La osservi un sabato mattina da Piazza Riforma e senti già che ha il tanfo sotto il naso. Lugano è altezzosa, si dà arie, ti guarda storto a te che sei lì, normale, con la felpa col cappuccio e la bicicletta a studiare come un antropologo l’andirivieni della bella gente. Ti guardi attorno ed è una sfilata di cliché: abiti firmati, pellicce, sigari nelle labbra, labbra a canotto e barboncini nani. Poco oltre, sul lungolago, è un vociare di Lamborghini, Ferrarini e tanti altri ini. Alzi lo sguardo ed ecco ville e villini. Spicca quella tutto gusto e sobrietà del misterioso Vitold Tomasevskij, un riccastro lituano che lì ci organizzava sfilate private con le partecipanti a Miss Universo. Altre dimore di lusso, meno pacchiane, non le vedi ma sorgono nelle zone più discoste e prestigiose della regione. Prendi ad esempio “La Perla di Collina d’Oro” dove si mormorava che potesse essersi rifugiata l’amante di Vladimir Putin. A prima vista ti sembra una casa quasi normale. Poi ti fai un giro virtuale sul sito dell’agenzia Engel & Völkers e ti appare una magione da oligarca. Se volete togliervi lo sfizio è ancora in vendita: con soli 14 milioni di franchi potrebbe essere vostra! Oltre alle ville, i ricchi hanno a Lugano tutto quello che gli serve: discrezione, comodità e servizi come cliniche con le suites in neonatologia e prestigiose scuole internazionali. Pensate, vi è anche una rivista tutta per loro: Hub, il mensile in carta patinata del Corriere del Ticino. Insomma, per farla breve, a Lugano e dintorni gli abbienti piacciono e a essere fuori posto siamo forse noi, comuni normali con le felpe e le biciclette. Ma in fin dei conti, quanti sono i ben benestanti a Lugano? Non sono certo i tamarri della Riforma. Quelli veri, mica li vedi. Uno studio pubblicato di recente dalla Henley & Partners mette i numeri sul tavolo e conferma quella che poteva sembrare una sensazione inacidita dall’invidia: i ricchi a Lugano sono tanti e, soprattutto, sono in crescita. Prima di snocciolare i dati, va fatta una premessa sulla Henley & Partners. Si tratta di una società con sede a Londra specializzata nel dare consigli a uomini e donne facoltose su come ottenere la residenza o la cittadinanza di Stati fiscalmente attrattivi. Il suo presidente, lo svizzero Christian Kälin è noto come “l’uomo che vende passaporti” come lo chiama il giornalista Oliver Bullough in Moneyland, libro che investiga come i ricchi dominano il mondo. Kälin è la mente che qualche anno fa ha intuito l’esistenza del mercato dei passaporti dorati, come quelli maltesi o ciprioti che venivano venduti soprattutto a cittadini russi. Un business milionario quanto controverso, ma che ci permette di non avere dubbi: di Paperon de’ Paperoni, gli specialisti della Henley & Partners se ne intendono per davvero. Il loro studio pubblica la classifica delle città con il più alto tasso di miliardari e ultra-milionari del mondo. Sul podio troviamo New York, San Francisco e Londra, con Ginevra (nona) e Zurigo (tredicesima) presenti nella top15. Un dato interessante riguarda anche Lugano: nei primi sei mesi del 2022 i ricchi e ultraricchi della più grande città ticinese sono aumentati dell’otto per cento. Un tasso di crescita che le permette di entrare nella top20 delle città mondiali con il più alto tasso di crescita di persone facoltose. Se scorriamo l’elenco delle altre località presenti in questa speciale graduatoria troviamo perlopiù luoghi esotici, che evocano petrolio o gas: Rihad, Sharijah, Lusaka, Dubai, Luanda, Abu Dhabi, Lagos, Austin, Doha, tutte città in cui i residenti più facoltosi hanno probabilmente approfittato nei primi sei mesi del 2022 dell’aumento del prezzo degli idrocarburi. >>Vedi anche: Tappeti rossi per i milionari A Lugano, di greggio per fortuna non ce n’è. Ci sono però commercianti di petrolio, gas e altre materie prime. Qualche settimana fa avevamo analizzato la performance della Dxt Commodities che, grazie anche alla volatilità del prezzo del gas naturale liquefatto, ha aumentato nel 2021 il volume d’affari del 113%. Il suo patron, Bruno Bolfo, residente a Lugano, lo scorso anno ha intascato qualcosa come 445 milioni di euro di utili netti. Il manager ligure è ad ogni modo in buona compagnia: i dati del rapporto di Henley & Partners dicono che in città vivono 5.000 persone che dispongono di una fortuna «liberamente investibile» di più di un milione di franchi. Fra questi troviamo tre miliardari, 460 persone che possiedono più di 10 milioni di dollari e 31 persone che dispongono di una fortuna di più di cento milioni di dollari. Resta da capire se per Lugano s’intende la città oppure la regione. Secondo i dati pubblicati annualmente dalla rivista Bilan i miliardari (o quasi) residenti in Ticino sarebbero una dozzina (Perfetti, Giuliani, Zegna, Fossati, Sagol, Mantegazza, Owen-Jones, Malacalza, Tettamanti, Albek, Cornaro, Hegelund). Secondo i dati dell’Amministrazione federale delle contribuzioni (Afc), nel 2018 in Ticino vivevano 5.122 persone con una fortuna di più di 2 milioni di franchi e 782 persone con una fortuna di oltre 10 milioni di franchi. Impressionante l’aumento di questi ultimi: sempre secondo l’Afc in dieci anni i grandi ricchi abitanti in Ticino sono aumentati del 176 per cento. Al di là di queste cifre quello che emerge è che Lugano e il Ticino restano attrattivi per i benestanti. L’ultimo esempio è quello del norvegese Kjell Inge Røkke. Questo miliardario di 63 anni ha annunciato qualche settimana fa di avere lasciato la Norvegia per trasferirsi in Ticino dove sta cercando casa. In riva al Ceresio sono così giunti alcuni giornalisti norvegesi sulle tracce di uno dei loro più abbienti concittadini. Abbiamo incontrato alcuni di loro e abbiamo potuto capire che oltre al clima e a una buona tassazione un altro fattore ha forse spinto Røkke in Ticino: i bitcoin. Il miliardario è il più grande investitore in criptovalute della Norvegia e, ci hanno detto i colleghi, è sicuramente interessato al programma lanciato da Lugano per diventare la capitale europea in bitcoin. Il cosiddetto “Plan B” che vuole fare della città un polo d’attrazione per le aziende attive in questo ambito. Se ne discuterà a fine ottobre con una grande conferenza internazionale sul tema che si terrà al Palazzo dei Congressi. Costo per potere partecipare a tutti gli incontri: 699 franchi. Prezzi popolari, insomma.
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