Maltempo

Il 17 aprile il governo sudafricano che dal 1997 non dava più retta ai propri ricercatori e medici e sosteneva che l’Hiv non c’entra con l’Aids e quindi che i farmaci anti-Hiv non servivano, ha cambiato parere e la propria politica sanitaria, accettando di distribuire i farmaci donati dalla comunità internazionale. Il 18 aprile, il Senato degli Stati Uniti ha scartato l’iniziativa del presidente Bush che voleva risolvere la crisi energetica autorizzando i petrolieri a trivellare le riserve dell’Alaska, nonostante fossero protette per legge. Qualcuno deve aver pensato che uno scandalo Enron bastava per il momento. Le buone notizie si sono fermate qui, le altre sono proseguite pessime dalla A come Afghanistan alla Z come Zimbabwe, passando da Israele e Palestina. Il 19 aprile, il vertice mondiale sulla biodiversità che si teneva a l’Aja si è concluso con parole vuote o imbarazzate, e niente salvaguardie per le foreste tropicali. Il 22 è iniziato a l’Aja un altro vertice che dovrebbe decidere delle norme per la diffusione degli organismi geneticamente modificati (Ogm) e non si vede perché dovrebbe arrivare a conclusioni più sagge del precedente. Intanto a Ginevra, il gruppo di scienziati che studiano l’evoluzione del clima per conto dell’Onu (l’Ipcc, Intergovernative panel on climate change) vedeva il suo segretario generale, il climatologo americano Robert T. Watson, sostituito con Rajendra Pachauri, un candidato indiano, economista e quindi sostenuto con vigore dal governo statunitense. Il quale, pochi giorni prima, aveva reso chiare le proprie priorità. Aveva trasformato il Programma federale di ricerca sul cambiamento climatico, il gruppo scientifico che doveva consigliare all’amministrazione sulle misure da prendere, in un’appendice del Ministero del commercio con a capo un meteorologo. Beh, se si tratta di un meteorologo..., siete pronti a tirare un sospiro di sollievo. Risparmiatevelo. Si chiama James Maloney e fino a quel momento faceva il presidente di un’azienda che vendeva «consulenze ambientali» all’industria. Consulenze che, con un altro eufemismo, un collega tuttora meteorologo descrive come «suggerimenti ai padroni per sembrare a posto con la normativa spendendo il meno possibile». A volte, a furia di stare con il naso calato nella letteratura scientifica, ci si dimentica che per molti governanti (tutti?) contano solo i soldi. Che il riscaldamento globale colpirà i poveri, e darà poco fastidio ai ricchi che ne hanno abbastanza da ripararsi dal maltempo, dal troppo caldo, dal troppo freddo e anche da andare in gita alle isole Comore se l’innalzamento del mare spazza via le Seychelles. Scusate il malumore, ma nel mio paese (Francia) ci sono state brutte elezioni.

Pubblicato il

03.05.2002 13:00
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