Faccio sempre più fatica a riconoscermi nelle decisioni del Consiglio federale. Faccio così fatica, che sempre più spesso mi chiedo dove siano finiti i miei rappresentanti al suo interno o quantomeno dove sia finita l'autorevolezza e la capacità di contrattazione dei miei rappresentanti in Consiglio federale.
L'ultima novità sconvolgente è arrivata questa settimana dalla richiesta fatta dal Consiglio federale stesso a Leuenberger perché prepari un progetto di trasformazione della Posta in società anonima, in vista di una sua successiva privatizzazione.
Una proposta che ha dell'incredibile, una proposta che contraddice totalmente quanto promesso e garantito in passato al popolo elvetico, alle regioni periferiche dai diversi Consigli federali che si sono succeduti, una proposta che vanifica quanto si era deciso al momento della separazione della Posta da Swisscom e della trasformazione in Sa di Swisscom stessa.
Ora, indipendentemente da questa scelta gravissima fatta dalla maggioranza del Consiglio federale, mi sembra che, settimana dopo settimana, direi giorno dopo giorno, si aggiunge un nuovo motivo per chiedersi che influenza abbia oggi la minoranza del Consiglio federale, costituita da socialisti e, a volte, dal Pdc, sulle scelte del Consiglio federale. Quale capacità di mediazione, di contrattazione, di costruzione di scelte condivise esiste oggi per il Pss nell'esecutivo federale. E ancora, quale capacità di mediazione, di contrattazione e di costruzione di scelte condivise ha il Pss nei confronti degli altri partiti di governo, anche fuori dall'esecutivo stesso. E soprattutto quale autorevolezza ha dimostrato negli ultimi mesi e dimostra ed esercita in questi giorni un Pss che lascia fare e strafare ai liberali, in combutta con l’Udc, dentro e fuori l’esecutivo federale, proprio quando il Plr, elezione dopo elezione, perde consensi nel Paese?
Dall’arroganza delle decisioni proposte, dall’irrisione ripetuta e puntuale dei nostri rappresentanti in Governo, vien da chiedersi se il Pss sappia ancora far valere tutto il suo peso politico ed elettorale e se sia ancora interessato a tutelare la dignità sua e dei suoi rappresentanti.
Se dovessi dare una risposta di pancia, senza fare un elenco puntuale e preciso delle piccole vittorie ottenute, di fronte alle grandi sconfitte subite, direi proprio che il Pss non è più molto capace di far valere il suo peso politico e istituzionale, giocandolo sul tavolo del confronto politico a favore dei bisogni crescenti del Paese. E personalmente non riesco a capire quale strategia ci sia alla base di tutta questa "arrendevolezza".
Da sempre, se siamo al Governo del Paese è per ottenere nelle scelte operative la giusta attenzione e considerazione per i bisogni dei più deboli, dei lavoratori, delle regioni periferiche, delle minoranze linguistiche, ecc., per difendere cioè gli interessi di coloro che non trovano nelle altre forze politiche il necessario ascolto e sostegno. E i risultati, negli anni della nostra presenza nel governo del Paese, si sono visti e hanno fatto della Svizzera un Paese forte e unico. Ma adesso cosa stiamo facendo e, soprattutto, cosa stiamo ottenendo? Se la politica perseguita dalla dirigenza del Pss è quella del "tanto peggio, tanto meglio", non vedo allora che senso abbia continuare a "sporcarsi le mani" con una maggioranza che fa, disfa, comanda a bacchetta i nostri rappresentanti, quasi fossero dipendenti ubbidienti. In questo caso uscire dal Consiglio federale sarebbe una scelta onesta e probabilmente anche pagante in termini politici. Se, invece, la politica del Pss è quella di ottenere quell'attenzione per i veri bisogni del Paese che la presenza socialista ha saputo ottenere in passato, cosa diavolo sta facendo il Pss, dove e quando si è sentita la sua voce autorevole, dove e quando ha fatto pressione o ha saputo costruire intese con le altre forze politiche in modo da divenire maggioranza, annientando (perché è così che ci aspettiamo che faccia) le assurde e pericolosissime proposte della maggioranza del Consiglio federale? L'ho già scritto in un'altra occasione e lo ribadisco con convinzione, anche a rischio di essere tacciata di vetero socialismo: non possiamo fare politica solo in funzione del risultato elettorale prossimo e venturo. Io continuo a credere che sia necessario fare politica tenendo presente prioritariamente i bisogni del Paese e le risposte che saremo capaci di costruire per questi bisogni. Cosa sta facendo oggi il Pss per dare risposte a questi bisogni, oltre tutto sempre più grandi e urgenti? |