Le premesse perché il prossimo sia un autunno caldo in Germania ci sono tutte, a cominciare dal settore metalmeccanico. Verso la fine di settembre inizieranno, infatti, le trattative per il rinnovo del contratto di categoria ma già da ora appare chiaro che le posizioni tra lavoratori e industriali sono molto distanti. Il sindacato di categoria, la Ig Metall ha annunciato che nei prossimi giorni formalizzerà una richiesta di aumento salariale tra il 7 e l'8 per cento.
Secondo Oliver Burkhard, segretario della Ig Metall del Nordreno – Vestfalia, regione in cui prenderà il via la contrattazione, la richiesta è più che giustificata, visto che i lavoratori hanno a che fare quotidianamente con l'aumento del costo della vita. Nell'ultimo anno, ha spiegato Burkhard in un'intervista rilasciata al quotidiano Die Welt, i costi dei generi alimentari sono aumentati dell'8 per cento mentre quelli dell'energia di oltre il 15 per cento. Un mancato adeguamento dei salari al costo della vita costituirebbe, secondo Burkhard, un grosso problema non solo per i lavoratori ma anche per le imprese che rischiano di veder crollare ulteriormente la domanda interna, fenomeno da anni in atto in Germania. Oltre a questo argomento, secondo il sindacalista della Ig Metall, ve ne è poi un secondo di giustizia sociale: visti gli aumenti astronomici che i topmanager del settore metalmeccanico, e non solo, si sono concessi negli ultimi anni, sarebbe difficile spiegare ai lavoratori che per loro, invece, non ci sono soldi. A dare ragione a Burkhard ci sono le statistiche: mentre i profitti dell'industria metalmeccanica tra il 2003 e il 2007 sono aumentati del 220 per cento, i salari nello stesso arco di tempo hanno registrato un aumento di appena l'8 per cento. Da parte loro gli industriali metalmeccanici rispondono che ai lavoratori è stato già concesso un aumento di quasi il 6 per cento spalmato sull'ultimo biennio. Per ulteriori aumenti non vi sarebbero i fondi, tanto più che, secondo le indicazioni degli analisti economici, il settore nei prossimi due anni dovrebbe registrare una frenata a causa dell'euro sempre più forte con cui vengono comprate le materie prime e del dollaro sempre più debole ricavato dalla vendita dei prodotti finiti. Secondo Werner Maier – Hunke, presidente dell'associazione degli industriali metalmeccanici del Nordreno – Vestfalia, la «richiesta spropositata» della Ig Metall rischia di portare a «conseguenze disastrose che pagherebbero in primo luogo gli stessi lavoratori». L'allusione al ricorso ai licenziamenti da parte delle grandi imprese e alla possibile uscita dal contratto nazionale delle aziende più piccole non è poi neanche tanto velata. Come se la situazione non fosse già abbastanza tesa, la Ig Metall ha comunicato che nella contrattazione che prenderà il via nelle prossime settimane si parlerà di aumenti salariali per tutti gli oltre tre milioni e mezzo di lavoratori del settore, senza fare distinzione tra dipendenti fissi e interinali: un'altra notizia che non ha fatto di certo piacere agli industriali che da sempre insistono per tenere ben separati i contratti delle due categorie. Questa però è la nuova linea stabilita dall'unione dei sindacati tedeschi Dgb che in futuro intende prestare maggior attenzione ai lavoratori precari. Ma il settore metalmeccanico non è l'unico ad essere caratterizzato di questi tempi da un'alta conflittualità. Negli ospedali si combatteranno con molta probabilità le battaglie sindacali più dure dei prossimi mesi. Qui il problema, oltre che di adeguamento salariale, è soprattutto legato ai turni massacranti imposti dalle direzioni sanitarie al personale medico e paramedico. Il taglio di oltre 50.000 posti di lavoro nell'ultimo decennio sta comportando disagi molto pesanti sia per i dipendenti che per i pazienti. La situazione è esplosiva e gli scioperi di medici e infermieri degli ultimi due anni hanno dimostrato che la disponibilità a lottare in questo settore è elevata come mai in passato. |