Lo scorso 14 ottobre, un Gulfstream G650 di proprietà di Paul Marciano, primo azionista del marchio della moda Guess, decolla dall’aeroporto di Van Nuys, vicino a Los Angeles. Undici ore e diecimila chilometri dopo, il jet atterra ad Agno, da dove ripartirà nei giorni successivi alla volta di Istanbul e poi di Tokyo. Nel 2024, lo stesso velivolo ha coperto cinque volte la tratta tra la California (sede mondiale del gruppo) e il Ticino (quartier generale europeo), generando in totale circa 500 tonnellate di anidride carbonica (CO₂). Per inquinare allo stesso modo, un ticinese medio impiegherebbe 125 anni. I voli Van Nuys-Agno sono stati i più inquinanti di tutto il 2024 riguardanti lo scalo ticinese, secondo quanto elaborato da Mémoire Vive, collettivo francese specializzato nell’analisi di dati. Per area*, Mémoire Vive ha elaborato 4.674 movimenti aerei che hanno toccato l’aeroporto di Lugano-Agno nel 2024, fornendoci varie informazioni, tra cui l’impatto ambientale in termini di emissioni di equivalenti di CO₂ (CO₂e) per ogni volo. Si tratta dell’unità di misura utilizzata per esprimere l’impatto sul clima di diversi gas serra in modo uniforme, in relazione al riscaldamento globale. In totale, i voli da e per Lugano hanno generato circa 18.000 tonnellate di CO₂e. In Ticino, nel 2022, la quantità di CO₂e emessa pro capite è stata di circa 4 tonnellate: questi viaggi hanno quindi avuto un impatto pari a quello generato annualmente da 4.500 persone. Più jet, più emissioni A livello mondiale, il numero di jet privati in circolazione è esploso negli ultimi anni. Si è passati dai 10.000 del 2000 a più di 23.000 nel 2022; altri 8.100 jet dovrebbero entrare in servizio entro il 2033. A questo boom, nel contesto dell’attuale crisi climatica, fa seguito una preoccupante impennata delle emissioni di CO₂: secondo uno studio pubblicato su Nature, tra il 2019 e il 2023 le emissioni dirette dell’aviazione privata sono aumentate del 46%, attestandosi a 15,6 milioni di tonnellate. Nonostante i miglioramenti in termini di efficienza energetica, questo mezzo di trasporto resta di gran lunga il più inquinante. In qualche ora un jet emette più anidride carbonica di quanto ne generi una persona media in un anno. Si considera che un volo privato produca fino a 14 volte più CO₂ rispetto a un volo effettuato con un aereo di linea tradizionale e 50 volte più che un medesimo tragitto fatto in treno. La Svizzera, quinta al mondo nella classifica “jet per abitanti”, è un mercato importante per questo settore. Stando alla Swiss Business Aviation Association (SBAA), tra il 2019 e il 2021 i voli privati sono cresciuti del 35%, con Ginevra e Zurigo che fanno ormai parte dei primi quattro aeroporti europei per numero di movimentazione jet. Agno, a chi tocca pagare? Anche il più piccolo aeroporto di Lugano – settimo scalo in Svizzera – segue questa tendenza. Qui l’epoca dei voli di linea è terminata nel 2019 e da allora lo scalo ticinese si è viepiù specializzato nell’aviazione privata. Basta recarsi sul posto per rendersi conto di un discreto viavai e della presenza sulla pista di vari aerei di media e grande dimensione. Nel 2024, in totale, i movimenti aerei sono aumentati del 12% rispetto al 2023. Ogni giorno, in media, da Agno decollano o atterrano una dozzina di voli privati. Tra questi, da quest’anno, vi è il nuovissimo PC24 della Pilatus del britannico Lindsay Owen-Jones, ex CEO di L’Oréal, residente a Castagnola e habitué dello scalo. Qualche anno fa, in tempi di crisi, assieme agli industriali italiani Andrea Bonomi e Daniele Perfetti, aveva presentato un’offerta per salvare l’aeroporto. Poi non se ne fece nulla e lo scalo passò sotto la gestione diretta della Città di Lugano. Ultimamente, l’aeroporto è tornato al centro del dibattito politico. Due i temi: la perdita di 5 milioni di franchi annua causata dalle previste misure di risparmio della Confederazione (taglio alla società di controllo aereo Skyguide) e il progetto d’investimento da 60 milioni di franchi annunciato dal direttore dell’aeroporto, Davide Pedrioli, e che il Municipio di Lugano dovrebbe presentare nelle prossime settimane. In questo contesto c’è chi, come il Movimento per il socialismo (MPS) o l’Associazione traffico e ambiente (ATA), ha chiesto che non sia la collettività a dover pagare per chi atterra a Lugano-Agno. «È inaccettabile che questo tipo di trasporto altamente inquinante, appannaggio di una piccolissima ma ricchissima fetta della popolazione, non solo sia sussidiato dallo Stato per quanto riguarda il controllo aereo, ma non sia soggetto a nessuna tassa ambientale come invece lo è chi viaggia in automobile o chi brucia nafta per scaldare casa» ci dice Bruno Storni, consigliere nazionale (PS) e presidente della sezione della Svizzera italiana ATA. Diversamente dagli altri carburanti di origine fossile, il cherosene è infatti esente da tasse. Ad approfittarne vi è soprattutto chi può permettersi i viaggi in aereo privato. Secondo le stime del settore, le persone che a livello globale hanno viaggiato in jet nel 2018 sarebbero state 256.000 (0,0033% della popolazione mondiale), con un patrimonio medio di 128 milioni di dollari. Tre giorni a Buenos Aires Grazie ai dati di Mémoire Vive siamo in grado di mostrare quali sono i viaggi e gli aerei più inquinanti operativi ad Agno. In generale, i tragitti che emettono più CO₂ sono quelli in provenienza dal continente americano: oltre ai citati voli a firma Guess in arrivo dalla California, ve ne sono stati altri in provenienza, oltre che dal Canada, dagli stati americani di New Jersey, New York, Wisconsin, Rhode Island, Arizona e Florida. Si tratta sempre di aerei in arrivo: la lunghezza limitata della pista di Agno non permette infatti il decollo col carburante necessario per dei voli intercontinentali; per l’atterraggio, essendo vuoti i serbatoi, ciò è invece fattibile. Proprio per questo, lo scorso 7 ottobre, un Dassault Falcon 8X partito da Agno per Buenos Aires ha dovuto fare una tappa rifornimento alle Canarie. Tre giorni dopo il jet è rientrato in Ticino. Una rapida andata e ritorno per la capitale argentina che ha generato circa 200 tonnellate di CO₂: quanto 50 ticinesi consumano durante un intero anno. È questo il vincitore del premio per il viaggio più assurdo dell’anno! Chi c’era su quell’aereo non siamo riusciti a scoprirlo. Il mondo dell’aviazione privata è molto discreto, per non dire opaco: divincolarsi tra le matricole degli aerei per scoprirne i proprietari è impresa ardua, tanto più che, spesso, chi viaggia in jet non lo possiede direttamente, ma lo noleggia tramite le miriadi di società di locazione sorte negli ultimi anni. È il caso del jet volato a Buenos Aires, con matricola svizzera e di proprietà di una società che fa capo alla Zurich, ma che è gestito dalla Jet Aviation, fornitore di servizi di aviazione d’affari con sede a Basilea. Contattata, la società si è trincerata dietro a un “No comment”. Chi ha noleggiato l’aereo per l’Argentina rimarrà quindi un mistero. Così come restano ignoti i viaggiatori che hanno utilizzato l’aereo che, nel 2024, ha inquinato più di tutti tra quelli attivi a Lugano: un altro Dassault Falcon (vedi foto) immatricolato a Malta e gestito dalla ginevrina Albinati Aviation. Il velivolo ha generato per gli 83 voli partiti o atterrati in Ticino circa 850 tonnellate di CO₂, l’equivalente di 212 ticinesi in un anno. Sul podio degli aerei più inquinanti troviamo al secondo posto il Bombardier Challenger 604 detenuto da Behgjet Pacolli tramite una società del Delaware (USA). Il fondatore della Mabetex fa la spola tra la capitale kosovara Pristina e Lugano (19 voli); in totale sono 90 i movimenti da e per Agno effettuati dal suo aereo, spesso in volo verso i luoghi degli affari di famiglia: Kazakistan, Libia e Zimbabwe. Medaglia di bronzo va al già citato Gulfstream dei proprietari di Guess, anch’esso detenuto tramite un’azienda registrata nel Delaware. Viaggiatori anonimi e volti noti La gran parte degli aerei più inquinanti che frequentano lo scalo di Agno fanno capo a società di locazione. È il caso del PC-12 Pilatus della Air-Dynamic, basata proprio all’aeroporto di Agno, che ha eseguito 98 voli nel 2024 emettendo 147 tonnellate di CO₂. Tra i grandi frequentatori privati dell’aeroporto troviamo il norvegese residente in Ticino Kjell Inge Røkke, patrimonio stimato 3-4 miliardi di franchi. Col suo Dassault Falcon 8x ha emesso 276 tonnellate in 24 viaggi da e per Agno. Quasi lo stesso numero di viaggi, ma meno impatto ambientale per il Beach King Air 250 di Andrea Bonomi, fondatore di Investindustrial. Un discorso a parte lo meritano infine i Perfetti, patrimonio stimato 6-7 miliardi, da anni radicati in Ticino e azionisti di uno dei più grandi fabbricanti mondiali di dolciumi. Negli ambienti aeronautici ticinesi era noto che la famiglia possedesse due jet, molto attivi ad Agno. Uno era il “famoso” Cessna immatricolato M-NTOS (dal nome di una famosa caramella). L’aereo ha nel frattempo cambiato matricola e nel 2024, con 81 movimenti, è stato l’undicesimo jet più inquinante attivo su Lugano. Nel 2024, però, ci sono stati altri due aerei che parrebbero riconducibili – stando alle destinazioni che abbiamo analizzato – alla ricca famiglia: un Bombardier Global Express attivo fino a metà ’24, poi sostituito da un Dassault Falcon 8X immatricolato a San Marino. I tre jet lo scorso anno hanno emesso circa 1.200 tonnellate di CO₂ con complessivi 144 voli da e per Lugano: ogni viaggio equivale al consumo annuo di due ticinesi medi. Dal 2025 i re delle caramelle possono inoltre contare su un nuovo gioiellino: un Gulfstream 700, matricola sanmarinese, valore di mercato 70 milioni di franchi e inaugurato in febbraio. Il jet sembra avere una destinazione favorita: Jerez de la Frontera, in Spagna. Qui c’è un circuito di auto da corsa, la passione preferita dei due rampolli della famiglia Perfetti, entrambi piloti e inquinatori professionisti. |