Il caso

È tutta una mania per acchiappare clienti: da nanomania a minimania. Fra le fissazioni di Migros pare esserci un altro chiodo fisso: sbarazzarsi della Solikarte. Già, una mania che secondo i responsabili dell’iniziativa solidale ha ragioni commerciali: la carta, che permette di riversare i propri buoni acquisto in beneficenza, ha il “difetto” di essere anonima. Tradotto significa che non si può identificare il cliente nel monitoraggio delle sue abitudini di consumo. Per il gigante arancione si tratta di una scelta dettata dai costi supplementari per adattare la tessera al nuovo sistema informatico. Lanciata una petizione per salvare la Solikarte.

 

Che cos’è la Cumulus lo sanno un po’ tutti. I clienti ottengono per ogni franco speso un punto. Più punti si rastrellano e più soldi in buoni acquisto si possono raccogliere. Con la Solikarte funziona allo stesso modo solo che i punti confluiscono su un unico conto nazionale gestito da “Gruppi regionali”. Gruppi che si occupano poi di distribuire i voucher alle organizzazioni locali impegnate nell’aiuto d’emergenza. I buoni permettono di sostenere le persone che vivono un regime d’urgenza ma possono anche essere investiti in progetti come le mense popolari o per i corsi di lingue nell’ottica di una maggiore integrazione dei richiedenti l’asilo. In Ticino l’iniziativa, lanciata a San Gallo da Debora Buess nel 2009, è stata avviata lo scorso mese di maggio. A beneficiare del “raccolto” da ridistribuire fra gli indigenti è il “Movimento dei senza voce”, che rivendica strutture e interventi per i bisogni fondamentali di ogni persona, svizzera o straniera che sia.
Insomma, una grande, grandissima sorta di colletta nazionale. I clienti dell’azienda–ciclope scelgono così in maniera autonoma di utilizzare la Solikarte al posto della Cumulus, regalando i buoni acquisto a chi è in grave difficoltà. Un bel gesto anche da parte di Migros che si fregia del titolo di cooperativa. Una cooperativa – ce lo precisa il Sabatini Coletti – è appunto, almeno idealmente nei suoi principi, una «società costituita non a fini di lucro ma per garantire ai soci una maggiore equità economica rispetto a quella di mercato».


Qual è dunque la natura del dilemma che tormenta Migros per averla indotta prima ad accogliere l’operazione e poi a combatterla dichiarando di invalidarla? Già l’anno scorso Migros aveva minacciato di bloccare la tessera. Tentativo andato a vuoto per il dissendo espresso da parte della popolazione e per la mediatizzazione del caso. Il primo colpo non è andato a segno, ma c’è sempre una seconda chance. Ora ci sono ragioni “concrete” per rendere carta straccia la Solikarte entro la primavera 2014. Il motivo? «Si esige che i detentori delle carte siano registratati per questioni tecniche di costi». E così fra qualche mese la Solikarte non sarà più ammessa alle casse della Migros. «Novità tecniche», la motivazione ufficiale. Una spiegazione che non convince tutta l’opinione pubblica. Sulla stampa confederata è stata avanzata l’ipotesi di una strategia di marketing. Migros afferma che la Solikarte non sarebbe compatibile con le innovazioni che sta sviluppando come lo self-scanning o il pagamento con gli smartphone. Per chi non crede a questa versione, è l’anonimato che darebbe fastidio al grande distributore. La Solikarte ha un unico codice, uguale per tutti i detentori che non permette di fatto di registrare i consumi dei clienti secondo sesso, età, estrazione sociale, tipo di composizione familiare. L’anonimato, giocoforza, disperde parte dei dati che sono preziosi alle società nelle campagne di pubblicità mirata.


Abbiamo contattato i diretti interessati: da una parte Migros che risponde tramite Christine Gaillet, portavoce a Zurigo e Donato Di Blasi, del “Movimento dei senza voce” cui vanno i buoni assegnati al nostro cantone secondo un principio di proporzionalità al reddito generato dalle cooperative regionali.


Quanti franchi al mese in buoni, grazie alla carta solidale, le associazioni umanitarie riescono a raccogliere in Svizzera?
Christine Gaillet: «Nei mesi di giugno e luglio 2013 sono stati raccolti 23 mila franchi».
Donato Di Blasi: «Noi abbiamo ricevuto 300 franchi».


Quanti punti sono stati raccolti in Ticino?
C.G.: «Essendo la Solikarte anonima, non lo sappiamo. Purtroppo non abbiamo una rappresentazione esatta degli importi girati alle singole associazioni».
D.D.B: «In Ticino è ancora una novità: abbiamo ricevuto comunque i primi 300 franchi. Sembrerà strano, a chi sta bene, ma ci sono persone che dormono in auto e famiglie che faticano a mettere assieme il pranzo con la cena. I buoni di poche decine di franchi permettono a qualcuno di respirare»».


Conoscete il numero nazionale e cantonale delle carte utilizzate?
C.G.: «No, si stima che siano un migliaio».
D.D.B.: «Secondo i responsabili della distribuzione della Solikarte dovrebbero essere circa 5 mila. In Ticino ne sono state distribuite 400».


La tessera, che non permette di identificare il profilo del consumatore, rappresenta un tale danno a livello di marketing per Migros da arrivare a sopprimerla?
C.G.: «Le operazioni legate alle tessere si basano sul sistema Cumulus e quindi anche con l’identificazione del cliente. Ora i sistemi informatici devono essere adattati con importanti costi finanziari, che crescerebbero se Solikarte rimanesse anonima. Non essendo conforme al sistema Cumulus, si generebbero costi supplementari non giustificati in un rapporto di proporzionalità con i ricavati della carta solidale».
D.D.B.: «Posso rispondere per quello che concerne il “Movimento dei senza voce”. Gli introiti derivati dalla Solikarte sono importanti per le associazioni che lavorano sul territorio con pochi mezzi. Da consumatore invece osservo che uno degli elementi interessanti dell’iniziativa, è proprio l’anonimato: si rivela un incentivo per coloro che sono scettici verso le carte clienti: anche per questo motivo la Solikarte ha avuto successo. Il numero di conto unico fa sì che non vengano forniti alla Migros i dati personali in merito alle indicazioni di acquisto: se sia un danno, lo possono dire solo loro...»


Che danno economico può accusare Migros dal fatto di non poter registrare a scopo di marketing i detentori della carta solidale?
C.G.: «Migros considera il progetto una bella cosa. L’argomentazione secondo cui l’azienda sarebbe contraria in quanto non può raccogliere dati sui clienti è falsa. La nostra banca dati è sufficientemente grande: i possessori della Solikarte sono un piccolo gruppo rispetto a chi usa la Cumulus. La nostra decisione è solo dettata dai maggiori costi che deriverebbero ad adattare la Solikarte ai nuovi sistemi informatici ».
D.D.B.: «Certo è che le associazioni non registrano milioni di utili e quei 23 mila franchi sono una somma per chi lavora a favore della collettività basandosi sulle donazioni. Se scomparisse, vorrebbe dire rinunciare a una parte di aiuti che la popolazione si è offerta sponta-
neamente di devolvere».


La Solikarte è stata accettata da Migros, che ne ha permesso l’attuazione. Non ritenete, in virtù del fatto che siete una cooperativa , che i consumatori (i vostri clienti) abbiano diritto a continuare a utilizzare la Solikarte senza passare dalla Cumulus?
C.G.: «Nel 2012 abbiamo resi attenti i responsabili di Solikarte che la Cumulus è una carta per le econnomie domestiche e non può essere utilizzata per donazioni anonime. Visto il buono scopo dell’iniziativa, Migros ha accettato di non interrompere la collaborazione. L’accordo non può però continuare per lo sviluppo tecnologico in corso. Non si vuole cancellare la possibilità per i clienti di devolvere i buoni a Solikarte, ma questo passaggio deve essere integrato nel programma donazioni di Cumulus. Stigmatizziamo il fatto che non siano neppure entrati in materia».
D.D.B.: «Io non faccio parte dei promotori della Solikarte e non sono stato presente ai colloqui fra le parti. Come consumatore posso però dichiarare sin d’ora che la Cumulus, per questione di protezione dei miei dati, non la userò mai».
È in corso una petizione per chiedere a Migros di rinunciare alla misura ritenuta penalizzante.

Informazioni su www.solikarte.ch.

Pubblicato il 

11.09.13

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