa organizzata per promuovere l’attività dell’Amca, l’Associazione dei medici per il centro America. Nel corso della serata alcuni membri dell’Amca espongono i propri progetti di aiuto in Nicaragua. Tra le iniziative pensate dall’Amca per raccogliere fondi vi è quella di allestire degli stand, in diversi punti del Ticino, dove verrebbero venduti prodotti di equo commercio della Max Havelaar. La signora è entusiasta dell’iniziativa e prende contatto con la Migros di S.Antonino per chiedere il permesso di installare un banchetto informativo davanti all’entrata del supermercato il 13 dicembre. Il permesso le viene negato. Tassativamente. Il motivo? Rimane severamente ammantato nel mistero. La signora ha chiesto delle spiegazioni. E non le ha ottenute. L’unica riposta da parte della Migros è stata quella di inviarle copia di una lettera spedita ad un’altra signora, membro dell’Amca, dove si faceva riferimento ad una telefonata avuta con quest’ultima dove avrebbero spiegato i motivi del loro rifiuto. Confermiamo il condizionale: in realtà non si sono proprio giustificati. Chissà, forse il motivo è da ricercare in una particolare insofferenza del supermercato in questione nei confronti dell’Amca. Visto che l’anno scorso un’azione simile era stata organizzata in aiuto alla Helvetas, l’Associazione svizzera per la cooperazione internazionale, e lì la Migros non ha avuto niente da eccepire. Ma Migros sostiene tuttavia di esser vicina alla causa dell’associazione visto che lei stessa vende prodotti Max Havelaar presso le sue sedi. D’altra parte l’Amca non intendeva certo mettersi in concorrenza con la Migros. Lo scopo dell’azione era limitato a raccogliere denaro per aiutare i contadini del Nicaragua, particolarmente provati. Ora la signora indignata per quest’atteggiamento ostile ha deciso, per protesta, di restituire la propria carta Cumulus e per le spese in futuro si rivolgerà alla Coop che vende, anch’essa, prodotti della Max Havelaar (progetto nel quale la signora continua a credere convinta). A proposito della Coop. La stessa domanda è stata inoltrata anche alla Coop Ticino che, guarda caso, ha dato il permesso di allestire stand informativi in diversi suoi punti vendita nel Cantone.

Pubblicato il

16.11.2001 03:00
Sabina Zanini