Unia ha inviato una lettera aperta alla consigliera federale Viola Amherd per informarla della “compliance lacunosa” alla sede Ruag di Lodrino che sta generando un malessere diffuso all’interno dello stabilimento ticinese. Stando alla denuncia sindacale sarebbe stata violata la compliance, ossia il sistema di regole interne volto a prevenire o far emergere comportamenti scorretti o violazioni che arrechino gravi conseguenze all’azienda quali procedimenti penali, sanzioni pecuniarie o danni alla reputazione aziendale. All’origine vi è un conflitto d’interesse derivante dalla relazione intima tra il direttore dello stabilimento e la responsabile delle risorse umane, che ha portato diversi lavoratori a “evitare di interfacciarsi con la manager delle risorse umane” poiché non è più data l’imparzialità dei ruoli dirigenti e la divisione delle competenze, “generando derive pericolose in materia di equità di trattamento e della privacy dei dipendenti”. In particolare, segnalano i sindacalisti, un lavoratore è stato licenziato in modo “inspiegabile”, senza alcun fondamento. Da qui l’invito alla capa del Dipartimento della difesa in qualità di proprietario del gruppo Ruag “d’intervenire personalmente per sanare il grave caso di compliance disfunzionale nella gestione del sito produttivo di Lodrino” visitando la filiale ticinese. Una visita che avrebbe il duplice effetto di rassicurare il personale e sbloccare una situazione “che rischia fortemente di degenerare”. Matteo Poretti di Unia, perché rivolgervi direttamente alla consigliera federale Viola Amherd? Semplicemente perché i vertici nazionali del gruppo Ruag si sono rifiutati di rispondere alle nostre sollecitazioni di chiarimenti. A questo punto, l’unica possibilità è di coinvolgere direttamente la proprietà di Ruag, ossia la Confederazione, rappresentata dalla responsabile del Dipartimento federale della difesa, la consigliera federale Amherd. A nostro modo di vedere, il conflitto d’interesse nella gestione dello stabilimento ticinese viola le norme interne di compliance, pregiudicando il presente e il futuro del sito produttivo di Lodrino. Come sindacato non possiamo che essere preoccupati per quanto stia accadendo in una realtà industriale storica e importante ticinese, in particolare nel contesto di una zona periferica come le Tre Valli. Oltre al licenziamento, ci sono state altre conseguenze sul personale derivanti dal conflitto d’interesse? Da quando esiste il conflitto d’interesse alla sede di Lodrino, all’interno dello stabilimento si è diffuso un malessere generalizzato tra le maestranze. Ciò ha comportato la partenza di diversi lavoratori qualificati, pregiudicando così la capacità e le competenze del sito di produzione. Una situazione che dovrebbe preoccupare la stessa azienda e la proprietà, se ha a cuore il futuro dello stabilimento ticinese. |