La notizia sul successo, relativo ma comunque reale, di Le Pen alle elezioni presidenziali francesi mi raggiunge in Germania, dove coloro che mi circondano pure sono non solo sorpresi ma indignati. La colonnina che «area» mi mette a disposizione non è pensata in primo luogo per commenti politici ma va sotto la parola chiave «etica», anche se le due cose non possono evidentemente fare vita completamente separata.
Mi limito comunque a commentare alcuni aspetti di fondo di questo risultato, lasciando i lettori agli altri commenti su questo numero e su altri media. «Del senno di poi sono piene le fosse» dice il noto proverbio e non vale la pena ora mettersi a criticare la divisione della sinistra francese in fazioni rivali, talvolta dottrinali e settarie.
Ciò che dà maggiormente adito a riflessione è l’incapacità delle forze di sinistra di mobilitare e di orientare un elettorato scontento ed allo sbando. Non riesco a credere che tutti coloro che hanno dato il voto a Le Pen siano dei veri fascisti o comunque discepoli di una dottrina totalitaria. Le Pen è riuscito a presentare una mistura populista in cui si mescolano elementi antieuropeisti, antiglobalizzazione ed anche rivendicazioni sociali. Chi non ha avuto la possibilità di una solida formazione politica sarà caduto facilmente nella trappola, dandogli ingenuamente il proprio assenso. Fin qui si può deplorare e rammaricarsi per molte schede che avrebbero potuto e dovuto trovare una strada più consona ai veri bisogni di una popolazione scontenta.
I primi sondaggi rivelano comunque che anche «vecchi compagni» hanno dato il voto a Le Pen, scontenti delle varie formazioni di sinistra. Questo secondo tipo di voto è molto più grave poiché mette a nudo le debolezze di tutte le forze a sinistra di Chirac. Serve poco inoltre consolarsi vedendo che anche molti gollisti insoddisfatti hanno fatto la stessa cosa. Chi si consola a questo modo accetta di mettersi sul medesimo piano di forze politiche che hanno vissuto per anni sul clientelismo e su favori vari.
Farà bene alla sinistra francese il purgatorio di dover stare dapprima in una coabitazione scomoda e poi all’opposizione? Non sono in grado di rispondere poiché conosco male questo contesto particolare. In ogni caso la carta geografica di una Europa sempre più «rosa», svanisce sempre più, sia per coloro che l’hanno desiderata che per coloro che l’hanno deprecata, anche a sinistra.
Noi svizzeri abbiamo ancora un po‘ di tempo prima delle nostre prossime elezioni federali. Speriamo di non ripetere i medesimi errori dei nostri vicini occidentali......
|