Lugano val bene una tombola

Michele Bertini mette in palio buoni di 500 franchi in campagna elettorale. È opportuno?

Tombola! Montepremi in palio 500 franchi gentilmente offerti dal municipale liberale Michele Bertini, in corsa per confermare il prossimo 10 aprile il suo seggio a Lugano. E se a Carnevale ogni scherzo vale, figuriamoci in campagna elettorale. Se Parigi valeva una messa, evidentemente Lugano ha i numeri per concedersi almeno un giro di tombola... Ma si può accettare?

«Come siamo caduti in basso. Un esponente del Plr, candidato al Municipio di Lugano, fa campagna elettorale nelle sale della tombola. Dispensando, oltre a un cartoncino con il proprio nome, denaro messo in palio a proprio nome. È un nuovo modo per comprare i voti della povera gente?». La segnalazione ci giunge in redazione e giriamo la domanda al diretto interessato: Michele Bertini, che domenica scorsa era presente, alla tombola, nei locali di via Brentani a Lugano frequentati perlopiù da persone in Avs, con pensioni certamente non d’oro. Il giovane politico, entrato a Palazzo Civico alle comunali del 2013, si aggirava fra i tavoli, distribuendo i suoi santini, fra un “buona fortuna, signora” e un “in bocca al lupo, signore”. In mezzo tanti sorrisi e santini lasciati con nonchalance ai presenti con tanto di fotografia, numero di lista e quello personale.


Tutto legale, sia chiaro. Il locale ha l’autorizzazione per organizzare quello che tecnicamente è un gioco d’azzardo, tanto che per molti frequentatori delle sale della tombola  – come ci spiega un giudice confrontatosi con la tematica – si può parlare di dipendenza. Con le conseguenze del caso, ma con un limite tecnico imposto dalla legge: se nel caso dei casinò si possono diffidare i giocatori affetti da dipendenza per tutelarli, lo stesso non si può fare con i “drogati” della tombola. Fra questi c’è chi arriva a spendere anche 2.000 franchi, che sono molti se confrontati con pensioni risicate.


Michele Bertini, la tombola nel locale dove lei era presente, è una pratica del tutto legale e autorizzata dal Cantone. Possiamo però permetterci di sollevare qualche perplessità sull’eleganza dell’operazione e definirla una mossa di discutibile gusto e non opportuna?
Comprendo la vostra osservazione. Pure io mi sono posto il problema dell’opportunità. Ho considerato il rischio di suscitare delle critiche, ma alla fine ho ritenuto che fosse un rischio sopportabile e ho sponsorizzato un giro di tombola. In agenda ne avevo un secondo il prossimo 2 aprile, ma sto considerando se ripeterlo.


Possiamo sapere a quanto ammontava il montepremi messo a disposizione di tasca sua?
Cinquecento franchi in buoni. Ma mi chiedo: se lo fa la Manor va bene, e se lo faccio io suscita clamore: che differenza c’è?


Forse che la Manor ha come obiettivo il fare utili, mentre un politico dovrebbe rappresentare gli interessi dei cittadini e ha altri modi per farsi conoscere. Inoltre, molti di quei cittadini che partecipano alle tombole hanno problemi di dipendenza e di liquidità...
Nella mia scala di valori il ceto popolare riveste una grande importanza. Mi accorgo invece che il Plr è sempre più percepito come un partito classista, espressione di un ceto che non è più lo specchio della società e in questo modo ha perso i quartieri popolari a vantaggio della Lega. Ora, noi vogliamo mantenere all’interno del nostro partito il seggio che è stato di Giovanna Masoni Brenni e io ho voluto avvicinarmi e ritornare in mezzo alla gente. La tombola di via Brentani si trova a Molino Nuovo che è un bacino molto importante di elettorato, ma vedrò se ripetere l’iniziativa.


Insomma, Bertini si dimostra un abile politico nel fare marketing: ha valutato il rischio e lo ha corso. Giocando con i numeri per fare tombola. Per essere il numero vincente, occorre che gli altri non si sentano soltanto uno dei tanti numeri dell’inglobante società...

Pubblicato il

17.03.2016 10:49
Raffaella Brignoni